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Topolino 2775

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di Paolo

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Topolino 2775

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Gaston46
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    Re:  Topolino 2775
    Risposta #60: Sabato 31 Gen 2009, 15:16:00
    mah qui quo qua modernizzati non sono poi malaccio..anche se mi mancano le storie dove facevano dei dispetti all'povero zio paperino o quando andavano al campeggio...(ah bei tempi!!) :'(

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      Re:  Topolino 2775
      Risposta #61: Sabato 31 Gen 2009, 15:16:07

      Aridatece QQQ al campeggio, altro che blog!!!

      Certo, pure io preferisco vedere QQQ nei boschi, col Gran Mogol, Alvin, Lardello e compagnia bella, rispetto a: "volete sapere che ha detto il sindaco? Scaricate il file" ma i tempi son cambiati, e, non so perchè, le storie con le GM non si producono più, dunque meglio queste storie con impostazione simile piuttosto che niente,

        Re:  Topolino 2775
        Risposta #62: Sabato 31 Gen 2009, 15:24:56
        Il punto è che ci sarebbe stato bisogno di fare, per i under14, un lungo discorso introduttivo riguardo l'opportunità di fare un articolo per spiegare cosa si intenda nella televisione americana quando si parla di personaggi "heel" (personaggio cattivo e odiato), "cool-heel" (personaggio cattivo ma simpatico, quale appunto il dottor house), "tween" (personaggio buono ma antipatico, es. chase o cuddy), "face" (personaggio buono e simpatico, es. Cameron), eccetera, e in tal modo spiegare le dinamiche della sceneggiatura che hanno reso quella serie un successo. Quindi le critiche possono scaturire dal fatto che si celebra in senso "positivo" un personaggio tv che è più un "hell" che un "face.

        Resto sempre colpito (e lo dico senza ironia alcuna) ogni volta che sento parlare di tecniche di scrittura, teorie e dinamiche della sceneggiatura, composizione del racconto, classificazione e tipologia dei personaggi eccetera. L’idea che si possa costruire un racconto bello, avvincente, divertente (di qualsiasi tipo, dalla narrativa al fumetto al cinema) partendo da norme pre-stabilite e da strutture pre-codificate è semplicemente affascinante.
        Immagino le riunioni tra gli scrittori di una serie TV americana che discutono animatamente, magari litigando e tirandosi le bottiglie in testa, se un certo personaggio sia più heel (ma si dice heel o hell?) o face, se il climax ci vuole qui o lì, dissertazioni sul plot e il sub-plot, dilemmi se la storia verticale non sia troppo orizzontale e se quella orizzontale non sia troppo poco diagonale.
        Spero che l’amico Cold non si arrabbi se lo prendo un po’ in giro. Lo faccio per sdrammatizzare. Mi è capitato proprio questa settimana di incazzarmi di brutto nel corso di una discussione di questo genere. A un certo punto mi sono trovato impantanato in una dissertazione “teorico-tecnica” diventata ben presto del tutto surreale, kafkiana. Risultato: due ore a parlare di niente, senza decidere un fico secco.
        Si dice che la pratica distrugge la grammatica. A volte penso che se la grammatica è troppa ti riesce difficile anche mettere in fila la frase più semplice.
        Per paradossale che possa sembrare, quando si scrive viene prima la pratica e poi la teoria. Per meglio dire: c’è gente in grado di scrivere bene, di costruire bei racconti, senza stare troppo a pensare alle teorie, e c’è chi è solo in grado di teorizzare e di spiegare (confusamente e con grandi paroloni) quello che è stato costruito (bene) da altri.

        PS
        Cold, giuro che non ce l’ho con te. Amici?
        « Ultima modifica: Sabato 31 Gen 2009, 15:26:02 da FV »

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          Re:  Topolino 2775
          Risposta #63: Sabato 31 Gen 2009, 15:27:24

          Certo, pure io preferisco vedere QQQ nei boschi, col Gran Mogol, Alvin, Lardello e compagnia bella, rispetto a: "volete sapere che ha detto il sindaco? Scaricate il file" ma i tempi son cambiati, e, non so perchè, le storie con le GM non si producono più, dunque meglio queste storie con impostazione simile piuttosto che niente,
          Quoto, anche se devo dire che queste storielle (può esserci moolto di meglio) non sono poi così orrende... non mi dispiacciono.
          Mi baso, comunque, su quelle sul sito di Topolino.

