Devo ancora leggere il tutto. Mi è appena arrivato. Comunque in un editoriale si legge: "Su questo numero di Topolino troverete tre storie ispirate ad alcune trasmissioni televisive. Soprattutto Quiz."
P.S. Con tutti questi riferimenti alla TV, non vi manca l'ormai tradizionale storia dedicata al Festival di San Remo?
In effetti l'unica lamentela che ho da fare su questo numero (letto tutto oggi) è questo eccessivo ricorso alla trasmissione televisiva come spunto per la storia. Ultimamente il fumetto Disney sta parlando un po' troppo di medium diversi dal fumetto, il che potrebbe essere interpretato come un'ammissione di sudditanza e di sconfitta, almeno parziale, verso ciò che veramente attira le attenzioni nazionali, in qualsiasi fascia d'età.
La fortuna è che la qualità delle storie non manca. Quella coi Bassotti è una bella prova di Sarda, vagamente e forse volutamente reminiscente della celebre
Botte o risposte? (il che potrebbe fare la felicità dei fan irriducibili del
Topolino antico). Bello anche il finale, oltre che la conduzione della storia che induce a tifare sinceramente per i Bassotti, questa volta non rinchiusi nel ruolo di macchiette incapaci oltre che sfigate.
Dr. Mouse si chiude, come immaginavo, in modo imprevedibile. Diluvio di gag e battute spiazzanti, finale... da vedere, semplicemente.
La storia "televisiva" di Trudy & Gamba può sembrare banale, ma fa riflettere su cosa è diventata certa televisione. Se letta superficialmente, non piacerà, ma leggendo un po' tra le righe si intuisce un po' di satira; molto bella anche la scena "dall'altra parte del video". Mazzarello con questa storia farà senz'altro dimenticare cupole, regine, giaguari e copertine di qualche settimana fa.
Le ultime
Pillole di Pico (non solo quest'episodio), mi si permetta, hanno qualche vignetta qua e là il cui effetto comico, se è ricercato, è difficilmente percepibile. Non capisco se sia per errata interpretazione dei disegnatori o perché ho io qualche difficoltà a capire le battute (la seconda vignetta non capisco molto bene che cosa volesse dire). Gottardo continua a piacermi più di molti illustratori più recenti.
La storia di Manetta non è niente di mai visto, ma brutta no. Il suo problema è quello di telefonare il finale praticamente all'inizio della storia (difetto comune anche a molte storie "gialle" recenti, dove la fisionomia del colpevole in ombra è sempre troppo chiara per essere equivocabile). Mi piacerebbe che la Uggetti recuperasse quel bel tratto morbido e dettagliato che aveva ai tempi del primo Indiana Pipps: quello attuale è povero, spigoloso, un po' "tiramollesco" e i colori non lo aiutano. Ma ovviamente ciascuno disegna come sa e può.
La storia di Gilbert e Fecchi è veramente... bella. Fecchi è un interprete magnifico e in questa storia c'è qualcosa del tratto esagerato e caricaturale del folle Andersen. Lo svolgimento della storia e il finale sono meno scontati di quanto si possa supporre. Una delle migliori storie d'importazione viste da quando sono state reintrodotte, sicuramente una che mi ricorderò.
Ancora menzioni dovute alla Ziche, spassosa, e a un Soffritti che prosegue con le strip scatologiche :o