Topolino # 2828Quattro storie tutte molto buone, in questo numero, indi sono soddisfatto dell'acquisto.
A proposito di "indi", la prima storia è
Indiana Pipps e l'Enigma di "Vent'anni Dopo" (Sarda, M. De Vita), ovvero una storia che difficilmente avrei creduto di poter leggere sull'odierno Topo. Già quando compravo ancora abitualmente il settimanale le storie dell'avventuroso cugino di Pippo avevano perso un po' dello smalto delle prime avventure, e leggendo i commenti nel web negli ultimissimi anni non è che la situazione sia molto migliorata. Probabilmente ci voleva questo duo delle meraviglie per sfornare una bella storia di Indiana, cioè il suo creatore e il disegnatore che più di tutt ha tratteggiato il personaggio. La storia è vincente perchè vediamo Indiana comparire all'improvviso a Topolino e Minni e coinvolgerli in una sua nuova e misteriosa indagine archeologica in cui si sta muovendo. Il fatto che tutta la trama di basi sugli scritti di Dumas Padre, Dumas Figlio, e sui romanzi
Vent'anni Dopo e
Il Conte di Montecristo non può che esaltare un accanito lettore di romanzi classici d'avventura! Per tornare all'essenza del personaggio senza troppi fronzoli non si nominano le Negritas e si cita si fuggita la Gippippa, ma non si può evitare di inserire
Kranz, la cui presenza comunque non inficia certo sulla qualità della storia, anche perchè a me come personaggio non dà fastidio, solo un po' di noia per il reiterato utilizzo. Il finale racchiude tutta l'anima più pura di Indiana Pipps.
I disegni di De Vita, dal canto loro, sono spettacolosi e una vera e propria gioia per gli occhi.
Gastone e la Fortuna Simulata (Panaro, Held) è una storiella come tante, che a volte sa di già visto, mi pare non sia la prima volta che Gastone perda per qualche motivo la sua fortuna... comunque non mi dispiace vedere Paperino anche disponibile verso il cugino, e Gastone stesso essere meno insopportabile e più generoso. Una storia molto classica, ma in questo caso non so quanto sia positivo. Di certo, però, al di là del topos già sfruttato, Panaro sa costruire una trama divertente per tutto quello che architetta Paperino. Molto buoni i disegni di valerio Held.
Topolino e il Misterioso Stradivari Stonato (Camerini, Asteriti) mi ha piacevolmente sorpreso. Il filone della macchina del tempo ha dalla sua il fatto che può essere sfruttato in modo intelligente potenzialmente all'infinito (tanti sono i fatti e i periodi storici che si possono indagare) come può arrivare a saturazione se ne si abusa in maniera sbagliata. La maggior parte di storie che conosco io segue la prima categoria, ma altre mi hanno annoiato. Ebbene, la storia in questo "Topolino" mi è molto piaciuta, non conosco questa Valentina Camerini ma ha realizzato una storia veramente buona, che parte come una tradizionale avventura di Topolino e Pippo indietro nel tempo, ma si evolve verso la fine con un simpaticissimo paradosso temporale che non pesa sulla vicenda ma le fa assumere una luce tutta nuova. I disegni deliziosamente vintage di Asteriti poi sono magnifici e mi riportano con la mente a vecchi "Topolino"...
Ho tenuto per ultimo il terzo capitolo della miniserie faraciana, di modo che possa fare un po' il punto non solo di quest'ultima parte ma di tutta la saga.
Cronache del Regno dei Due Laghi, Capitolo Terzo - Mosse Vincenti (Faraci, Ziche) chiude in modo meravigliosamente dissacratorio e demenziale questa miniserie fantasy, che da tanti anni l'autore - per sua stessa ammissione - covava nella sua testa. Vediamo finalmente in azione Pippo nei panni di generale supremo contro i barbari guidati da Gambadilegno. Ed è su questa base che Tito costruisce delle scene veramente divertenti, con il tormentone
dei soldati che ripetono ogni singolo gesto o parola di Pippo in modo pedissequo., il tutto che va a sfociare nella conclusione dell'assurda battaglia, conclusione forse un po' prevedibile che però si riscatta essendo un falso finale, che preclude alla vera conclusione della vicenda in modo assai originale e altrettanto ironico.
In giro ho già letto che un Faraci così genuinamente divertente non lo si vedeva sul "Topo" da anni, e concordo anch'io, Aggiungendo però che oltre al divertimento le tre parti della storia sanno comunicare (o perlomeno, a me sono arrivati) alcuni "messaggi" - non ritengo sia il termine giusto, ma non me ne viene un altro - importanti quali la stupidità della guerra in toto, con le sue strategie e con il seguire ordini assurdi, e l'importanza di accettare le proprie respnsabilità, anche quandi ci sembrano particolarmente onerose. Il fatto che tutto ciò arrivi attraverso delle situazioni così divertenti è un valore aggiunto.
Questa saga ha poi almeno altri tre pregi importanti. Il primo è il raccontare un fantasy medievale in chiave parodistica, senza soffermarsi troppo sugli elementi di tale genere narrativo (se non in tono dissacratorio, come il drago cercapersone
) ma sfruttando tale setting in modo credibile per raccontare la propria storia. Il secondo è l'eccellente uso del personaggio di Topolino, qui lontano dall'essere un detective perfettino e più propenso a evadere dai suoi impegni di re, un Topolino non di rado cattivello e cinico, che non desidera la fama ma preferisce essere uno comune. Il terzo sono gli ottimi disegni di Silvia Ziche, che fa un ottimo lavoro nel rappresentare tutto il cast, ma particolarmente Mickey che con le sue facce esageratemente sorridenti e tutta la gamma di espressioni è riuscito a conquistarmi non poco.
Per quanto riguarda elementi che avevo probabilmente sottovalutato nello scorso episodio, liquidandoli forse troppo velocemente come pure e semplici gag, dopo una lettura delle 3 puntate di fila penso di averli individuati nell'atteggiamento cauto che Gambadilegno decide di assumere proprio nel secondo capitolo e soprattutto nelle "gag" dei soldati imbranati e tonti, entrambe le cose che saranno importanti per le sorti della battaglia. Ma ciononostante, anche avendo ora chiaro il disegno complessivo della trama, non vedo eccessivi ostacoli nello strutturare tutta la storia in due parti anzichè in tre, che era un po' la mia perplessità della scorsa settimana. Anche riconoscendo un ruolo importante agli aspetti che ho evidenziato ora, non vedo perchè la miniserie non poteva essere tranquillamente una storia in due puntate.
Ma è solo una mia perplessità, del tutto marginale rispetto alla storia in sè e alla sua qualità, che come si è capito giudico alta.
Infine, note di merito a: la
copertina che in un colpo solo cita la prima storia del numero mostrando Indiana Pipps e il film del momento, cioè
Avatar, con il pippide blu che nella storia infatti non c'è; il
Gulp, decisamente lol;
l'articolo che precede l'ultima storia che cerca di spiegare qualcosa sui violini e sugli Stradivari.