Per rifarmi a precedenti illustri: ricordo di aver avuto una simile reazione di rigetto di fronte a Zio Paperone alla conquista del leone d'oro http://coa.inducks.org/story.php/x/I%20TL%201605-A (e, forse, a Zio Paperone e la sfida velistica http://coa.inducks.org/story.php/x/I%20TL%201611-A).
Cioè due capolavori assoluti... direi che hai fatto un grande complimento a Fausto qui 8-)
Rispondo con un po' di ritardo (pochissime occasioni per connetermi di questi tempi).
Il complimento era intenzionale solo a meta': vale a dire, mi sembra ragionevole che chi apprezza le storie citate abbia la stessa reazione con questa di Fausto. Personalmente pero' non riesco a condividere il giudizio "capolavori assoluti" (ed in particolare l'aggettivo - non ho particolari obiezioni ad ammettere che nel loro genere siano ben riuscite, ma e' un genere che non mi va giu'). In buona parte dev'essere una questione di gusti; per non rendere la discussione completamente inutile, cerchero' di meglio precisare che cosa non apprezzo di storie di questo tipo. (Nota: non ho sottomano ne' l'avventura contemporanea, ne' le due anni '80, che anzi non rileggo da troppi lustri: spero cio' non mi porti a troppe inesattezze.)
Si e' parlato di problemi di trama: e Fausto ha giustamente puntualizzato che questa non e' cosi' esile. Su cio' ha ragione, ma mi convince solo in parte: sto tentando di capire perche'. Un motivo potrebbe essere una distorsione ottica mia (e forse di altri lettori): l'abitudine a concentrare l'attenzione sui personaggi tradizionalmente piu' importanti (PdP, Topolino, Gamba, i Bassotti), che qui appaiono in ruoli alquanto insoliti e non troppo compatibili con quelli che ritengo i capisaldi della loro psicologia (come avevo gia' argomentato nel mio intervento precedente). Tra l'altro, con questo mezzo Fausto raggiunge un effetto comico, che pero' apprezzo solo parzialmente, in quanto lo percepisco come innaturale e macchinoso (e qui sarebbe interessante riallacciarsi a quanto fatto notare piu' volte da, mi sembra, Zironi, sulla differenza tra "comicita' del sarcasmo" ed altri tipi di umorismo - ma e' un discorso troppo complesso per chiuderlo in un inciso; spero ne riparleremo in un "topic" apposito).
E con l'aggettivo "innaturale" sono forse riuscito a individuare (parte di) quel che cercavo, un difetto che rimprovero al "Doppio fiasco di successo" e alla "Conquista del leone d'oro" (probabilmente anche alla "Sfida velistica", ma mi rendo conto che le mie memorie di quest'ultima sono davvero troppo esili per pronunciarmi). In tutti e due (tre?) i casi, battute umoristiche e gag si incalzano di vignetta in vignetta, al punto, direi, da usurpare un ruolo che non e' loro: non tanto al servizio della trama, ma viceversa. E lasciandomi spesso (sto pensando in particolare ai titoli di film storpiati in "alla conquista del leone d'oro") un senso di "comicita' facile e a basso prezzo", contraria a quella "naturalezza" che piu' stimo ("facile" e "naturale" sono due concetti estremamente diversi: un verso come "Dolce e chiara e' la notte e senza vento" e' perfettamente naturale, ma scriverlo e' tutt'altro che facile).
Non sono del tutto soddisfatto delle mie conclusioni (e sara' percio' doppiamente interessante sentire le vostre reazioni); per chiarire meglio quel che sto cercando di esprimere, concludo con un esempio di storia a mio parere solo in apparenza simile a quelle che critico:
Zio Paperone e i miliardari in vacanza http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1588-A (e per questa non ho problemi a parlare di capolavoro). Anche qui abbiamo un incalzare di gag e battute, che pero' risulta perfettamente funzionale alla trama ed alla caratterizzazione dei personaggi (in particolare d'uno strepitoso Paperino). Sebbene, rileggendo quest'ultima frase, mi venga da chiedermi quanto delle mie reazioni non sia conseguenza del mio essere, semiconsciamente (e solo - spero - in materia Disney), un reazionario viscerale, che guarda come sgradita superfetazione ogni variazione dai fumetti della sua infanzia: nel "Doppio fiasco di successo" la caratterizzazione dei nuovi personaggi che Fausto introduce e' ineccepibile e le mie obiezioni si riferiscono al ruolo dato a quelli classici.
Un ultimo commento: da me non avrei mai colto la citazione dal "Don Giovanni" (il mio grazie a Tottoi). Perle come questa, se non bastano da sole a farmi piacere una storia non apprezzata alla prima lettura (mi chiedo pero' quale sara' la mia reazione rileggendola a lunga distanza), contribuiscono almeno ad accrescere la mia stima (in questo caso gia' alta) per gli autori.
Ma io mi domando e dico...come possiamo pretendere che si vada avanti, se qui al minimo accenno di politically uncorrect, a rimanere disturbati sono proprio gli stessi lettori adulti che si suppone reclamino a gran voce questo tipo di cose?
Visto che Grrodon sembrava riferirsi al mio commento, ci tengo a precisare (come speravo fosse gia' chiaro da quanto avevo scritto): nel dichiararmi inizialmente disturbato dalle ex-mogli intendevo piu' che altro la sorpresa di vedere trattato il tema, vista la tradizionale prudenza Disney in faccende matrimoniali (zii e nipoti, non padri e figli). Allo stesso modo, una ventina d'anni fa ero stato "disturbato" dal comportamento insolito di Topolino in
La "sbandata" di Topolino,
Topolino e il trucco perfetto,
Topolino in: "Ho sposato una strega" e
Topomouche storia di amori e spada - cosa che non mi ha impedito, superato lo stupore, di ricordarle come storie decisamente buone quando non ottime.
E aggiungo che se ho spesso difeso la bonta' delle storie danesi, era in gran parte perche' le vedevo libere da molte delle censure che anemizzavano la produzione italiana.