Che Aria Tira… (Ziche): simpatica.
Paperinik e i Magici Furti (Ambrosio/Perina): se paragonata al Magico Eroe in qui Papernova/Papermagic aveva esordito è un capolavorone. Invece è robetta, una storiella un po’ lenta da digerire, ma se non altro si fa leggere nonostante i molti elementi messi a casaccio nella trama. Lodevole se non altro il piano originario di Paperino per diventare milionesimo cliente, intriso di sana (e pure disonesta) malizia (certo, le modalità poi lasciano a desiderare, ma vabbè….
Topolino e il Mondo che Verrà – Capitolo III: I Segreti dell’Inusitania (Casty): mi ci sono voluti tre episodi, ma finalmente ho trovato un punto debole nella quadristoria castyana: mi annoio a recensirla. Mi annoio prima di tutto perché per quante parole io possa trovare non riesco a descrivere alla perfezione la perizia impiegata nel plasmare trama e disegni e in secondo luogo non faccio che ripetere le stesse cose. Che Casty è bello, bravo, buono e pure belloccio (cit.)… ma che ci posso fare, se è così? Che ci posso fare se fonde elementi provenienti dalle sue opere precedenti e prontamente reinventati (gli occhiali de Le Regolissime del Guazzabù) ad altri originali che, mi dicono dalla regia, costituiscono un forte richiamo a Lost di cui Casty si è dichiarato appassionato. Che ci posso fare se Silvy ricorda un po’ Eurasia Tost (soprattutto per la miopia), un po’ Uma e un po’ Minnotchka? Che ci posso fare se la pensata del progetto Mondo che Verrà è gestita con una maestria tale da sniubbarne l’abusata idea di base, aggiungendo intrinsechi valori morali? Che ci posso fare se quella Spia Poeta sembra reale, se l’ultima tavola è incredibilmente gottfredsonwalshiana, se la cura dei particolari (il regime dell’Inusitania è eccezionalmente disneyano) fa dimenticare che siamo a una puntata dalla fine e che forse Casty avrebbe potuto iniziare a risolvere il tutto un pelino (ma giusto un pelino…) prima? Che ci posso fare? Niente, posso starmene incantato a bocca aperta sognando l’ultima puntata.
Paperino e la Notte degli Insonni (Gagnor/Deiana): oh, ma che gradita sorpresa! Pessimista come sono mi aspettavo un banale scivolone finale e invece la storia si dimostra una gradevole fiaba dolcemente surreale e trasognata. Un bell’esempio di brillante creatività.
Zio Paperone e la Contesa del Fondatore (Badino/Gula): probabilmente ispirata al plot di una puntata de I Simpson, ci presenta tra le altre cose un Cornelius Coot con il pizzetto (sigh…). Il punto debole è una sceneggiatura davvero piatta, che favorisce la fabula ad un intreccio che forse avrebbe conferito maggiore suspance; tra parentesi, come segnala la regia (sì, oggi la regia mi ha aiutato molto nella stesura della rece… *sorridete, Pacuvio&Rensel, siete in diretta!*), il passaggio di proprietà del Deposito non ha senso, visto che anche se Cornelius fosse un truffatore l’atto di cessione della Collina Ammazzamotori sarebbe comunque legalmente valido.