Ullallà che bella copertina! Scomodare addirittura Mastantuono per Wizards of Mickey! Il numero fa un po’ da passaggio del testimone tra due saghe, facendo finire WoM e iniziare Ultraheroes con una sorta di miniepisodio zero. E’ inoltre presente un debole Cimino e un secondo Gervasio didattico.
Wizards of Mickey – Il Mistero del Dormiente (Ambrosio/L. Pastrovicchio): Secondo episodio, alquanto patetico. Già l’inizio è tipicamente Ambrosiano con un flashforward sborone e senza motivo di essere, giusto per tirarsela un po’, e che serve a mascherare la pochezza della storia. Per non parlare poi delle card con i motti dei maghi, presenti nelle pagine dispari, alquanto patetici. Speriamo che questa quarta saga, qui introdotta, arrivi e se ne vada in fretta.
Topolino e la Canzone Fuori Tempo (Salati/Mottura): Sarà che Salati ultimamente si è distinto per quel bellissimo post nel suo blog dove dimostrava di aver preso decisamente sul serio gli amati personaggi Disney, sarà che Mottura odora così tanto di PK e MM, fattostà che la coppia in questione sforna una storiella molto interessante e romanticamente sentita che a differenza del resto non si fa affatto saltare. Gradevolissima, si continui così.
Ultraheroes – Prologo (Secchi/Turconi): Ebbene è successo. La profezia si è avverata: in una gestione così contraddittoria, foriera in egual modo di cose ottime e pessime, ecco arrivare un prodotto che ospita all’interno di sé queste due anime divergenti. Il bello e il brutto uniti in un’unica Saga. La voglia di innovare, di sperimentare, di inserire interessanti sottotrame, unita alla codardia di non saper escogitare una trama decente che le possa racchiudere. La voglia di continuity, di avere tra le mani un mondo coerente, una regione unica, il Calisota, in cui ambientare le storie del giornalino, unita alla scarsa conoscenza di alcuni elementi. L’abilità nel saper far muovere un vastissimo numero di personaggi differenti unita all’incapacità di inventarsene di nuovi decenti. Virtuosismi grafici e scivoloni sceneggiatorii, infarciti di battute più o meno riuscite. Un prodotto pasticciato nel suo esser gradevole e gradevole nel suo esser pasticciato. Un prodotto che non si vuole prendere troppo sul serio ma qua e là lo fa mostrando il suo lato più debole. In Ultraheroes c’è tutto il nuovo scenario, la nuova Disney, le nuove leve, con le loro potenzialità e i loro limiti.
Ultraheroes è bello, è brutto, fa ridere e fa schifo. Si fa attendere, si fa odiare, interessa, ma è impossibile restare immuni dal suo fascino imponente. E una volta terminato viene voglia di far mente locale per capire quali sono i suoi pro e i suoi contro. La stessa cosa che ho voluto fare io per capire se questo fumetto mi piace o meno, quindi ecco il mio punto di vista, punto per punto.
PRO
-Uso della continuity marcatissimo. Finalmente Paperopoli e Topolinia immersi nello stesso contesto, all’interno dell’ormai istituzionalizzato Calisota. Questo e altri termini e riferimenti barksiani come la collina Ammazzamotori, Cornelius Coot vengono qui utilizzati dando l’impressione di una coerenza di fondo e di un mondo organico e più interessante. Si ritorna inoltre alle origini del supereroismo Disneyano mettendo in scena la Villa Rosa martiniana, ora in possesso di Eta Beta. Idee fanfictionose, senza dubbio, che sarebbero state rifiutate se proposte da novellini e aspiranti autori in cerca di lavoro, ma che fanno un certo effetto su Topolino. Interessante inoltre il fatto che ritornino supereroi e supercattivi presi da un po’ tutta la tradizione Disney. Vi sono Inquinator e Spectrus, nemici del Paperinik anni 90, come anche Zafire, personaggio della saga dell’anno scorso qui rispolverato per l’occasione. Dalla parte dei buoni fa piacere rivedere Paper Bat, che ormai era stato dimenticato.
