Ok, non so da dove iniziare. E' da due giorni che ho letto la storia e mi chiedo se riuscirò a descrivere le emozioni che provo e che ho provato.
Ad iniziare dalla cover: non so quante volte l'ho guardata e riguardata. Bellissima nei disegni di uno strepitoso Cavazzano e nei colori di Intini. Ma c'è di più. Perché osservandola bene, e cercando per un attimo di non lasciarsi ammaliare dal tutto, si nota anche la sapiente scelta della Redazione per celebrare l'Evento. Nessuno strillo di copertina, nemmeno riferito al terzo episodio di DoubleDuck, il logo della storia, con tanto di Topolino e Novecento che danzano con il pianoforte, e la semplice indicazione nella barra sovrastante il titolo:"Dal grande Romanzo di Alessandro Baricco". Una cover semplice, essenziale, elegante. Una cover da numero da collezionare e tenersi stretti.
Poi uno apre l'albo, e dopo essersi sforzato a non richiudere per guardare la cover, si appresta a leggere l'albo. Non so voi, ma io prima di iniziare la lettura delle storie leggo sempre gli editoriali. Sempre. E' un'abitudine che ho dai tempi di Pkna. Posso anche tralasciare le rubriche, e non leggere le storie in sequenza se ce n'è una che mi attira particolarmente, ma l'editoriale viene per primo. E leggere gli editoriali della De Poli è sempre piacevole.
Orbene, inizio a leggere l'editoriale di questo numero e subito una bellissima sensazione mi pervade. E dopo averlo letto tutto, mi sarei levato il cappello se ne indossassi uno e se mi fossi trovato davanti all'autrice. Perché questo editoriale, che andrebbe stampato e incorniciato, è un bellissimo elogio al fumetto. Al fumetto come mezzo di comunicazione, come forma d'Arte, e al fumetto Disney. Cosa poteva esserci di meglio per una storia di questo tipo? Ma alla storia ci arrivo tra un attimo. Prima mi si permetta di dire che il grande amore e rispetto che Valentina ha dimostrato di avere per il fumetto, non è solo una gioia ma è anche la dimostrazione che lei è la persona giusta al posto giusto. Grazie Valentina e in bocca al lupo!
La Vera Storia di Novecento (Baricco-Faraci/Cavazzano): chiariamo subito un aspetto: io il monologo non l'ho mai letto, non ho mai assistito ad una sua rappresentazione teatrale, ma ho visto il film di Tornatore. Almeno un paio di volte, forse tre. Ebbene, questo non mi è stato di nessun disturbo, anzi casomai mi ha permesso di apprezzare maggiormente alcuni aspetti della storia. Non ho pensato neanche per un momento di trovarmi dinnanzi alla parodia del film o del libro, per il fatto che questo è chiaro sin da subito. Dalle prime vignette di quel nuovo inizio, con il Virginian al largo e Topolino e Minni, scritto direttamente da Alessandro Baricco, e dal titolo; non "Topolino e Pippo in..." o "La leggenda di Pippo sull'Oceano" ma "La Vera Storia di Novecento".
E questo indica una cosa sola: questo è il fumetto di un'opera fortunata che ha avuto modo di essere rappresentata con vari linguaggi: la letteratura, il teatro, il cinema. E ora il fumetto. Interpretato da attori straordinari, i characters disneyani. E lì dove nel film c'erano Tim Roth e Pruitt Taylor Vince, qui ci sono Pippo e Topolino. Mai scelta fu più azzeccata.
Perchè Pippo in particolare, per il suo "pensiero laterale", per il suo essere un "genio nell'ombra", è un Novecento perfetto! E anzi, mi viene da pensare che in fondo Pippo lo sia sempre stato Novecento.
Però Topolino non è da meno. Perché dopo il lavoro fatto dallo stesso Tito e da autori come Casty, per levare al personaggio l'errata immagine di perfettino e primo della classe, è anch'egli perfetto nel ruolo di controparte e miglior amico di Novecento.
