Oh il numero del sessantennale, che festeggia Disneyland. Mi sfugge il nesso tuttavia ha grattato l'argentatura della copertina, incurante dei dilemmi nerd che alcuni si sono posti sulla conservazione dell'albo. Del resto Topolino è pieno di storie schifezza che rovinano molto di più l'insieme piuttosto che un'argentatura grattata, e questo ne fa un fumetto molto poco da collezione. Ad ogni modo non ho vinto.
Ricordo il numero del cinquantennale, gran figata, con dentro tutte le storie più belle decennio per decennio. Un vero capolavoro. Quest'anno niente di tutto ciò, ma comunque un buon numero, che per la prima volta punta tutto sulla qualità media. Infatti ci sono ben due storie che costituiscono un motivo d'acquisto, cosa rara per un settimanale che se va bene ne presenta una.
Topolino e il Dilemma Parabolico (Enna/Cavazzano): Oh bene, Enna alle prese con Topolino dopo un sacco di tempo in cui si era dedicato a streghette e Paperini Paperotti. E se la cava molto bene! Il suo Pippo è davvero strepitoso, poetico e semplice come non mai, buono anche il suo Topolino. Un po' meno buono il suo Macchia, che perde uno zinzino del fascino accumulato negli ultimi anni, ma ottimi i suoi Basettoni e Manetta, umani come non mai. La trama in sé è abbastanza prevedibile, ma lo svolgimento è davvero molto buono, si respira un profumo di bella storia e Cavazzano fa il suo dovere. Insomma bravi Bruno e Giorgio, pienamente soddisfatto.
Paperino, Amelia e il Mitico Numero Uno (Sarda/Dalla Santa): Sarda è poco ispirato ultimamente ma questa storiella celebrativa in fin dei conti è graziosa. Non sembra poi troppo forzato il pretesto per inserire Amelia, i giochi di parole sul numero Uno e via dicendo. Però mi è sorto il dubbio che sia cambiato qualcosa dai vecchi tempi, in cui veniva fatto riferimento al nome del giornale Topolino all'interno delle stesse storie celebrative. Ricordo ancora i tempi di Topolino 2000 in cui le storie celebrative spopolavano e mi chiedo se fra un paio di centinaia di numeri l'evento si replicherà.
Ciccio e i Sogni da Guardia (Ambrosio/O.Panaro): Ok, Ciccio che sogna di catturare i Bassotti e lo fa veramente. E' il tipo di cosa che avremmo volentieri ignorato e criticato se fosse uscita dalle mani di un altro autore ma visto che si tratta di Ambrosio e che è già la sua seconda storia di fila priva di ambrosiate fingiamo di apprezzare e diciamo "c-c-continua così, Stefano *glom*".
Doubleduck - Souvenir De Paris (Bosco/Mangiatordi): Che figata Doubleduck! E' proprio memore di Pk lo schema libero delle vignette, il registro narrativo più alto e l'impostazione generale. Mangiatordi fa poi un lavoro di mimesi pazzesco mettendo in scena una K-Kay che è praticamente identica a Korinna Ducklair. E questo fa nostalgia, oltre a spingersi ad interrogarsi se davvero non sia il caso, se la resa è questa, di completare la Saga di Pk sul settimanale. Veniamo poi alla storia in sé che è la seconda "autoconclusiva" dopo Prima della Prima. Anche se autoconclusiva non è affatto, visto il potente cliffangherone finale, e i nuovi dubbi sollevati dalle intenzioni della papera sovracitata. Inoltre viene lasciato intendere che il buco di tre giorni da cui prese il via la serie va chiarito il prima possibile, mentre viene fatta retcon per quanto riguarda il faccia a faccia tra Paperino e il capo al termine della mini di quattro. Viene infatti detto che quel "t-tu?" era riferito alla segretaria entrata per sbaglio, ma rimane in piedi il fatto che Paperino SA chi sia il capo. Ottimi elementi che incuriosiscono quel tanto che basta per aspettare la prossima puntata. Rimango però un po' deluso dalla sostanza. E' bello giocare a fare i Pk, con la continuity, i misteri e via dicendo ma trovo che sia ormai logoro il meccanismo dei voltafaccia. L'abbiamo già visto nella serie di quattro e torna qui adesso: per tutta la durata della storia i buoni e i cattivi si scambiano di posto ritrattando quanto appena visto, come se facessero un balletto. Prima che la cosa venga a noia e l'unico motivo d'interesse sia provare a indovinare quale sia lo status quo "definitivo" per ogni capitolo gradirei che un minimo di sostanza, di idee, di trama venisse fuori. Perché a mettersi una maschera siamo buoni tutti, ma se Pk si è iscritto nella Storia del fumetto Disney un motivo ci sarà.