Un numero sensazionale. A parte una danese alquanto loffia, e una pillola di Pico boschiana, il numero presenta Doubleduck, Faccini, e soprattutto un Casty in stato di grazia che sforna un piccolo capolavoro.
Topolino e le Borbottiglie di Avaloa (Casty): Dopo mesi di silenzio torna ad essere pubblicata una storia di Casty, che si presenta elegantemente disegnata da lui, e con una splash page che sembra omaggiare lo stile di Rodolfo Cimino. Sembra infatti dedicata al grande autore questa storia, a partire dal nome del bis bis di Pippo, Romino Cidolfo, che fa avviare la trama. Senza dubbio uno dei migliori parti del Castellan, che ultimamente si era visto di rado sulle pagine del settimanale ma che complice la stagione estiva e l'uscita tradizionale del gadget con conseguente superesposizione del settimanale permette una maggior densità di belle storie. La storia è infatti strepitosa, con una trama poetica e fantasiosa che vede Topolino e Pippo giungere in una terra in cui gli abitanti comunicano tramite musica, che viene immagazzinata all'interno delle "borbottiglie" del titolo. I due, caratterizzati al meglio, se la devono vedere con un usurpatore, e nel far questo Casty dimostrerà una volta di più come sia possibile integrare armoniosamente la tecnologia all'interno del mondo Disney, senza risultare ridondanti. La tecnologia è grande protagonista anche dell'inizio della storia, in cui si ha modo di avvertire l'affettuosa assenza di Minni tramite il navigatore satellitare personalizzato con la sua voce. Tra 200 metri, gira a sinistra...e pensami un po'! è un perfetto esempio di gag "buona" alla Casty che fa capire quanto calore ci sia nei suoi personaggi e nel suo modo di raccontare, figlio di una poetica genuina e fiabesca. Ma poi pagina dopo pagina è tutto un florilegio di trovatine, finezze, gag bonarie come ad esempio Pippo che racconta le imprese dello zio attraverso tre balloon illustrati e poi per spararla grossa li combina insieme con le mani, per non parlare dell'entusiasmo dello stesso Pippo nel partire all'avventura. Graficamente parlando poi siamo dalle parti del capolavoro, e se non bastano le espressioni di Topolino e Pippo a rendersene conto si prenda il varano, grosso, minaccioso eppure disneyano, o lo schema compositivo di una qualsiasi vignetta, sempre ordinato chiaro e nel contempo dinamico e ricco di appeal. La cura profusa nella realizzazione si estende anche al finale agrodolce, che rimanda un po' alla poetica reginelliana nel sancire la divisione tra il nostro mondo e quello di Avaloa, costretto a scandire il proprio tempo in ottave. Insomma tanta fantasia, un trattamento egregio per i personaggi, una buona dosa di allegria e positività accompagnate da una resa grafica accattivante fanno di questa storia il prototipo della storia Disney perfetta, che al termine della lettura avrà divertito il lettore, scaldandogli anche un po' il cuore.
Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 2 (Vitaliano/Mazzarello): Questa invece è una storia disney acida, inutile e raffazzonata che allunga inutilmente il brodo facendo perdere tristemente punti ad una serie che poteva dare decisamente di più. Far vivere mille disavventure marittime a Doubleduck per tirarla in lungo abbastanza per poter vendere il gadget non è una bella mossa, specie per una serie che sembrava di qualità molto alta e che voleva raccontare qualcosa di sensato. Oltretutto mi è parso un Vitaliano assai poco ispirato con gag e tormentoni assolutamente non divertenti, ad esempio l'incontro coi nerd dei cefalopodi buono solo a fare un po' di sfottò. Mah boh, di certo è una bella delusione, dal momento che Doubleduck pareva essere qualcosa di più, qualcosa con un minimo di trama.
Paperino e l'Ultima Goccia (Faccini): Il genio pazzo in versione muta colpisce ancora. Stavolta si ride, e tanto. Ci si scompiscia con una gag più assurda e surreale dell'altra, con un ritmo indiavolato, persino meglio dei cortometraggi! Datemene ancora!