#2714
Un Topo con sole quattro storie? Bé le preghiere parrebbero esser state esaudite. Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi del numero del galeone dove ci si bullava di aver ben SETTE storie e di aver calibrato il numero delle storie per averne 365 all’anno. Meno quantità e più qualità è uno dei dettami della nuova gestione De Poli. Che almeno a giudicare da questo numero parrebbe star dando buoni frutti visto che ospita gente illustre del calibro di Biagi, Artibani, Sisti, Scarpa e Cavazzano. Il Che Aria Tira, strizza l’occhio a HSM, quel tanto che basta per citare l’attuale senza esserne asserviti e in copertina c’è la storia di Badino.
Topolino e la Memoria Futura (Biagi-Sisti/Scarpa): Ristampare questa vecchia gloria per omaggiare Biagi è stata una mossa astuta e intelligente. Apprezzabilissimo poi il fatto che oltre a Biagi, siano coinvolti pure quel mostro sacro di Sisti e quell’altro mostro sacro di Scarpa che negli anni 90 pur non facendo più l’autore completo, si dedicava a storie altrui, sceneggiate con il suo stesso stile. E infatti ha molto dello scarpiano questo didascalico Biagi, che con un viaggio nel tempo narrativamente piuttosto slegato, cerca di portare sulle pagine del Topo un po’ di sana morale. Morale del tutto affine a quella di Scarpa, a sua volta molto simile nelle radici a quella di Walt Disney. Insomma un piccolo gioiello che con una punta di furbizia e molta molta cautela riesce persino a trattare temi religiosi. Cosa che non è certo da tutti.
La Grande Caccia alla Numero Uno – 5° Episodio: Zio Paperone e la Caccia all’Oro (Hedman/Gattino): Toh Cuordipietra Famedoro sul Topo, e con la barba marrone. Per il resto si continua sullo stesso trend degli altri episodi: avvenimenti banali e frenetici, ritmi pessimi, gran disgusto. Tutto questo ovviamente senza che io riesca a ricordarmi minimamente cosa succedeva.
Topolino e il Tesoro di Temugin – 2° Parte (Artibani/Dalla Santa): E il meglio arriva qui. Gengis Khan, rivelazioni, flashback e un po’ di sana azione. Tutto intrecciato in maniera non banale e con una buona dose di colpi di scena, trovate cinematografiche e respiro narrativo degno di una storia di Mickey Mouse. Vedere finalmente il Topo combattere un corpo a corpo e far leva sulla sua agilità per vincere, vedere una crisi risolta con un pizzico di humor tipicamente Disneyano e una buona dose di serietà e veder concludersi la vicenda con quel tocco malinconico e allo stesso tempo epico mi ha quasi commosso. Eccolo il grande fumetto Disney, che riposa sotto una coltre di neve, in attesa di risvegliarsi e mostrare il suo potenziale. Speriamo che lo faccia, e che Tito convinca il caro vecchio Artibani a tornare, anche solo per una collaborazione con lui.
Topolino e la Leggenda dei Robo-Presidenti (Badino/Cavazzano): Oh, finalmente Badino confeziona qualcosa che non sia Battista e Lusky a spasso con gli Husky nei Loschi Boschi Privi di Chioschi, ma una vera e propria lunga. A dire il vero l’aveva già fatto quest’estate nella assai poco riuscita storiella sul calcio disegnata da Turconi. Speriamo che stavolta…e invece no. Peccato, un vero peccato che uno spunto così interessante come il Monte Rushmore venga sprecato in una storia così deboluccia, dalle trovate narrative così scontate. Graficamente parlando il Macchia è quello dandy evoluto da Cavazzano attraverso l’apporto sceneggiatorio di Savini e Casty, e ciò non può essere che un bene. Un po’ meno bene che si faccia fregare da Tip e Tap in modo così facilone e imprevedibile. Vabbè vabbè, si apprezza il tentativo e si spera che sia solo l’inizio di una lenta e sofferta redenzione.