Il numero della svolta, la discussa svolta, anticipata dal grande zuffone nel Papersera e dal mancato invito alla conferenza di presentazione. Tutto l’ambaradam causato dalla metropolitana è a mio avviso alquanto ininfluente per quanto riguarda la fruizione che può avere del Topo una persona adulta, magari ai bambini questa riorganizzazione delle rubriche dirà di più: personalmente non distinguo neanche le varie linee. Lo stratagemma della doppia copia del Topolino è carino e magari funzionerà, quanto alle strip di Soffritti…bé…bah, sono ancora molto indeciso a riguardo. Mi sembrano terribilmente moderniste, troppo moderniste, quasi snaturanti, visto che la loro tematica principale è quel Paperino Paperotto che sembra essere più PP8 che mai. Posso capire che Donald è uno dei creatori grafici di quel progetto andato male, però già lo smiles è spesso e volentieri urtante, spererei in una maggior universalità delle battute. Quanto al contenuto il numero è davvero ma davvero buono, ed è un peccato che così poi non rimarrà visto che per una volta le storie sembrano essere tutte scelte con un certo gusto.
Zio Paperone in Un Altro Natale Sul Monte Orso (Faraci/Cavazzano): La storia del numero. Il sequel tanto atteso, di una storia tanto importante fatta da due autori tanto idolatrati. Una storia che non delude per niente, a patto di non caricarla di aspettative troppo alte. Faraci, in vena di continuity, ci offre un simpatico scorcio di ciò che poteva essere, un what if, un omaggio sentito al rapporto tra Paperino e Paperone che si inscrive alla perfezione nella tradizione barksiano/donrosiana senza eccessive ridondanze ma con intelligenza e naturalezza. Promossa a pieni voti.
Universi Pa[pe]ralleli: Episodio 1 (Vitaliano/Camboni): Inizia il Topolino delle grandi Saghe, incessabili e continue, e per la verità non tutte riuscite. Tutte piuttosto fighe però, almeno sulla carta. Non sfugge all’eccezione neanche questo nuovo parto vitalianesco, che dalla prima tavola sembra chissà cosa e porta a sognare e desiderare i dorati tempi di Pk. Così però non è, è tutto un delirio, una cosa demenziale anche parecchio piacevole se non fosse per la struttura completamente sconclusionata: quattro episodi di cui tre brevi in cui non succede niente e l’ultimo un po’ più lungo in cui si scatena la demenza più completa. Nel complesso però una delle cose più divertenti negli ultimi tempi, considerato anche il finale metafumettistico.
L’episodietto in questione è solo introduttivo. O almeno così sembra, visto che la verità è ben diversa e pure i successivi due episodi sembreranno dei prologhi.
Oltre ai due cavalli di battaglia, e al Che Aria Tira davvero gradevole, infatti ci sono anche tre storielline riempitive di tutto rispetto come Topolino e l’Evaso a Mezzanotte (Panaro/Pastrovicchio) dove Panaro mette in scena un po’ di sana violenza, Paperino Paperotto e l’Invito Natalizio (Vetro) in cui torna in scena lo scenario classico e vengono finalmente integrati in versione retrò i personaggi creati per il PP8 moderno, e Paperino e la Vigilia Strapazzante (Faccini/Freccero) col ritorno di Timoteo Piccione creato da questi stessi due autori un po’ di numeri fa.