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          Carlo Panaro
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            Re:  Topolino 2775
            Risposta #64: Sabato 31 Gen 2009, 16:23:08
            Come mai sulla storia di Ciccio del prossimo numero non sono esposti gli autori? :-?I disegni mi sembrano di Vian, ma lo sceneggiatore?
            Comunque grandissimo numero davvero! Ce ne fossero di così...pieno di storie comiche ben fatte, come piacciono a me. ;D

            Ciao Melus,
            il motivo non so dirtelo, ma posso dirti che la storia di Ciccio è mia e i disegni, se ben ricordo, sono di Marco Palazzi. Ciao  :)

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              Re:  Topolino 2775
              Risposta #65: Sabato 31 Gen 2009, 16:38:51
              (ma si dice heel o hell?) o face,

              certo che tra heel (tallone, tacco) e hell (inferno) un pò di differenza c'è...comunque credo fausto abbia ragione 100%

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              Vito
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                Re:  Topolino 2775
                Risposta #66: Sabato 31 Gen 2009, 17:06:35

                Ciao Melus,
                il motivo non so dirtelo, ma posso dirti che la storia di Ciccio è mia e i disegni, se ben ricordo, sono di Marco Palazzi. Ciao  :)
                Ciao Carlo, non per contraddirti ma se la storia è davvero quella dell'anteprima, i disegni sono di Vian al 100%. ;)

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                  Re:  Topolino 2775
                  Risposta #67: Sabato 31 Gen 2009, 17:06:58

                  Resto sempre colpito (e lo dico senza ironia alcuna) ogni volta che sento parlare di tecniche di scrittura, teorie e dinamiche della sceneggiatura, composizione del racconto, classificazione e tipologia dei personaggi eccetera. L’idea che si possa costruire un racconto bello, avvincente, divertente (di qualsiasi tipo, dalla narrativa al fumetto al cinema) partendo da norme pre-stabilite e da strutture pre-codificate è semplicemente affascinante.
                  Immagino le riunioni tra gli scrittori di una serie TV americana che discutono animatamente, magari litigando e tirandosi le bottiglie in testa, se un certo personaggio sia più heel (ma si dice heel o hell?) o face, se il climax ci vuole qui o lì, dissertazioni sul plot e il sub-plot, dilemmi se la storia verticale non sia troppo orizzontale e se quella orizzontale non sia troppo poco diagonale.

                  Penso che in america le bottiglie volino veramente, anche perchè una trama "sbagliata" o errata in qualche punto provoca sempre discussioni e va a danneggiare la qualità del prodotto finale con risentimento e critica di chi usufruisce il prodotto, sia esso un telefilm o un film o uno spettacolo o un semplice fumetto.

                  Il fatto dei "termini", nasce tutto da quelle comunità di appassionati (n.b. io però NON sono fra quelli) in america e in europa che creano siti e forum dove si discute per giorni e giorni di "wrestling", cioè di certe trame create "ad hoc" da sceneggiatori e che vedono protagonisti "attori" stuntman (n.b. quelli palestrati in mutande che Valenti denigrava su italia1 anni fa) che si atteggiano in modo buono o cattivo (e vengono usati appunto quei termini).  Saprai meglio di me che la cultura americana, nel fare le storie, a volte è molto "semplice". C'è il buono, il cattivo, il buono che diventa cattivo e il cattivo che diventa buono, e tutto il resto: e da lì si parte per fare la trama. E' ovvio che da noi, patria di personaggi come machiavelli e dante e gladstone, termini come "heel" e "face" per indicare le persone amate o odiate dal pubblico ci sembrano alquanto ridicoli.


                  Spero che l’amico Cold non si arrabbi se lo prendo un po’ in giro. Lo faccio per sdrammatizzare. Mi è capitato proprio questa settimana di incazzarmi di brutto nel corso di una discussione di questo genere. A un certo punto mi sono trovato impantanato in una dissertazione “teorico-tecnica” diventata ben presto del tutto surreale, kafkiana. Risultato: due ore a parlare di niente, senza decidere un fico secco.
                  Si dice che la pratica distrugge la grammatica. A volte penso che se la grammatica è troppa ti riesce difficile anche mettere in fila la frase più semplice.
                  Per paradossale che possa sembrare, quando si scrive viene prima la pratica e poi la teoria. Per meglio dire: c’è gente in grado di scrivere bene, di costruire bei racconti, senza stare troppo a pensare alle teorie, e c’è chi è solo in grado di teorizzare e di spiegare (confusamente e con grandi paroloni) quello che è stato costruito (bene) da altri.