-C’è spazio per tutti. Un gran dispiego di personaggi, visto che vengono tirate in ballo due città. E di queste due città non soltanto i rispettivi supereroi, ma anche personaggi che a rigor di logica non dovrebbero c’entrare nulla e che invece trovano qui un buon impiego, pur passando in secondo piano. Topolino e Paperone hanno infatti un notevole spazio, anche se si gioca molto sul loro starsene in disparte, e tutti i supereroi dei rispettivi gruppi hanno modo di distinguersi con gag e sottotrame create ad hoc.
-Belle sottotrame. Diciamocelo, la cosa che più ha mandato in brodo di giuggiole i fan è vedere Paperino e Paperina lasciarsi mentre si invaghivano delle rispettive controparti super. Una sottotrama che avrebbe potuto portare stravolgimenti nello status quo ma che è stata gestita tutto sommato bene, senza strascichi drammatici. Interessanti inoltre le indagini di Topolino, divertenti i tentativi di fuga di Paperone e i Bassotti.
-Alcune buone gag. Pur non salvandosi tutte, qua e là si ride, e parecchio. Divertentissimo Super Pippo che sostiene di essere diversissimo da Pippo, simpaticissimo il tormentone delle pizze con Topolino che tiene aperta la porta a Gambadilegno, impagabile Gastone che gira per i forum creandosi fake per autoincensarsi e viene immancabilmente sgamato dal nerdaccio di turno. C’è poco da dire, se presa come Saga esclusivamente demenziale questo Ultraheroes non ha grossi difetti. Solo che appunto in tal caso bisognava insistere di più su questo lato e lasciar fare tutto alla Ziche.
-Grafica meravigliosa. I colori pastellosi, l’impostazione libera delle vignette, i disegni dinamici di un Turconi o di un Dalena hanno dato non poco a questa Saga, rendendola appetibile anche solo per il lato grafico. Se a questo aggiungiamo un gran dispiego di personaggi che danno una varietà incredibile di forme e colori non si può negare che il prodotto abbia appeal.
CONTRO
-Trama scadente. Ultraheroes è un’accozzaglia di buoni spunti legati insieme con lo sputo. Sembra infatti che abbiano progettato in separata sede le sottotrame e lo schema generale degli eventi, e si sia poi cercato di creare uno straccio di trama pretesto per poter far rientrare i primi all’interno del secondo. L’effetto è sgradevole, non c’è credibilità e tutto sembra un grande videogiocone strutturato a scontri uno contro uno. Niente ha senso, dall’oggetto del contendere, l’Ultramachine con un nome degno di Ambrosio, alle modalità in cui uno ad uno i pezzi saltano fuori nascosti in posti stupidi tipo sotto le sedie di uno stadio. Più che un avventura sembra giochi senza frontiere.
-Pacchianate come se piovesse. Per quanto sembra che si sia stati attenti il rischio pacchianata c’era, è stato corso e non è stato eluso. Già la Villa Rosa ipertecnologica ha fatto storcere il naso a molti, figurarsi il mega Eta Betone che diventa Godzilla e distrugge tutto dicendo “pgrrrr”. Pure la morale sull’unione che fa la forza è abbastanza rivoltante e sminuisce i cattivi. Se a questo si aggiunge un’ingiustificatissima versione super di Gambadilegno e Macchia Nera, e un ritorno al male di Inquinator che non ci viene per nulla spiegato, la cosa ha del fastidioso.
-Le New Entries. Da un po’ di tempo a questa parte sembra che Ciccio con le sue battute monotematiche sul dormire e il mangiare sia diventato un personaggio irresistibile e insostituibile. Dagli Agenti Gnam a Ciccio Tarzan passando per il Mago Ciccio e un sacco di altre incarnazioni non si capisce bene il motivo di questo abuso. Il personaggio piace così tanto? Le battute sul mangiare fanno così ridere? Era proprio necessario inserire Iron Ciccius a scapito di chissà quale altro personaggio migliore? A ingrossare le fila dei buoni viene inoltre il nuovissimo Quadrifoglio, alter ego di Gastone, inutile ma utilizzato sicuramente meglio, mentre per i cattivi ecco Rollerdollar, poco credibile versione supercriminale di Rockerduck.