Preso il "Topolino" papericoso per potermi gustare la conclusione della storia di Casty, non rimango deluso dalla qualità dell'albo nel suo insieme.
Merito soprattutto di
Zio Paperone, Paperica e il Concerto del Comandante (Mollica-Vitaliano, Cavazzano), storia volta a celelebrare il cantante italiano Vasco Rossi con una storia "vipposa". E ovviamente a fare gli onori di casa c'è Paperica, alter-ego piumato del giornalista Rai Vincenzo Mollica interpellato da Paperone per riportare nel mondo della musica paperopolese il Comandante Brasko, da tempo ritiratosi a pescare trote crescentine. E altrettanto ovviamente ai testi abbiamo il nostro buon Fausto, che è il principale sceneggiatore di storie con Paperica insieme a Faraci (se non erro) ds quando Mollica non sceneggia più ma al massimo suggerisce idea e soggetto, come in questo caso.
La storia è gradevolissima: premesso che le storie di Mollica, soprattutto le prime scritte dal giornalista in persona, non mi sono mai dispiaciute ma le leggevo con piacere, questa prova di Vitaliano dimostra come anche una storia dedicata a un vip può riuscire ad avere un suo perchè narrativo al di là del promuover l'ennesimo "amico famoso di
Topolino". La sceneggiatura di Vitaliano è una scheggia impazzita di umorismo al vetriolo che si vede soprattutto all'inizio, dove l'autore se la prende alla grande con l'attuale panorama musicale italiano giudicato senza mezzi termini scialbo, con cantanti giovani già vecchi per le canzon che propongono e con canzoni sempre uguali. per temi e musica. E per far ciò si scaglia contro l'emblema di questo panorama (che fortunatamente non è tutta qui la musica italiana, ci son gruppi e artisti validi e indipendenti che valgono), il Festival di Sanremo, presentando irresistibili caricature di alcuni cantanti a noi ben noti (cito qui solo Piovra con "Il mio piccione abbaia"
). E in tutto questo Vasco/Brasko dov'è? La sua presenza è più presente col volto celato e nei flashback che nel presente, dove arriva solo alla fine, e ciò è un bene. Insomma, la storia è buonissima per le gag, le battute e i personaggi al limite del grottesco (vedi il l'oste), inoltre con il caustico umorismo che è la firma di Vitaliano si possono sbeffeggiare molti cantanti (o presunti tali) del nostro Paese, l'unica cosa che mi stona è ergere Vasco come salvezza della piattezza musicale, rocker che io apprezzo molto poco, ma questi sono gusti personali.
Notare poi che l'autore omaggia Cimino più volte mettendo in becco a Paperone termini desueti e affascinanti come "La parola ferale!", "cotanto scempio", "oste macilento"... Ovazione per i disegni di Cavazzano, che ovviamente è sempre il migliore e ci delizia anche con una copertina molto bella.
Sorrisi Anticrisi - Pippo e l'Automobile Ideale (Bosco, Amendola) è una storia abbastanza banale e che sa di già visto, con Pippo che deve cambiare macchina... bah.
Nonna Papera e la Crostata dei Segreti (Panaro, Del Conte) è una storia davvero bella. A parte l'ubicazione assurda che Del Cone dà alla fattoria di Nonna Papera che sembra situata nello stesso quartiere di Paperino, per il resto la storia viaggia su due particolari binari fino a un certo punto per prenderne poi un altro diverso e inaspettato alla fine della storia. Bravissimo Panaro che dà a Ciccio una certa dignità come personaggio senza farlo sembrare inutile, e confeziona una bella trama, e anche al disegnatore che se la cava bene coi personaggi.
Paperin di Boscoscuro e la Sapienza Perduta (Valentini, Chiercini) è una storia veramente deliziosa, quasi d'altri tempi (questo anche grazie agli splendidi disegni del sempre affascinante Giulio Chiercini, colonno portante del settimanale da tantissimi anni), in cui da un fatto quasi assurdo (Pico affetto da "troppostroppite" - bellissima come idea e come nome!) Paperino e Paperoga devono recuperare una pianta che lo guarisca. Non ho letto le altre storie dei cavalieri dell'amaca, ma se sono come questa rappresentano senz'altr un ciclo molto interessante, leggero e senza pretese ma proprio per questo onesto e godibile. Almeno queste sono le sensazioni trasmesse da questa storia a me.
Ho lasciato per ultima
Topolino e l'Isola di Quandomai - II Puntata (Casty) per chiudere in assoluta bellezza. Casty conclude la sua avventura alla Lost in maniera grandiosa e geniale, la sua sceneggiatura spezza esattamente a metà il meccanismo del popolare e amato serial, riservando alla prima puntata il venire a galla dei misteri dell'isola da parte di Topolino e degli altri naufraghi, per poi risolverli tutti in questa seconda parte. Subito dalle prime tavole veniamo a conoscenza del progetto a cui lavoravano gli scienziati fino a due anni fa, e se ne rimane subito affascinati anche per lo sviluppo immediato che ne consegue. Tutto quello che di strano c'era nelle tavole della scorsa settimana trova una sua logica qui: lo strano Barraquarter, la vallata che c'è e non c'è, gli individui che spiano i nostri... la prima puntata IMHO era meravigliosa per il senso di angoscia crescente che la storia creava; i misteri che man mano emergevano, per quanto quasi uno appresso all'altro, riservavano comunque spazi per fermarsi a pensare
(la notte alla stazione di ricerca, per esempio, o il safari) e per inquietarsi. Questa seconda puntata è all'altezza delle aspettative perchè tutti i misteri vengono chiariti con naturalezza, creando anche uno scenario inquietante per il futuro della nostra Terra e un finale decisamente al cardiopalma.
Un Topolino avventuroso come è difficile vederne negli ultimi anni sul "Topo", e che Casty sa far sempre muovere alla grande valorizzando alla perfezione anche Pippo, Minni, Pluto (che si riserva l'ultima parola di quest'avventura) e perfino i personaggi da lui introdotti (in questo caso il Duca e il suo braccio destro). Storia da 9 e mezzo.
Segnalo l'articolo introduttivo (e spoileroso) alla storia a cura di Catenacci, che spiega che ha chiesto all'autore di scorciare la storia da 4 parti (che l'avrebbe fatta diventare la perfetta gemellina del
Mondo che Verrà) alle 2 che abbiamo visto. Bah.
Segnalo infine come molto degni di nota il
Reportage a Fumetti (Faraci, Ferrario), come sempre divertente e altamente metafumettistico. Alla fine si autocaricaturano Faraci e Ferrario stessi, più spiritosi che mai, al fianco di Paperino e Paperoga, tutti per intervistare Vasco... che anche Faraci, spesso critico sulla musica attuale italiana e non, rock in generale (grazie al suo passato da giornalista musicale) veda in Vasco Rossi un elemento valido, come Vitaliano? Non l'avrei mai detto, almeno non negli ultimi dieci anni...
E anche il
Servizio su Tim Burton, decisamenrte ricco e completo.