                  Mmm... ... allora, il punto è questo: per le sceneggiature è ovvio che non si inventa nulla di sana pianta, e ci sia dietro tanta teoria e tanta esperienza. Chi è sceneggiatore lo saprà ovviamente molto meglio di me di come non ci si inventa una storia per caso, e spesso si devono passare ore e ore a studiare la "teoria" che poi si riducono a tutte quelle cose che fanno si che una persona sia poi abbastanza brava dal poter "inventare" dal nulla trame su trame riuscendo sempre a fare prodotti originali e all'altezza della situazione. Ovviamente magari non si studiano le cose tipiche dell'america tipo i termini che ho citato, ovviamente si studiano ben altre cose magari molto più complesse, prima fra tutte tanta storia del campo di cui si vuole scrivere qualcosa (fumetti storici di grandi autori nel campo dei fumetti, romanzi e trame famose per chi si cimenta nei libri, eccetera).

                  Ovviamente un minimo di teoria è necessaria per poter spiegare il modo in cui si riesce in modo abile a costruire storie che siano apprezzate dal pubblico. Non penso però che tu possa dire "fancubo le teorie, ho inventato le mie migliori sceneggiature e battute di sana pianta, momento per momento" perchè non ti potrei credere: già la tua grande esperienza nel vasto campo dei fumetti penso sia già un bagaglio di teoria che ti consente poi di fare il lavoro giusto nei tempi e nei modi necessari, con ottimi risultati come appunto fatto in questo dr mouse (la critica dove parlavo di heel e face eccetera era dedicata al redazionale che precedeva la storia. Mentre scrivevi a te non ha fatto un pò sensazione scrivere una parodia di un telefilm dove il protagonista prende vicodin come caramelle al fine di pubblicarlo su di un giornale per piccoli?).


                  PS
                  Cold, giuro che non ce l’ho con te. Amici?

                  Certo. Per sicurezza però scusami se ti rubo le chiavi del trattore, non vorrei che mi chiedi di dare una controllata al livello dell'olio e parti all'improvviso :-P

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                    Re:  Topolino 2775
                    Risposta #68: Sabato 31 Gen 2009, 17:18:22
                    Citazione
                    meglio queste storie con impostazione simile piuttosto che niente

                    Perdonami, meglio niente! Già i ragazzini di oggi si rincitrulliscono davanti al pc o a Playstation varie, se poi si incentivano questecattive abitudini anche nelle storie di Topolino stiamo freschi...

                      Re:  Topolino 2775
                      Risposta #69: Sabato 31 Gen 2009, 17:41:55
                      per le sceneggiature è ovvio che non si inventa nulla di sana pianta, e ci sia dietro tanta teoria e tanta esperienza. Chi è sceneggiatore lo saprà ovviamente molto meglio di me di come non ci si inventa una storia per caso, e spesso si devono passare ore e ore a studiare la "teoria" che poi si riducono a tutte quelle cose che fanno si che una persona sia poi abbastanza brava dal poter "inventare" dal nulla trame su trame riuscendo sempre a fare prodotti originali e all'altezza della situazione. Ovviamente magari non si studiano le cose tipiche dell'america tipo i termini che ho citato, ovviamente si studiano ben altre cose magari molto più complesse, prima fra tutte tanta storia del campo di cui si vuole scrivere qualcosa (fumetti storici di grandi autori nel campo dei fumetti, romanzi e trame famose per chi si cimenta nei libri, eccetera).

                      Ovviamente un minimo di teoria è necessaria per poter spiegare il modo in cui si riesce in modo abile a costruire storie che siano apprezzate dal pubblico. Non penso però che tu possa dire "fancubo le teorie, ho inventato le mie migliori sceneggiature e battute di sana pianta, momento per momento" perchè non ti potrei credere: già la tua grande esperienza nel vasto campo dei fumetti penso sia già un bagaglio di teoria che ti consente poi di fare il lavoro giusto nei tempi e nei modi necessari, con ottimi risultati come appunto fatto in questo dr mouse (la critica dove parlavo di heel e face eccetera era dedicata al redazionale che precedeva la storia. Mentre scrivevi a te non ha fatto un pò sensazione scrivere una parodia di un telefilm dove il protagonista prende vicodin come caramelle al fine di pubblicarlo su di un giornale per piccoli?).

