Possibile che si debba vedere solo del chiasso immotivato, con inseguimenti, scontri, sberle, urla e una trama praticamente assente?
Sembra la descrizione di una qualsiasi storia di Corteggiani (o il senso della vita secondo Macbeth). Ma e' difficile dissentire. Pero' mi piacerebbe conoscere i testi originali dei dialoghi, che forse erano migliori (a parte i sospetti che ho espresso sopra).
Zio Paperone e l’attrazione forzata La migliore del numero, direi. Anche se non riesco a farmi piacere i disegni di Barbaro (ma dai commenti sembro l'unico). Lodevole, comunque, la varieta' morfologica dei suoi miliardari, come il diavoletto contrapposto a Cupido nel titolo; e graficamente ben realizzato Brigaldo. Molto bello lo sfondo a pag. 67. Cio' che mi convince di meno sono espressioni e pose dei personaggi: ad esempio a pag. 69 Paperone nella seconda vignetta mi sembra decisamente troppo statico e le espressioni che hanno lui e Brigitta (stessa vignetta e quella sottostante) non mi appaiono molto efficaci.
Degno di Jeeves il Battista a pag. 66.
Non del tutto chiaro l'intervento di Brigitta dopo la firma: nella logica della storia dovrebbe essere stato concordato con Paperone, ma sembra coglierlo alla sprovvista. Forse ho solo interpretato male un paio di frasi.
Comunque convincenti la caratterizzazione di ZP e Brigitta e le motivazioni che ne regolano il comportamento.
Paperino e il super autolavaggio di Paperoga Come molte storielle brevi, si basa su un'unica gag e il resto serve solo come cornice. Ma in questo caso per quel che mi riguarda e' sufficiente: la trovata di Paperoga e' riuscita a farmi ridere.
Sogni d’oro Paperone Idem.
Positiva, anche se non esaltante, la storia di Indiana Pipps. Non un cattivo numero, quindi, nonostante tirato pesantemente giu' dalle storie straniere (comunque entrambe verosimilmente alquanto peggiorate dalla redazione).
Ma ne sono uscito con un'impressione insolitamente negativa, in quanto decisamente indisposto sia dai sospetti di cui ho scritto, sia, all'aprire il numero, dal trovare l'inizio della prima storia relegato a pag. 15. Non ricordo altri esempi; e il fastidio provato ha rafforzato il mio odio verso la pubblicita'. Messa all'inizio perche' risulti piu' efficace? Un'innovazione odiosa, che spero vivamente non venga confermata. (Tra l'altro, uno dei pochissimi punti su cui trovo che il "Topolino" recente sia meglio di quello di vent'anni fa e' proprio il minor numero di pagine di reclames.)