E in copertina abbiamo Papernova. Si sperava fosse stato dimenticato dopo la sua squallida apparizione di un anno e mezzo prima, e invece no. Non solo ritorna ma lo fa per due settimane di seguito, e a due settimane di distanza dal discusso Papertotti. Cosa ci potrebbe essere di peggio? Wizards of Mickey 3? E’ in arrivo anche quello.
Paperinik e i Magici Furti (Ambrosio/Perina): Dopo aver stuprato la continuity per anni, con le sue rifondazioni di personaggi già esistenti, ecco che Ambrosio fa marcia indetro e riprende le due caricature di Greggio e Iacchetti già viste in passato senza inventarsene di nuove. Cosa positiva devo dire. Se non fosse che l’intera operazione Papernova è assolutamente inutile e ingiustificata, la storia non sarebbe neanche poi così pessima, fermo restando che l’idea di dare un passato enigmatico a Papernova ha del ridicolo come solo Ambrosio può fare.
Topolino e il Mondo Che Verrà - Cap. III: I Segreti dell’Inusitania (Casty): I Segreti dell'Inusitania svela infine ogni mistero. Durante la trasferta di Eta Beta e Topolino nello staterello mitteleuropeo dell'Inusitania (che nel nome è una splendida citazione a Romano Scarpa), abbiamo modo di conoscere Silvy, l'ennesima ragazzina-spalla di Topolino, che va ad affiancarsi ad Eurasia, Estrella e Uma nella galleria di donne di Casty. Dopo due topine e una volpicina abbiamo un'umana, ancor più tenera e sbarazzina di loro, che ormai determina quello che si può chiamare un vero e proprio stilema castyano. Viene poi il colloquio col re Bonomox che spiega per filo e per segno il progetto Mondo Che Verrà che si mostra un concentrato di idee originali e geniali. La denumeratropia e l'equazione del mondo, oltre a ricordare molto lo stile di Lost, si rivelano spunti nuovi, che fanno un figurone narrati sulle pagine di un Topo, ormai troppo spesso relegato a siparietti comico-demenziali. E non è finita, visto che dopo i piani del buon Bonomox vengono nell'ordine svelati quelli del nipote degenere Nicko (mitiche le due Italie!) e infine quelli assai più cruenti della Spia Poeta, che fugge e getta le basi per la battaglia finale dell'ultimo capitolo.
Paperino e la Notte degli Insonni (Gagnor/Deiana): Ha fatto scalpore questa breve, più che per la sua bellezza per il fatto che si sia sperimentato un approccio un pelino più impegnato ai riempitivi. La storia in questione è poco chiara ma interessante visto che è completamente immersa in uno scenario onirico e trasognato.
Zio Paperone e la Contesa del Fondatore (Badino/Gula): Badino topps again! Non basta impregnare la storia di riferimenti alla continuity, a Cornelius Coot, a Forte Paperopoli e Don Rosa se poi la vicenda non sta minimamente in piedi. Sorvolando sul fatto che la fedeltà alla lezione donrosiana è solo parziale (infatti sembra che Badino abbia letto la Saga ma non Sua Maestà De Paperoni, dove venivano spiegate ben altre cosette…), la storia in sé è proprio brutta. I Bassotti si impossessano del denaro di Paperone con un mezzuccio assolutamente poco credibile: non ha il minimo senso che qualcuno rivendichi un territorio e per questo rubi anche tutti i beni mobili del precedente proprietario. E lo stato magari lo permette anche. Ma fosse solo quella, c’è persino una falla logica notevole data l’autenticità apparente del documento che sfugge alle rilevazioni fatte da Archimede, solo perché il Bassotto Intellettuale aveva creato un marchingegno che invecchiava temporaneamente la carta. Per non parlare della reazione di Paperone che accetta la cosa di buon grado e inscena la farsa del maialino. Si finisce in bellezza con la messinscena organizzata dai Bassotti che non si capisce bene perché decidano di trafugare in gran segreto del denaro che è già loro. Pacchiano infine il robottone Cornelius Coot, che non rispetta neanche le sembianze che dovrebbe avere il personaggio. Bocciata su tutta la linea.