Ovviamente *
SPOILER*
Finalmente, finalmente, finalmente Casty. Dopo tutti i rinvii e le postcipazioni non ci si sperava proprio più. Casty è innegabilmente l'autore completo più valido attualmente pubblicato sul Topo, eppure viene bistrattato in tutti i modi possibili ed immaginabili. Nè è perfetta manifestazione l'articolo di Catenacci (lol per Cattivik), sincero ed appassionato e tuttavia sicuramente incomprensibile alla maggior parte dei fruitori del settimanale: sembra diretto unicamente al fandom e c'è (o almeno sembra esserci) un totale disinteresse da parte della redazione nell'articolare aspetti e riferimenti a noi graditi ma per lo più sconosiuti al lettore occasionale (si veda il riferimento a Lost, due parole su cos'è non avrebbero fatto schifo...).
Ma vabbè, almeno la storia l'hanno pubblicata, per quanto accorpata in due parti contro le intenzioni orignarie dell'autore.
L'Isola di Quandomai è ovviamente bellissima. Parte in modo rilassato, quasi decompresso e ti accompagna per mano attraverso ogni singola vignetta, mescolando in parti uguali comicità (il fucile di Pietro, le reazioni di Topolino, l'SOS) e, ovviamente, i colpi di scena, accompagnati dall'innata abilità registica dell'autore (ad esempio: quanto è inquietante e suggestivo l'idolo che travolge e a cui poi si aggrappa Topolino durante il naufragio?).
E se la prima parte è davvero insuperabile e tremendamente coinvolgente, che sfiora vette qualitative altissime pur "limitandosi" a costruire l'antefatto della vicenda, la seconda, che ovviamente ospita la risoluzione, è forse un po' troppo dinamica e frettolosa. Intendiamoci, ovviamente tutti i misteri vengono spiegati in modo soddisfacente e coerente, ma forse dalla spiegazione si passa un po' troppo velocemente all'azione, spezzando nettamente con il ritmo adagiato della prima parte.
Ma se su questo si può passare sopra, considerando anche il "falsamento" dovuto all'accorpamento in due parti, forse un po' meno facile digerire il perno di uno dei misteri portanti: gli orridi cicaloni mutaforma. Diciamolo, come soluzione è un po' stiracchiata e forse troppo facilona, quella del mostro cattiwone con super poteri e anche il ribaltamento prede/cacciatori, per quanto bellino, non riesce a scagionarla del tutto. Poi però Casty si sublima e ci mostra il futuro.
Ce lo mostra di sfuggita, ne accenna appena le cause, eppure è fantastico. Suggestiva al massimo, apocalittica ed irriconoscibile: questa è la Terra del futuro assai wall-eiano tratteggiata con maestria artistico/registica da Casty. Escluse le cicalone, tutti gli altri insetti mostrati sono fantastici e intriganti, dalle libellule usate come cavalcatura alle truppe di coccinellone.
Fantastica poi la risoluzione della vicenda, con un Pietro canaglia ma pur sempre con un cuore (ed inoltre, ottimo antieroe) e un Duca che per quanto preda di un sentimento assai umano e comprensibile come la paura risulta magistralmente vile.
In conclusione, l'ennesimo, ottimo capolavoro di Casty, che al di là delle scelte di trama condivisibili o meno si eleva con classe sulle altre storie degli ultimi tempi, fondendo azione, mistero, commedie e tematiche di un certo spessore, in linea con quella tradizione gottfredsoniana-walshiana-scarpiana che Castellan ha saputo raccogliere integrandola con il suo personalissimo stile. Poche palle: vogliamo più Casty e lo vogliamo più spesso.
Ottima la scelta dei due episodi, anziché quattro, come scritto nel redazionale: benché la formula avesse dato ottimi risultati con Il mondo che verrà, qui, probabilmente, ha reso molto meglio questa suddivisione.
Beh, ma che ha reso meglio non lo puoi sapere
IMHO in quattro parti sarebbe stata mooolto meglio: ci saremmo goduti di più i colpi di scena e i cliffhanger avrebbero avuto più potenza (forse, in effetti, nella prima parte ce ne sono un po' troppi). Inoltre avremmo evitato uno stacco eccessivo di ritmo tra prma e seconda parte (e per questo discorso ti rimando a quello che ho scritto appena sopra).
Faccio notare, infine, che alcuni Mickey sembrano disegnati, in questa seconda parte, da Scarpa in persona (su tutti quello dell'ultima vignetta della seconda tavola).