Topolinia 20802 - Topolino fa un disastroConfermando il trend positivo della serie, questo episodio, di gran lunga migliore rispetto agli altri due, l'ho trovato un piccolo capolavoro. Ottimo soggetto, stupenda sceneggiatura (meglio, imho, di quella pur buona della settimana scorsa) e fantastici disegni di Casty che rinunciando, così mi è parso, ad alcune vignette di scorci urbani (in cui, pur facendosi comunque onore, rende a mio avviso meno dei due disegnatori precedenti) ci regala un gran numero di meravigliose vignette in cui Topolino e gli altri personaggi hanno un'eccezionale espressività. Bellissima la sequenza dell'ultima pagina in cui non ci sono fumetti ma che parla da sè grazie alla bravura di sceneggiatore e disegnatore.
E' quindi sempre migliore il mio giudizio su questa serie che riesce a portare il mondo quotidiano con tutti i suoi problemi sulle pagine Disney senza rovinarne la magia e lasciandole fruibili a qualunque genere di lettore (e qui forse sta la differenza con MMMM). Come avevo detto nel commento sullo scorso numero, affrontare il delicato rapporto stampa-politica su Topolino con toni e modi giusti non sarebbe stato facile ma, a mio avviso, ci si è riusciti benissimo senza rinunciare a metterne in luce tutti gli aspetti più controversi. Mi piace il modo in cui Vitaliano e chi ha collaborato con lui hanno saputo mettere in scena la nostra società in molte sue sfaccettature senza nè censure nè pesanti moralismi. Esempio più semplice è forse Roger. E, a tal proposito, mi torna in mente quanto si scrisse un mese fa su questo forum:
Il genio si fa avanti sfidando la società. Dov'è il paperotto " nero " o " marrone " che sia? [...] Giocate la vostra carta. Topolino ha un serio bisogno di innovazione. Un' innovazione pensata a puntinio, con classe. Create un paperotto di colore e storie sul razzismo. Fate avvicinare questo personaggio da un personaggio classico del mondo dei paperi e fatene un jolly.
Nella discussione che si sollevò da queste parole ci fu un'intervento che apprezzai particolarmente:
SE (e solo SE) tu intendi: "devono fare storie in cui questo personaggio nero appare da protagonista e, prima allontanato da tutti, si fa alla fine accettare dagli altri", allora, personalmente, da piccolo ma ancora adesso (perchè verso le cose d'infanzia i sentimenti e le sensazioni rimangono immutati) ho sempre odiato queste "imposizioni dall'alto", con storie che mi dicono COME e COSA devo pensare... le storie di questo tipo, che puzzano lontano un miglio di "storia educativa con morale alla fine, il tutto mostrato ESPLICITAMENTE" le ho sempre schifate, perchè pedanti, noiose e comunque scontate[...] Per me le storie devono semplicemente presentare i vari aspetti in maniera "imparziale", portando poi il lettore, autonomamente, a capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato[...] davo solo il mio parere di "lettore bambino" su quelle storie che "IMPONGONO" determinate cose...meglio cominciare ad inserire paperi normalissimi ma di colore, che però non sbandierano la loro diversità (quindi assolutamente non fare storie "ciao, sono il cugino di paperino Pik, sono di colore, nessuno mi voleva, poi vi ho salvato la vita e siete stati tutti riconoscenti e mi avete accettato"), ma si comportano con naturalezza, così che agli occhi del lettore appaia pian piano "naturale" la presenza di paperi (e quindi, nella realtà, di persone) di colore...il tutto, lo ripeto, non va IMPOSTO con storie forzate e persoanggi grotteschi
Credo proprio infatti che sia a questa concezione che si ispira il caso di Roger. Lo si è presentato, pur inequivocabilmente nero, come un personaggio normale, anzi un personaggio più che positivo. (della serie: era anche nero? e allora? che cambia?) Personalmente concordo pienamente con questo modo di combattere il razzismo, convinto che buonismi e pietismi fanno peggio che meglio sia perchè sottolineano la diversità sia perchè hanno quel terribile sapore di imposizione. Riguardo poi a quanto fatto da notare da Pacuvio sui gusti di Trigger... beh in effetti la situazione un po' dà da pensare e, dopo quanto detto finora, anche se a guardarli non si direbbe ci può stare benissimo anche quello... se così fosse questa sarebbe comunque una cosa abbastanza fine a se stessa, ovvero chi la capisce la capisce ma chi non la capisce non nota nulla di strano (categoria fra cui rientra anche il sottoscritto che non aveva nemmeno notato i due seduti allo stesso tavolo a pag. 22

). Spero che la prossima puntata non ci deluda e, istintivamente e magari sbagliando, spero anche io che la presenza di Gambadilegno in copertina non si traduca nella sua presenza nella storia.
Paperino, Paperoga e l'allevamento inconsuetoSu un canovaccio abbastanza classico (i due cugini che intraprendono un'attività e un viaggio pieno di sabotaggi) viene innestata una trama a mio avviso originale, grottesca e divertente. Certo, una storiella e niente di più ma per 18 pagine va più che bene. Ho trovato Marini diverso da come me lo ricordassi e, pur rimanendo molto gradevole, rimpiango anche io lo stile della "Rocciafiamma" (ma forse è solo nostalgia infantile [smiley=commosso.gif]). Concordo che comunque Faccini sarebbe stato sicuramente più adatto.
Zio Paperone e lo stregone difensoreCertamente non un capolavoro ma tutto sommato non la trovo poi così male. Trovo anche io che ci siano dei buchi narrativi e che pur essendo un avventura non tenga certo col fiato sospeso ma resta una lettura a suo modo piacevole.
una maratona da correre con le tasche piene di pallini di piombo. E la sensazione, dopo aver tagliato il traguardo, di aver corso invano.
Come ho scritto sopra in questo caso non condivido in pieno ma la metafora è fantastica e rende perfettamente la sensazione di quando si legge una storia pesante solo per finirla e la rabbia che si prova una volta che si arriva alla fine.