Mi aggiungo alla lista dei disgustati dai papergreci, l'ho letta proprio stamattina in bagno (quale posto più adatto? ), il bello è che nella vignetta della didascalia non ci sono nemmeno paperi ma i classici cani antropomorfi e sorvoliamo su paperzeus e tante altre corbellerie che potrei aspettarmi da un badino ma non da uno come panaro che almeno grazie almestiere dovrebbe evitare certe banalità. per il resto la storia è carina anche se boh, forse per chiudere l'albo sarebbe stato meglio qualcosa di più importante.
Ciao piccolobush,
ho preso nota del disappunto generale per i "PaperGreci" e vedrò di non riproporre più termini del genere.
Vorrei, però, spiegare a te ed a tutti quelli che hanno considerato questa (e particolari simili tipo Paperon-Zeus) una caduta di stile, il mio punto di vista. la mitologia greca, benchè sia un racconto fantasioso, cita esplicitamente e dettagliatamente i nomi degli dei e di altri personaggi. Se avessi parlato di
Ermes, state certi che avrei collocato la vicenda all'epoca
dell'antica Grecia, ma , in questo caso, si tratta di un "oco", cioè
Ciccio-Ermes e la storia non poteva, a mio parere, essere ambientata nell'epoca dei "veri Greci", ma in una sorta di universo parallelo in versione paperesca.
Insomma, così come i paperi vivono a Paperopoli, nella Calidornia e non nella California, gli "dei paperi" vivono nella "paperGrecia". Ho voluto, in pratica, evitare una confusione tra la mitologia vera e quella dei paperi, creando un universo adeguato.
D'altra parte, alcuni anni fa, ho scritto "Topolino e la cetra di Orfeo" che, trattandosi proprio del personaggio mitologico, non ho certo trasformato in Topo-Orfeo!
In sintesi, il percorso mentale che ho seguito è lo stesso delle parodie e questa lo è in chiave mitologica. Per esempio, "Ernesto" (nella mia parodia dell'opera di Oscar Wilde) diventa "Papernesto" e così via. Qui i Greci (con la loro ben strutturata mitologia) diventano PaperGreci con un Ciccio Ermes ed un Paperone Zeus
parodiati rispetto ad Ermes e Zeus "veri".