Vediamo questo numero carnevalesco:
I Bassotti e gli insoliti ignoti: nonostante fossi partito un tantino prevenuto nei confronti di questa storia per via del fatto fosse ispirata ad un programma televisiva a lettura ultimata mi sono dovuto ricredere per via della gradevolezza del soggetto. Certo non sarà una storia particolarmente ricordata, tuttavia ha la proprietà di farsi leggere facilmente e con piacere, donando in una rara occasione ai Bassotti un certo ingegno e un’inventiva che anni e anni di storielline fuffa avevano tolto loro. Il clichè del regista cretino che non capisce nulla è alla fine un po’ troppo abusato, ma insomma, non pesa neanche troppo. Magnifici i disegni di De Lorenzi, che riesce unire in un unico stile grande modernità e morbidezza di tratto.
Dr. Mouse (ep. 4 ): si conclude degnamente la saga di Vitaliano, continuando a sommergerci di gag e battute da crepapelle ad ogni piè sospinto. Forse questa puntata finale non porta poi molta novità nell’affresco che l’intera saga aveva delineato però si conclude alla grande per quello che questa storia vuole essere: una parodia, molto ben riuscita, di un telefilm che in luogo di una trama complessa si abbandona, giustamente, a battute a non finire. Fantastiche le continue frecciatine ai Cesaroni e il finale in stile Lost!
Trudy, Gambadilegno e il programma criminale: storia che vuole essere un riempitivo e nell’ottemperare a questo scopo riesce bene. Interessante la rivisitazione del personaggio di Trudy in chiave televisiva, abbastanza originale. Non male i disegni di Mazzarello, anche se alla fine dedicati alla storia peggiore del numero.
Pillole di Pico – Le esplorazioni geografiche: continua la serie di Bosco, illustrata stavolta dall’eclettico Gottardo, con un episodio di qualità sotto la media. Filler.
Manetta e la sostituzione perfetta: sinceramente poco da dire su questa storia, terza d’una serie di riempitivi non proprio magnifici. Semplice storiellina che si basa sul ritmo delle gag e poco più. Indigesti (per me chiaramente) i disegni della Uggetti, che proprio non mi piacciono.
Paperino aviatore sognatore: come molte delle storie che la precedono, anche questa straniera è di successo e sicuramente alza la qualità di un numero che escluso le prime due storie non aveva molto da dire. Il soggetto, dal sapore tipicamente barksiano (o almeno questa è la mia impressione), prende dall’inizio alla fine grazie ad un carattere parecchio dinamico, divertente, incalzante. Magnifica la resa caratteriale di Paperino e di un Gastone più bastardo che mai. E proprio questo Gastone non fa che rendere ancora più felici per il successo finale (e meritato) di Paperino. Ho letto la parola fine con il sorriso sulle labbra e se questo è indice di buone storie, questa lo è sicuramente. Eccellenti i disegni di Fecchi, ormai garanzia di qualità. Se volesse fare una capatina qui in Italia…
Encomio speciale al Che Aria Tira…, dotato di caustica ironia!