Quello che
a me inquieta è che il primo episodio di Q-Galaxy è,
per quanto mi riguarda, considerabile come un'accozzaglia poco omogenea di più o meno qualsiasi cosa possa vagamente orbitare nella sfera d'interesse di un bimbo delle elementari-medie: Star Wars (praticamente mezza storia è Episodio II ricalcato), discoteca, Power Rangers, videogiochi, robottoni. E' come se Ambrosio volesse insegnare ai bambini il concetto stesso di "citazione", infilando a ogni pagina, che dico, ogni vignetta qualcosa che ricordi qualcos'altro, ma in modo assolutamente fine a sé stesso: non importa che serva alla storia, basta che accenda una lampadina, che faccia dire "Ehi! Ma questo è come quell'altro che guardo/gioco/sento tutti i giorni! ke fiko, topolno skrive le storie ispiradnosi a kuello ke piace a me!!!" (sì, perché se leggete la posta saprete che ogni tanto spunta fuori un lettore che crede che le storie le scriva e le disegni Topolino, lui in persona)
Onestamente, era indispensabile introdurre la QSP con
quel nome e
quell'aspetto? Ha un senso infilare un vegetale coi baffetti e fargli dire, senza senso, senza scopo, senza ritmo, "Viva la revoluciòn"? C'è un motivo valido per ripescare un personaggio più arcaico che antico, che conoscevano in pochi proprio perché non c'era motivo di conoscerlo, e infilarlo totalmente aggratis in questa storia invece di inventarne uno ex novo, che avrebbe svolto la stessa funzione con lo stesso aspetto e gli stessi dialoghi MA non avrebbe permesso di riempire un box (e quindi mezza pagina) con la sua "storia", consentendo al suo "nuovo autore" di fare la figura del connoisseur?
Secondo me questo Q-Galaxy manca totalmente di ritmo e di impostazione. Che la storia inizi così, con i tre già eletti nel loro ruolo, senza motivi, senza una introduzione, senza giustificazione, è già di per sé una sorta di strizzata d'occhio a PK3, a beneficio di nessuno. Le prime pagine creano così tanta confusione che ho dovuto leggere la storia una seconda volta per capire che cosa stesse succedendo, grazie alla poderosa alchimia di battute (non umoristiche) a raffica, triade di insulti della regina + passaggio dimensionale dove poco mi sorprenderei se incontrasse la mega mater nonmiricordocomesichiama dell'ultimo WOM, scenetta scolastica con one-liners umilianti per ragazzi in gamba come QQQ (e si dà a intendere che Qua sia stato ripreso più volte per uso del cellulare in classe! Ma...), casino totale con maestra che sviene + occhialuto che pronuncia la parola "sincope", e qui perché non c'è la didascalia, se la scorsa settimana avevano dovuto spiegare Gutenberg? Forse che tutti i bambini under 10 conoscono il significato della parola "sincope"? E anche se fosse, la scena non è... come dire... di cattivo gusto? Così come lo è la terrificante battuta di chiusura dell'episodio?
E' anche da prevedere, visto il pasticcio successo nella scuola, un'evoluzione del tipo "giovani supereroi con superproblemi", tanto per metterci in mezzo anche Witch (che c'è già, del resto, grazie ai costumini dei tre eroi galattici) e strizzare l'occhio a lettori più grandicelli e svezzati, che naturalmente vorrebbero leggere tutt'altro
Sono semplicemente troppo vecchio per apprezzare questa storia? Può darsi, e questo è l'unico dubbio che mi impedisce di dichiarare questo primo Q-Galaxy una schifezza da gran premio, anche se sono sempre stato convinto che una buona storia non può essere "vietata ai maggiori".
Personalmente, se non ci fosse già
La banana antimerenda, la metterei al primo posto nella classifica del peggio visto su
Topolino nel 2009. Invece è al secondo
Cioè dai, al confronto di questo, WOM (le due decalogie) era davvero un capolavoro!
PS: non sono di quelli che odiano le storie di Ambrosio a priori, e non mi dispiacciono le storie per i più piccoli (ma questa settimana c'è anche un Cimino che elargisce lezioni di vita, farei notare, e non credo che sia dedicato agli over 18). C'è però una distinzione tra una storia per bambini
ben scritta e un polpettone indigeribile ripieno di molte, troppe idee altrui e privo di una solida, unitaria idea alle spalle. E questa storia,
per me, rientra nella seconda descrizione.