                      Quello che posso portare come testimonianza è, ovviamente, solo la mia esperienza personale. So come lavorano alcuni amici-colleghi come Tito e Bruno e ho fatto tesoro dei consigli di persone di straordinaria bravura e intelligenza come Alessandro Sisti, Gianfranco Cordara e Augusto Macchetto, ma poi ciascuno segue la propria strada. Sulla base di questo, non ho difficoltà a dirti che, sì, le mie storie sono nate e nascono “per caso”, di sana pianta, che si costruiscono un po’ da sole, man mano che le scrivo, senza bisogno di “appoggi teorici”. La teoria (che conosco e che ho studiato) mi serve e mi è servita a conferma delle storie che stavo scrivendo, non per farmi venire in mente storie da scrivere. Per usare un’immagine allegorica, ho usato e uso la teoria come la calce che tiene insieme un mattone con un altro. Ma i mattoni li avevo già portati io.
                      A proposito del Dr. Mouse (e proprio perché detesto l’epica leggendaria dell’autore che, curvo sul proprio scrittoio, aspetta per ore e ore che la Musa lo baci, che la Scintilla Magica dell’Ispirazione scocchi e tutte queste fanfaluche) ti dico che l’idea è nata semplicemente dal gioco di parole House-Mouse. Mi faceva ridere. Il resto, è venuto da sé. Ho scritto i soggetti in una giornata e le sceneggiature delle quattro puntate in una settimana scarsa.
                      Spero di non averti deluso e di non aver deluso gli appassionati della scrittura creativa, ma è così che andata. Oserei dire che è così che va.

                      PS
                      Ascolta, l'olio del trattore è a posto. Mi daresti solo una controllatina alle gomme posteriori?

                      *

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                        Re:  Topolino 2775
                        Risposta #70: Domenica 1 Feb 2009, 02:18:43
                        Ben vengano le "tecniche di scrittura, teorie e dinamiche della sceneggiatura, composizione del racconto, classificazione e tipologia dei personaggi eccetera".
                        Ma non mi sembra proprio necessario farne partecipi i lettori di Topolino.
                        Se fosse necessario, infatti, significherebbe che la storia in sè non è comprensibile e godibile, e quindi sarebbe una storia fallita.
                        Come se si dovesse spiegare una barzelletta, prima di raccontarla.
                                 
                        In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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                          Re:  Topolino 2775
                          Risposta #71: Domenica 1 Feb 2009, 10:48:37

                          Quello che posso portare come testimonianza è, ovviamente, solo la mia esperienza personale. So come lavorano alcuni amici-colleghi come Tito e Bruno e ho fatto tesoro dei consigli di persone di straordinaria bravura e intelligenza come Alessandro Sisti, Gianfranco Cordara e Augusto Macchetto, ma poi ciascuno segue la propria strada. Sulla base di questo, non ho difficoltà a dirti che, sì, le mie storie sono nate e nascono “per caso”, di sana pianta, che si costruiscono un po’ da sole, man mano che le scrivo, senza bisogno di “appoggi teorici”. La teoria (che conosco e che ho studiato) mi serve e mi è servita a conferma delle storie che stavo scrivendo, non per farmi venire in mente storie da scrivere. Per usare un’immagine allegorica, ho usato e uso la teoria come la calce che tiene insieme un mattone con un altro. Ma i mattoni li avevo già portati io.
                          A proposito del Dr. Mouse (e proprio perché detesto l’epica leggendaria dell’autore che, curvo sul proprio scrittoio, aspetta per ore e ore che la Musa lo baci, che la Scintilla Magica dell’Ispirazione scocchi e tutte queste fanfaluche) ti dico che l’idea è nata semplicemente dal gioco di parole House-Mouse. Mi faceva ridere. Il resto, è venuto da sé. Ho scritto i soggetti in una giornata e le sceneggiature delle quattro puntate in una settimana scarsa.
                          Spero di non averti deluso e di non aver deluso gli appassionati della scrittura creativa, ma è così che andata. Oserei dire che è così che va.

                          Ok, grazie per la spiegazione :-)



                          PS
                          Ascolta, l'olio del trattore è a posto. Mi daresti solo una controllatina alle gomme posteriori?


