Che Aria Tira… (Ziche): carina.
Indiana Pipps e la Tigre dagli Occhi di Fuoco (Panaro/De Vita): ben fatta, crolla un po’ in un finale indebolito da un paio di passaggi improbabili o non ben spiegati (Rajiv che perde lo scrigno, il potere del talismano e la sua sparizione). Anche la scelta di un villain che si interessa accidentalmente alle ricerche di Indiana per poi seguirlo per tutta l’avventura è terribilmente scontata già in senso assoluto, figuriamoci poi per un personaggio il cui antagonista standard fa questo da anni ed anni: una caduta di stile per Panaro che aveva saputo imbastire un incipit interessante per poi cadere in una frettolosa banalità, forse complice la penuria di tavole. Nella norma il bravo De Vita.
Paperino Consulente del Concorrente (Muzzolini/Urbano): bello lo spunto, ma troppo tirata delle lunghe con la spiacevole conseguenza di cadere nel retorico e nello strascicato. Peccato.
Paperino e la Burla Reale (Carol & Pat McGreal/Venanzio): sconclusionata, ma non nel modo fresco, pazzo e divertente che caratterizza altre danesi. Questa qui è una roba senza capo né coda, priva di qualsiasi senso od utilità. Non fa ridere e manco appaga graficamente. Da dimenticare, insomma.
Indiana Pipps e il Soffio che Vola (Marconi/Dalla Santa): 8 tavole per introdurre la saga olimpionica che inizia sul prossimo numero e che vede il ritorno di Massimo Marconi, il quale opta per una storiellina disimpegnata, apparentemente slegata dalla saga vera e propria, quindi non un vero e proprio prologo. Divertente, comunque, e ben fatta. Se il venditore cinese dopo un po’ stanca e se il finale è alquanto ovvio, alcune gag sono assai gustose per quanto semplici (la battuta d’esordio di Indiana e la calzamaglia) e fanno pensare bene che lo sceneggiatore non abbia perso la mano.
Va infine menzionato l’allegato Paperino e l’Anti-Antidoto del Trentino, che oltre a vantare testi simpatici sfoggia un Intini assolutamente superlativo.