# 2764Ed eccomi finalmente a spendere i miei due cent sul numero della discordia. E adesso che si è venuto a sapere uno dei possibilissimi motivi per cui il festeggiamento è stato soppresso, non vale neanche la pena di starne troppo a discutere. Rallegriamoci invece per LA storia del numero.
Topolino in L'Ultimo Caso (Faraci/Cavazzano): Non si era mai visto un Tito tanto attento alla continuity, anche se un certo movimento in tal senso si era visto nel suo sequel del Monte Orso e nel Fiume del Tempo, ma qui il tutto è condotto con una minuzia associata ad una leggerezza assai superiore a quella che Don Rosa ha mai infuso nei suoi sequel. C'è armonia in questo tirare in ballo di continuo gli anni 30 senza farsi troppi problemi relativi all'invecchiamento dei personaggi, Tito preferisce considerare ciò che abbiamo visto accadere nelle vecchie storie il vero passato dei personaggi, con una naturalezza e una semplicità che hanno dell'ammirevole. Topolino e Pippo sono diventati davvero amici nel 33, e non ci piove, ma questo non implica che oggi siano dei vecchietti, i personaggi Disney non invecchiano, al massimo ricordano le cose dicendo che sono accadute "tantissimo tempo fa", e se nel frattempo mode e ambientazioni sono cambiati poco importa, basta scherzarci su. E' il motivo per cui preferisco questo suo nuovo approccio alla continuity, rispetto a quello che gli aveva fatto mandare Topolino al college negli anni 70 e gli aveva fatto giustificare i suoi pantaloncini rossi con il troppo caldo.
Cavazzano pure fa un buon lavoro, specie nel mostrare il passato senza attualizzarne lo stile grafico (il Fiume del Tempo aveva questo difetto) anche se viene non poco penalizzato da un'inchiostrazione diversa dal solito, più spessa e grezza, ma forse è un impressione mia. Il lato umoristico viene quasi completamente delegato alla surrealità di Pippo, anche se devo dire di non aver apprezzato troppo il ricorrere nuovamente allo stereotipo del cattivo, vulnerabile in quanto monologante, con gli scagnozzi stupidi, cliché che ormai mostra un po' la corda, e penalizza la rivelazione finale che sennò sarebbe stata più efficace. La storia non batte il Fiume del Tempo, che raccontava un'avventura più epica ed era in due tempi, ma nella sua semplicità quasi epifanica, si colloca nella mia classifica personale subito vicino, in quel podio dai tanti posti in cui si affollano Anderville, Novecento, Un altro Natale sul Monte Orso, Trauma, Sul Filo del Rasoio, Gli Ultimi dell'Anno etc. Quindi in definitiva, no, non ci ha mai abbandonati. E sebbene durante la prima lettura faticassi a trovare il senso di una tale (per quanto piacevolissima) operazione di retcon, è nella tavola finale, magistrale e al livello di quell'altra celebre chiusa con cui ci deliziò dieci anni fa, che questa chicca trova la sua compiutezza. Topolino aveva ragione dunque, quando nel '33 iniziò a prendere le prime cantonate con Pippo, durante la sua primissima indagine come detective. E in fin dei conti non lo si poteva dimostrare se non con un giallo altrettanto umile, che parla del furto di una vecchia auto. Bellissimi a questo proposito i dialoghi, le frasi con cui Topolino definisce sé stesso, è un vecchio amico ormai cresciuto, non invecchiato, solo un pizzico più maturo, malinconico e consapevole. Perchè è la malinconia il filo conduttore di tutto, a cui il solo Pippo sembra essere refrattario. La malinconia e il senso delle cose che passano, che cambiano, o che al massimo si evolvono rimanendo fedeli a sé stesse, un po' come il buon fumetto Disney e i suoi immortali personaggi.
Topolino e la Rapina del Millennio - 3° Puntata (Ziche): Viene messo in pratica il piano, e poco altro. Fa molto ridere l'espressività del Topolino con i sensi di colpa, ma continuo a non vedere il senso dell'opera. Spero che presto la storia salga al livello delle altre saghe zichiane. Intanto però noto che in questa saga manca la strip di inizio episodio, che aveva da sempre contraddistinto gli episodi corti delle altre serie.
Il Grande Viaggio di Paperino e Papernova: Capitolo 3 - Transilvania Terra di Fantasmi (Ambrosio/Dalla Santa): Urgh, ma cosa mi significa questa roba scialba? Bé almeno stavolta sembra di star leggendo una semplicissima brutta storia senza cliché ambrosiani, Papernova a parte. Speriamo che col prossimo numero Papernova cada definitivamente nel limbo, prima di trovarlo tra gli Ultraheroes.
Per il resto una storia di Paperino Paperotto a suo modo toccante, e due storie così nella media ma così nella media che ho letto a volo d'uccello senza neanche provare a capirle. Non penso dovrebbero succedere cose del genere leggendo un fumetto Disney. Una riflessione sulla copertina invece: è già tre numeri che si va al risparmio zoomando vignette interne o riciclando immagini promozionali. Effetto della crisi? E' la nuova regola o cosa?
da
La Tana del Sollazzo