Paperinik e la scheggia orbitale, che apre in numero di Topolino di questa settimana, ribalta i mie timori riguardo l’inizio di una possibile nuova saga piuttosto sgangherata (faccio ancora fatica a disintossicarmi da quella dei mondiali al cubo) legata al nuovo gadget abbinato al giornaletto, rivelandosi una storia molto più interessante: prima di tutto, anche se si tratta solamente della prima di una serie di storie (unite effettivamente dal gadget, e dalla prima battuta:
finalmente sei arrivato… ti stavo aspettando! che sarà l’introduzione costante anche delle prossime puntate) è di carattere autoconclusivo, e per fortuna l’utilizzo dell’armadillo di Paperinik è limitato ad una singola battaglia contro un lucertolone gigante alienoide, che si svolge a metà storia e assolutamente non incarna gli aspetti più interessanti di questa avventura. Di certo molto più degno di nota il rapporto che viene a delinearsi tra Paperone e suo nipote, già dalle prime battute. Il deposito del papero più ricco del mondo a causa di uno scriteriato esperimento scientifico viene “ritagliato” a forza dalla collina ammazzamotori e spedito nello spazio, attratto dalla gravità di un grosso asteroide di passaggio (divertente il modo in cui Vitaliano caratterizza il personaggio del professore, uno studioso svampito al servizio di chi sa quale ricerca , incapace di prevedere le conseguenze delle sue azioni pseudo-scientifiche e peraltro tenute in gran considerazione dai massmedia).
Paperone, bloccato nel deposito con il nipote, in stato di emergenza, per l’ennesima volta si inalbera con Paperino, accusandolo di inettitudine, di poca intraprendenza, di palesi incapacità nel risolvere problemi. Paperino, dal canto suo ha l'alter ego PK dalla sua parte, anche per auto-difendersi dai soprusi verbali di suo zio. Paperinik è fatto di un'altra pasta rispetto al nipote “inetto” di Paperone, e quando, dopo aver risolto la situazione si confronderà becco a becco con lo zio e il grande segreto che li divide scomparirà, Paperone dirà di aver sempre sospettato che ci fosse qualcosa di eroico in lui, sorprendendo il nipote, e dandogli così una grande, genuina e inaspettata soddisfazione. E pur dopo aver SCELTO di voler dimenticare tutto, con la caramella cancellin, il dispotico zio ringrazierà addirittura Paperino con un abbraccio, dimostrando così la verità dell’affermazione pronunciata pochi momenti prima e premiando il nipote che è eroico anche quando non indossa i panni del supereroe o combatte i bruchi alieni. Bellissima la citazione a Rodolfo Cimino, il fidato meccanico di Zio Paperone!
Paperino e l’energia bla-bla è almeno per le prime pagine e per la conclusione, uno spot su carta all’ecologia, con tanto di vignette didascaliche e vignettone finale con i protagonisti che si rivolgono al lettore incitandolo a seguire la raccolta differenziata. Nella parte centrale si sviluppa una trama che ha come epicentro una nuova invenzione di Archimede, una sorta di accumulatore di chiacchere capace di convertirle in energia, caduto nelle mire di due individui malintenzionati. Subito dopo, un articolo di approfondimento sulla tragedia della marea nera di petrolio che sta devastando il mare del golfo del Messico, citato anche nell’editoriale della De Poli.
Dopo una poco felice (più che altro per la grafica) autoconclusiva con i personaggi di Toy Story, e un invece interessantissimo backstage su Toy Story 3, arriviamo alla terza storia del numero, ovvero la breve
P.d.P. economics, che a differenza degli altri episodi, fa meno ridere ed è più interessante, almeno a mio parere.
Super Pippo e l’imprendibile Dr. Sbadiglior ha una trama molto semplice: Superpippo deve affrontare un nuovo villain capace di addormentare la gente con un mega sbadiglio, e si fa aiutare dal nipote Gilberto. Il nuovo cattivone è un po’ridicolo nell’ aspetto e nelle motivazioni, così come il trucco escogitato da Gilberto per sconfiggerlo. Meloni ai disegni ci offre una sintesi maggiore del solito, con tavole molto pulite e non troppo ricercate.
Chiude l’albo
Zio Paperone e la bimillenaria nera, che apre con una quadrupla con titolo molto ciminiana, almeno nella grafica, visto che Maurizio Amendola ha realizzato recentemente molte storie in collaborazione con Cimino. Qui, nella sceneggiatura di Gabriele Panini (di cui forse ho letto appena una storia prima di questa) Paperone si trova a dover salvare la numero uno da una congiunzione astrale che priva gli amuleti dei loro poteri, e deve farlo mettendosi giocoforza in società con Amelia, che è l’unica che può dargli un aiuto, anche se non disinteressato. Non mi piace e non mi è mai piaciuta l’idea della numero uno vista come un semplice portafortuna responsabile di tutte le fortune/sciagure del proprietario, ma la storia è abbastanza originale, anche nella strana accoppiata affaristi-maghi, compresa la trasformazione finale in gallinaccio di Rockerduck.