Topolino e i Milioni di Marco Topo – Terza Puntata (Sisti/Mastantuono): Si conclude come previsto. Un po’ un peccato che si rinunci ai colpi di scena finendo nel telefonato. Del resto va anche detto che le rivelazioni non vengono trattate come tali ma come se fossero la cosa più ovvia del mondo. Pazienza, quel che si ha è comunque una gran bella storia, condotta in modo magistrale, con un Topolino in stato di grazia, sia graficamente che nell’animo. Alcune perplessità sul finale, che magari avrebbe dovuto essere esteso, anche solo per spiegare come i nostri giustificheranno agli altri archeologi la sparizione della matrice.
Gambadilegno in…Agguato alla Cassa (Faraci/Uggetti): Sinceramente se mi avessero detto che questa storia era di Faraci non ci avrei mai creduto. Non che io sia contrario a priori che il grande Tito Faraci, quello di Trauma, quello de La Vera storia di Novecento, quello di Topolino e il Fiume del Tempo, quello di Anderville (etc..etc..) si dia alle brevi. In fondo è con le storielle demenziali che l’ho conosciuto, e ho imparato ad apprezzare il suo irresistibile humor. Humor che qui è del tutto assente: la storia è piatta, non divertente, e sembra scritta dal primo che passa. I disegni della Uggetti fanno il resto. E se penso che la storia prima di questa era quella poco più che carina di Ultraheroes mi viene da urlare “Tituzzo, perché ci hai abbandonati?” Sob…
Zio Paperone e il Congelamento dei Crediti (Cimino/De Lorenzi): Oh, una storia di Cimino che esce dal solito schema, rimettendo in piedi un’Amelia seria, e cosa ancor più importante la cara vecchia Roberta. Che tralaltro è una sua creazione che non si vedeva da parecchio. De Lorenzi la disegna benissimo, a mio parere, anche se trascura un po’ Amelia. Ad ogni modo la trama è divertente e scorrevole, e mi ha impressionato parecchio, confermandosi sopra la media ciminiana dell’ultimo periodo.
Per il resto è il numero dedicato a Wall-E con la relativa sacrosanta copertina (chissà se faranno lo stesso per Bolt…) di cui presenta una storiella di due tavole, più riuscita, nel suo essere praticamente muta, dei precedenti Ciak. Notevole anche la storia straniera, disegnata da quel folle di Andersen, che ha il pregio, cosa ormai rara nelle storie italiane, di intrecciare tra loro due trame parallele.