E così, dopo un anno denso di delusioni, sorprese, festeggiamenti e vignette, eccoci arrivati al #2784 di TOPOLINO LIBRETTO, che celebra degnamente i 60 anni del giornale disneyano più importante d'Italia. In copertina troviamo, oltre a un gruppo di personaggi ben gestito da Gervasio, una sorta di zona da grattare, con la possibilità di vincere un viaggio a Disneyland... niente paura, non dovrete correre a rovinare i vostri adorati albi: basterà avvicinare il retro dell'adesivo a una lampada accesa, e la scritta sarà visibile. Ovviamente non ho vinto io...
Aprono il numero un fiacco CHE ARIA TIRA A... TOPOLINIA! e un editoriale della De Poli, seguiti a ruota dalla prima, ottima storia vera e propria: TOPOLINO E IL DILEMMA PARABOLICO, scritta da Bruno Enna, è davvero superlativa, sebbene presenti la mancanza di una trama vera e propria: infatti gran parte della storia si basa sulle gags e lo svolgimento vero e proprio è molto esile. Tuttavia ci sono alcuni particolari che rendono assolutamente sorvolabile questo dettaglio: per una volta Macchia Nera è davvero malvagio e, cosa che più lo caratterizza, è scaltro, perfidamente astuto. Inoltre, durante il suo travestimento come professor Trullaby è irriconoscibile, sebbene questo trucco sia ultimamente abusato sia da Gambadilegno che dai Bassotti. Topolino, poi, è semplicemente ridicolo con le supercuffie, e Pippo è ben caratterizzato. Se poi aggiungiamo che la storia è stata disegnata nientedimeno che da Giorgio Cavazzano, allora sì che diventa superlativa! Le linee calme, curve, piatte messe in scena dall'autore lo rendono uno dei migliori disegnatori attuale, e l'ottima grafica di questa vicenda non fa eccezione. Notiamo anche ispirazioni scarpiane (Orazio). Unica nota stonata è Macchia Nera, che mi sarebbe piaciuto vedere in mantellina e non in borghese; è piuttosto fastidioso vederlo minacciare il topo a viso aperto, ma è un dettaglio perdonabile.
Dopo un breve ed essenziale articoletto di Ambrosio sulle origini di TOPOLINO LIBRETTO, ci troviamo di fronte alla prima vera e propria storia celebrativa del numero: PAPERINO, AMELIA E IL MITICO NUMERO UNO, scritta da un ispirato Bruno Sarda. Nonostante il titolo possa ingannare l'incauto lettore, non si parla per l'ennesima volta delle solite battaglie fra Paperone e Amelia, bensì del mitico primo numero tascabile del nostro giornaletto preferito. Che dire, storia ben ritmata e ottimamente organizzata, con insolite alleanze (Paperino, Paperoga e Amelia) e nuovi nemici (Astolfa). Si approfondiscono le origini di Amelia come fattucchiera e anche i suoi lati positivi, che le porta ad avere un'amicizia con i paperi già sviluppata nella danese DONALD DUCK - THE ONION ROSE (2003), di Janet Gilbert e Francisco Rodriguez Peinado, da noi su MEGA 3000 #576 come AMELIA ALL'OPERA - LA ROSA CIPOLLINA, rimontata. Ritornando alla storia di Sarda... è una buona avventura, non eccellente, però c'è una trama ben solida, una buona dose di umorismo (l'incantesimo di Amelia su Astolfa) e anche una presa in giro ai falsi collezionisti (le innumerevoli copie del giornale). Giuseppe Dalla Santa ai disegni è una bella sorpresa che conferma la mia ottima opinione sull'avventura. Troviamo anche, a pagina 65, una citazione alla saga dei milioni di Vitaliano, in un quadro con in bella vista la scritta "Il mio primo milione".
Segue un redazionale di Silvia Banfi sul megasondaggio in corso durante i presenti mesi, dopodiché si entra nella terza storia del numero: Ambrosio ci regala la divertente e surreale CICCIO E I SOGNI DA GUARDIA, breve storiella in cui Ciccio è, seppur inconsapevolmente, alle prese con i Bassotti. Efficace dimostrazione di come il Ciccio che tutti conosciamo possa essere utilizzato senza annoiare e soprattutto senza snaturare il character; qui infatti non è Ciccio, ma la sua coscienza, a muovere il tutto. Gradevoli i disegni di Ottavio Panaro.
Continua la saga di DOUBLEDUCK con l'episodio SOUVENIR DE PARIS, scritto da Marco Bosco. Fantastico, è l'unica parola adatta: in una vicenda dal ritmo incalzante, mai statico, che arriva a smentire persino quanto detto nella saga originale, troviamo tutti gli elementi che caratterizzano la serie in una superlativa miscela di azione e quotidianità che, però, non sfocia mai nell'umorismo come invece accadeva nelle puntate realizzate da Vitaliano. Oltre ai colori, questa volta non accreditati a Max Monteduro, troviamo anche diversi elementi che testimoniano il target più adulto della serie. Tra l'altro qui i primi tre giorni di Donald all'agenzia, che nella prima serie erano dati ormai per inutili, vengono riportati a galla e hanno un ruolo fondamentale. Originali e motivate le vignette monocolore abbondantemente utilizzate. Tocca a Vitale Mangiatordi, questa volta, l'arduo compito della grafica, e in effetti credo che, anche più di Cavazzano, il presente autore sia il più adatto a questa tipologia di storie: scenari mozzafiato, personaggi espressivi, papere seducenti e minacciosi antagonisti. A quanto pare DD è una vera soddisfazione per chi, come me, è abituato a gustare, a fatica, le classiche brevi a gags che lo vedono protagonista. Ottimo, si continui così. Bel numero, dunque, che si conclude con una simpatica tavola di Tosolini sulla pesca, SENZA MERENDA!, comunque situazione già vista all'interno delle avventure del paperotto.
http://disneyapalate.over-blog.net/article-29880395.html