                          Gnè gnè, non ci casco. Se permette le offro un caffè con la mia nuova macchina per le transaminasi... :-P

                          *

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                            Re:  Topolino 2775
                            Risposta #72: Lunedì 2 Feb 2009, 11:56:39
                            Mizzeca, hai detto poco... :P

                            Aridatece QQQ al campeggio, altro che blog!!!

                            Sono totalmente in disaccordo. Un fumetto deve (anche) saper parlare dell'oggi, alle persone di oggi e degli strumenti di oggi.

                            Se i bambini di oggi non vanno più (così spesso) in campeggio e non si iscrivono più (così tanti) ai boy scout (o alle GM) potrà essere senz'altro una cosa negativa (non lo nego), ma un giornale a fumetti che non voglia rimanere "del secolo scorso" non può non prenderne atto, e raccontarlo.

                            Se QQQ nelle storie del 2009 non vanno più in campeggio ma tengono un blog è perchè i lettori che si dovrebbero identificare in QQQ fanno la stessa cosa. Noi possiamo darne un giudizio negativo, ma sarebbe sbagliato imho pretendere che nelle storie di Topolino si "congeli il tempo", offrendo così una consolatoria visione a noi grandi di un mondo che non esiste più ma perdendo completamente il contatto con la realtà attuale.

                            Allora, a questo punto, per essere coerenti chiediamo alla Disney di non fare la parodia del "moderno e diseducativo" Dr. House ma quella del Conte di Montecristo... arridatece Belfagor e Il segno del comando! :P


                            ps: grazie a FV ed a Cold per l'interessante lettura sulle tecniche di narrazione, ignoravo l'uso di termini come "heel" e "face", è stato molto istruttivo leggervi.

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                              Re:  Topolino 2775
                              Risposta #73: Lunedì 2 Feb 2009, 14:01:23


                              Allora, a questo punto, per essere coerenti chiediamo alla Disney di non fare la parodia del "moderno e diseducativo" Dr. House ma quella del Conte di Montecristo... arridatece Belfagor e Il segno del comando! :P
                              .

                              MAGARI! (anche se in edizione ridotta, mi sa che la compriamo solo io, Brigitta e Ziopaperone.... ;))

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                                Re:  Topolino 2775
                                Risposta #74: Lunedì 2 Feb 2009, 14:18:47
                                Sono totalmente in disaccordo. Un fumetto deve (anche) saper parlare dell'oggi, alle persone di oggi e degli strumenti di oggi.
                                Ah sì certo, perchè fare storie basate su un blog dove ogni vignetta sembra una finestra di Windows e basarsi esclusivamente su playstation e web-cam significa attualizzare le storie al giorno d'oggi.
                                Ma per favore. Topolino è giusto che stia al passo con i tempi, nelle storie vediamo continuamente computer e cellulari, e qual è il problema?
                                Sono le storie chattose del Q-Blog che trovo eccessivamente moderniste, e poi perchè parli dei boy-scout che non sembrano esserci più? Secondo te questo è un motivo per smettere di insegnare ai bambini quanto sia bello uscire fuori e fare campeggio, o giocare ai pirati in giardino, piuttosto che mettersi ad aprire un blog su Internet (che poi volendo vedere la cosa da un punto di vista educativo QQQ sarebbero pure piccoli per stare a navigare così in rete, ma qui non vorrei entrare nel bigottismo)?
                                Secondo te è essere all'antica vedere storie delle GM? Negli anni '50 c'erano, negli anni '60 pure, nei '70 idem, negli '80 ancora, nei '90 again, e adesso perchè non dovrebbero? Di bambini che vivono tutt'oggi avventure esplorando e tralasciando tv e web-cam ce ne sono eccome...

                                Smettiamola con questo finto modernismo, questo voler a tutti i costi essere attuali descrivendo questi buoni valori come roba antica, che non è proprio il caso, guarda. E ti parlo io che ho 19 anni e ci sono stato dentro fino al collo con la generazione passata a giocare alla playstation.

                                Allora sì ok, la 313 di Paperino è troppo antiquata dai, al giorno d'oggi quante macchine vediamo così? Suvvia non ce ne sono più, non siamo così antichi, diamo a Paperino una bella fuoriserie.... :-X
                                « Ultima modifica: Lunedì 2 Feb 2009, 14:35:15 da Dollarone_89 »

                                 

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