Questo numero contiene due storie che mi hanno piacevolmente sorpreso.
La prima è Paperino, Paperone e la palandrana a catena, una classica commedia degli equivoci giocata sullo scambio dei vestiti dei paperi, che rimangono in qualche modo influenzati dalla personalità del proprietario dell'abito; in effetti qualche pagina in più avrebbe aiutato anche solo a mostrare più ampiamente le conseguenze degli scambi sugli altri protagonisti della storia, ci si sofferma un troppo sulla prima parte, ma è comunque carinissima, ed è capitato poche volte di recente. Aggiungo che mi piace il nuovo stile di Ferraris.
La seconda storia che mi ha colpito è Qui, Quo, Qua e il pauroso papero nero, che, nonostante manchi un po' di quell'atmosfera folle tipica delle storie di Faccini, presenta dei nipotini proprio come mi piacciono: leggono le fiabe, sono Giovani Marmotte (sembrava che tutti se ne fossero dimenticati), e li preferisco di gran lunga a quelli ipertecnologici di un certo blog.
Belli anche i disegni, ma sopratutto nella parte finale sembrano un pelino inferiori al solito.
Per il resto, 2010 Mondiali al cubo non mi ha preso tanto (ma è solo la mia antipatia per le storie di calcio), anche se la trama per ora sembra scorrere bene, mentre Indiana Pipps e la fonte della grande stella, nonstante qualche passaggio un po' veloce e i disegni che non la valorizzano al massimo, chiude bene il numero.