C'è poi Macchia Nera: sceglierlo come antagonista di Novcento se la storia fosse stata fatta alcuni anni fa, non avrebbe avuto senso. Fortuna che Casty insieme a Savini e Cavazzano hanno recuperato il personaggio, trasformandolo in un pericoloso criminale dandy; perché così Faraci ha avuto l'antagonista perfetto per Novecento, che ha preso vita grazie alla maestria di Cavazzano, che da quanto fatto in precedenza è partito per realizzarne una versione davvero sublime.
Ci si faccia un favore: non la si chiami parodia, o Grande Parodia Disney; qui siamo oltre. Perchè questa non è una parodia, questo è il fumetto di Novecento. Punto. E' come in Casablanca; anzi di più. Perchè qui non solo non si tratta di parodia, ma per la prima volta l'autore del testo letterario collabora alla realizzazione della storia. Non solo coadiuvando lo sceneggiatore, ma dando il suo contributo fondamentale scrivendo un nuovo inizio e un nuovo finale. Che pur essendo differenti da quelli del film, e quindi del monologo, ho apprezzato moltissimo, per il fatto che calzano a pennello con la storia. Per il ruolo svolto nella realizzazione della storia e per l'apprezzamento e il rispetto che prova per il fumetto Disney, Alessandro Baricco meriterebbe un grosso abbraccio da parte di ogni lettore e fan che si consideri tale.
E veniamo ai due autori di casa. Forse sarò di parte perchè a me piace tantissimo, ma per questa storia non avrei visto sceneggiatore più adatto di Tito Faraci. E il risultato finale è li a confermarlo. Tutto è perfetto, l'uso sapiente delle didascalie, l'impostazione delle vignette, le gag, i dialoghi... e la poesia che da tutto questo traspare. Le emozioni nella lettura sono state tante, e il merito è soprattutto per l'interpretazione di Pippo, Topolino e Macchia Nera, così riusciti come interpreti nel loro rimanere se' stessi. Straordinario! Avrei forse apprezzato qualche tavola in più, per la scena della danza con l'Oceano e per l'esibizione finale di Novecento nel Duello, ma la bravura di Tito si vede anche qui: nulla risulta sminuito, e tutto fila alla perfezione sino al finale. Per il quale non nego che al momento dell'esplosione del Virginian mi sono domandato, allarmato:"E Novecento?!".
Un disegnatore differente sarebbe riuscito ad esaltare soggetto e sceneggiatura di questo calibro? Forse sarò di parte anche in questo caso, ma credo di no. Giorgio Cavazzano è un Maestro, e quando leggi una storia da lui disegnata l'apprezzi sempre. Però ci sono dei casi in cui riesce a superarsi, ad andare oltre se' stesso. Questo capita quando si ritrova a lavorare su sceneggiature che evidentemente lo emozionano e lo esaltano, spingendolo a dare più del massimo. E' quello che è successo in questo caso, dove non c'è una singola vignetta o espressione che non sia estasiante; il tutto valorizzato da una colorazione riuscitissima. Non posso non citare le 2 tavole iniziali del prologo, la tavola finale (e grazie alla signora Elena!), la sequenza della danza con l'Oceano e quella del Duello. Duello nel quale l'interpretazione di Novecento e Black Pot tocca vette sublimi, e dove le note che escono potenti dal piano forte e invadono la vignetta sembrano quasi farti male ai timpani. Eccelso!
E allora GRAZIE! A Baricco, Faraci e Cavazzano per il risultato straordinario ottenuto, cioè una trasposizione del monologo che ha pari dignità delle altre e che nello stesso tempo è una storia squisitamente disneyana! E alla Direttora, che questo progetto la voluto e l'ha amato!
P.S.: certo, le rubriche per una storia così che ci siano o non ci siano non cambiano molto. Ma ho apprezzato molto la rubrica pre-storia e l'intervista a cavallo tra i 2 tempi.
[Continua]