Ehm.
Q-Galaxy - Missione: Orda Nera (Ambrosio/Di Lorenzi): Ci sarebbero stati tanti tantissimi modi per iniziare questa recensione, tipo "questa roba fa schifo al cazzo", e stavo appunto per scrivere questo quando mi si linka l'intervista ad Ambrosio sul sito di Topolino. E vedo questo uomo, perchè di questo si tratta dopotutto, parlare con una malcelata contentezza di questa che a parer suo è una bella serie per il nostro giornalino, dilungandosi nei particolari quali il nome di Totonnus o la ripresa di Zipp. E allora ogni mia sicurezza s'incrina. Possibile che non sia almeno un pelettino in malafede un uomo che ha preso un'ipotetica bella carriera di sceneggiatore Disney e l'ha votata interamente a tutto ciò che costituisce la nemesi del buon fumetto Disneyano? O del buon fumetto in genere? Possibile, forse anche probabile. Forse sono io che mi sbaglio, forse sono io che non ci ho mai capito veramente nulla. Ci si è sempre lamentati di Ambrosio perché operava riscritture e reboot su personaggi e storie già esistenti, perché faceva sfoggio nelle sue storie di elementi messi unicamente per acchiappare un certo target, perché aveva carta bianca totale e si poteva permettere questo e quello nonostante avesse dato più volte prova di non saper costruire veramente una trama, perché oltre a tutto questo aveva un certo gusto per la scoppiazzatura travestita da citazione. Insomma Ambrosio era quello delle frittolate, delle grossolanità, dei modernismi fini a sé stessi, di Papernova, dell'Amuletofonino e di Pk-Frittole. Però qua e là scattava sempre la difesa, opinando che ripulito da queste fissazioni l'autore avesse comunque qualcosa da dire, e magari lo si incoraggiava quando partoriva delle semplici brutte storie che apparissero però vagamente "normali". Poi ecco che arriva il Q-galaxy dove Ambrosio prende questi difetti, li eleva al quadrato e li unisce per formare una storia, senza NIENT'ALTRO, come se non solo fossero perfettamente tollerabili, ma bastanti a formare una storia. Anzi una saga intera. Da oggi abbiamo i Power Ranger su Topolino e la reda passa una cosa del genere, anzi non solo, viene dedicata la copertina e la De Poli ci scrive l'editoriale, se ne deduce che la cosa perlomeno ufficialmente piace. Passando alle considerazioni sulla storia in sé: la premessa di fondo è una porcata. Un corpo speciale formato da bambini dovrebbe avere come minimo una giustificazione migliore, invece la cosa non viene nemmeno spiegata, ma forse è meglio così. Si passa poi alla sincope della prof con tanto di battute che sfoggiano un politically uncorrect inserito a forza, il frittolamento di Zipp (non era certo un gran personaggio da recuperare, quindi non vedo perché farlo, né perché frittolarlo, forse per accattivare qualche vecchione? Non sa Ambrosio cosa i vecchioni pensano delle sue storie? Non è che in realtà sono recuperi che fa per sé stesso?), lo sfoggio della QSP, la splash-page con gli urli di battaglia e la trasformazione, lo scienziato pazzo che dice "siiiiii" e poi il punto peggiore che dà davvero i brividi e cioè la sequenza sul pianeta Sogliolix con la gara di limbo e la caramella effervescente. Bambinata fino alla fine, quindi, che manda definitivamente a puttane un qualsiasi spiraglio di bontà, e in questo Di Lorenzi sembra buttare tutto volutamente in vacca, tratteggiando i pescioni in un modo che dire irritante è dir poco. Questo è il nuovo Topolino, insomma, figlio di una politica di compromesso che ogni tanto porta del buono (i vari Faraci, Enna, Faccini) ma che nel far questo non riesce a scrollarsi di dosso la mediocrità e la puzza di marketing che come un cancro stanno infestando il mondo Disney dai tempi della fine di Pk. Per questo non ho buone aspettative e non vedo troppo di buon'occhio questa nuova gestione, che ogni tanto sa anche darci il contentino ma che nella lunga distanza dimostra sempre di più di come l'apocalisse del nuovo millennio abbia letteralmente azzerato la cultura fumettistica che poteva esistere ai tempi dell'Accademia Disney di Carpi. I geni che fecero grande Pk ora vagano come raminghi qua e là elargendo singole perle che mai e poi mai formeranno collane regali come in quei tempi. Perchè quella Cultura non può continuare a sopravvivere attraverso casi isolati, ma andrebbe alimentata con quella stessa coesione e fermento creativo che resero possibili quei grandi capolavori visti alla fine dello scorso millennio. Mentre invece questa roba di Ambrosio fa proprio schifo al cazzo.
Pippo Desert Ranger (De Vita): Wow! Dopo tanto marketing ecco una cosa spontanea e semplice: la storia cartone animato. De Vita è un figo, oltre a dimostrare di saper muovere ottimamente Pippo realizza un perfetto How To su carta. Ho apprezzato un po' meno la svolta Warner che ha dopo la storia, e avrei preferito che si rimanesse alle didascalie Disney ma nel complesso abbiamo un'ottima storia. Un gioiellino che ci ripaga della sofferenza ambrosiana.
Inoltre una storia di Cimino e una danese corale con Paperi e Topi insieme. Fecchi fa del suo meglio specialmente con i Topi che gli riescono molto meglio dei paperi, ma la trama è abbastanza insensata e rende ad occhi poco abituati ancor meno integrabili i due mondi disneyani.