Il numero 2836 di
apre le danze con
Topolino e La foca, di Ambrosio e Intini.
Ho appena rivisto il corto originale (tra l’altro non uno memorabile, consentitemi di dirlo), tanto per poterlo paragonare meglio alla storia. A parte alcuni adattamenti discutibili dei quali si è già parlato (il negozio di animali al posto dello zoo, i due programmatori di videogiochi) che sono comunque i punti che più penalizzano la storia, l’ho trovata comunque molto simpatica e divertente. I disegni di Intini mi sono piaciuti davvero, prima di tutto per la grandissima morbidezza con cui ha tratteggiato tutti i personaggi (e gli ambienti ) e poi per l’immediatezza del tratto e l’espressività.
Togliendo dalla sceneggiatura le attualizzazioni, la voce narrante fuori campo (tipica di molte storie di Ambrosio, ma che non ha molto senso di esistere in questo caso) rimangono gli spunti divertenti del cartone animato, ma poco altro. Una storia da 7, per me.
Subito dopo troviamo il nuovo episodio di
Pippo Reporter, Un ombrello, un cappello, un monello. Come al solito nei giudizi sui disegni di Turconi sono di parte perché li trovo meravigliosi per la capacità di sintesi e l’abilità registica. La carrellata di vignette orizzontali mute di pagg. 66-67, sono molto belle da vedere e divertenti. Anche la sceneggiatura , un ottimo omaggio al cinema dei tempi in cui è ambientata la storia, è sempre frizzante e all’altezza della situazione e completa un ottimo quadro dell’America con le storie precedenti. Con i prossimi episodi in cantiere, anche io desidererei vederle tutte riunite in una pubblicazione a parte, magari associate a sketch di Turconi e approfondimenti sulle tematiche affrontate sulla serie.
La seconda parte del Libretto inizia con
Zio Paperone e l’imperatore telematico, di Panaro/Panaro. La storia parte in piena avventura, con i protagonisti dispersi in mare su di una zattera sotto il sole cocente, e man mano ci vengono spiegati i motivi di questa situazione. E’ una sfida tra Rockerduck e Paperone che utilizza tematiche di tecnologie avanzate che però non mi hanno dato fastidio, come nella storia di apertura, anzi contribuiscono a molti spunti comici. Una storia piacevole, e i disegni di Ottavio Panaro mi piacciono abbastanza.
Archimede e la svendita fantasiosa non riesce a divertirmi, per un motivo soprattutto: le espressioni dei personaggi di Mazzon, sempre ammiccanti e rivolte “in camera” con delle lingue che spuntano a metà dei becchi che non mi piacciono molto. La trama è così così, ma cosa si può fare di più in sei pagine?
Chiude il numero
Brigitta agenzia asso di cuori – Missione fallita con successo, di Nigro e Soldati. La storia mi è piaciuta abbastanza, così come i disegni di Soldati, che fa i personaggi tutti molto tozzi, ma li trovo simpatici. Quello che mi sta antipatico è il computer che dialoga con Brigitta, quasi quasi avrei preferito rivederla in azione con Filo Sganga. L’affare in cui Brigitta è impegnata questa volta sembra essere intricatissimo e senza soluzione, ma poi tutto finisce per il meglio. Ma tutti questi incontri tra la bionda papera e Zio Paperone che ci narra, da dove saltano fuori?
In conclusione, un numero più che buono, ma non eccelso, a mio parere. ; )