Vediamo un po’ questo interessante numero:
Topolino e il signore dei pupazzi: torna il mitico Castellan ad indorare le pagine del Topo e lo fa con una storia molto particolare quanto surreale. Molti diranno di essere delusi da questa prova di Casty ma io non sono dello stesso parere. Perché la storia è davvero ottima, originale, lunga quanto basta, persino intricata. E poi la trama è magnificamente surreale come già altre volte Casty ci aveva mostrato. L’attesa non aiuta a dare un giudizio obbiettivo su questa storia, però ce la si mette tutta. E io mi trovo completamente soddisfatto di questa bella storia di Casty, non un capolavoro, forse nemmeno al livello della Jellamolecola, ma gradevole e piacevole, in cui si respira la tipica aria di Casty, quel profumo old-style, quell’odore di cose buone. Non male i disegni di De Vita che ben si adattano alla sceneggiatura, ma Casty avrebbe fatto meglio… Migliore del numero.
Paperino in… L’invasione corre sul web: poco più lunga di un riempitivo per poter essere definita tale, tuttavia la consistenza non è molto diversa. Anzi sa tanto di storiella educativa di cui condivide la trama spesso noiosa e poco digeribile. Non una storia illeggibile, tuttavia i continui riferimenti messi tutti dentro a forza alla tecnologia scocciano non poco per non parlare di una trama un po’ troppo assurda e irreale. Nessun entusiasmo. Niente male però i disegni di Mazzarello, soprattutto per Pennino.
Le mie prigioni – Cella, dolce cella…: se tutti i riempitivi fossero così ci sarebbe un Topo migliore. Inutile dire che alla sceneggiatura c’è un certo Marconi. Un concentrato di umorismo e di situazioni comiche in crescendo fino al finale simpaticissimo. Non proprio alla grande i disegni di D’Ippolito che se la cava meglio coi paperi che con i Topi.
Sarà capitato anche a voi – Dal dentista: altro filler umoristico fantastico, vera condensa che in sole 6 striminzite tavole fa sorridere come poche. Impagabile la vignetta finale con Topolino nascosto dietro il divano!
Ottoperotto modello perfetto: bah. Potrei fermarmi qui, tuttavia è giusto dare un giudizio completo. Storia scialba senza mordente che si fa leggere a fatica, poca originalità, Bassotti macchiette, finale scontato. La prima apparizione di Seregni sul Topo con Paperinik fu buona questa estate ma ora il livello si è molto abbassato. Peccato. Nella media i disegni di Held.
Zio Paperone e il giardino delle mille ricchezze: ed ecco che ci riprova l’inossidabile Carlo Panaro con una storia che sembra presa dal repertorio di Cimino, a partire dalla vignettona quadrupla iniziale per arrivare al mezzo cingolato e molto astruso usato per giungere nel luogo del tesoro. Non male il recupero di Intellettuale-176 come anche di tutto il pretesto per giungere al luogo del tesoro. Semplice quanto prevedibile la cattura dei Bassotti, ma si passa sopra. Quello che mi è dispiaciuto di più è stata l’eccessiva brevità che costringe ad un finale troppo sbrigativo. Un maggior numero di tavole avrebbe giovato di certo alla trama aggiungendo così una caccia al tesoro vera e propria, ma tant’è. Magari si sarebbero potute ricavare le pagine eliminando la storia precedente… Interessanti i disegni di Mazzon, se non fosse per quelle lingue un po’ troppo sporgenti che spesso danno fastidio. Seconda storia del numero.
Encomio speciale alla copertina, vero capolavoro grafico di Casty, oltre che istantanea eccellente. Fossero tutte così…