Su questo numero di Topolino si conclude la storia, divisa in tre episodi,
Paperino paperotto e il primo giorno di sfortuna, di Bruno Enna e con i disegni, in ordine, di Tosolini, Migheli e Gula. Sicuramente una delle storie di Paperino Paperotto più belle che abbia letto, che si dipana per tre episodi molto densi e belli (tanto che avrei sperato che ci fosse almeno una puntata in più!)che mi hanno appassionato e divertito in modo genuino e spensierato, la stessa spensieratezza che si avverte negli episodi e nei giochi dei piccoli protagonisti di Quacktown, soprattutto nelle storie di Enna. Tutto comincia con una visita della famiglia dei paperi alla Nonna, e durante un black-out tutto il parentado inizia a interrogarsi sulle origini della sfortuna di Paperino, durante una sua momentanea assenza. Così assistiamo a tre diversi racconti, uno per episodio. Il primo è quello di Gastone, convinto di conoscere gli eventi che hanno contribuito alla nascita della nefasta sorte del cugino. Nel suo racconto vediamo come il rapporto di rivalità tra Paperino e Gastone fosse già evidente in tenera età, infatti assistiamo a tentativi del biondo e cittadino paperotto di rubare le attenzioni degli amici di Paperino, fino a quando verranno invischiati in una caccia al tesoro piuttosto particolare, farcita di personaggi particolarissimi, come il ladro del museo egizio, sua sorella Ursula e il di loro compare. La vicenda si svolge in un continuo susseguirsi di eventi fortunati e sfortunati, a ripetizione, a favore e a danno di un po’ tutti i personaggi della storia. La trama è anche infarcita di gag molto divertenti, come quella della cerbottana, e di dialoghi frizzantissimi (soprattutto quelli tra Paperino e i suoi amici).
La seconda storia è narrata alla famiglia da Paperoga, il parente “strano, frastornato e inaffidabile”che Enna, come ci viene mostrato nel racconto, caratterizza perfettamente anche in giovane età. Al centro di questa vicenda c’è un caso di emarginazione di un abitante della cittadina, ingiustamente additato come iettatore dalle malevoci del paese e più precisamente a causa di un complotto ordito dalla socia del club delle papere rustiche (del quale fa parte anche la moglie del sindaco), una acida papera che con le sue insinuazioni e maldicenze riesce a far odiare l’inquilino della “casa dell’avvoltoio”ad un intero paese credulone. Sembra proprio un personaggio uscito da un romanzo di Agatha Christie, una zitella inacidita di mezza età che suggestiona le sue amiche paurose con discorsi sul malocchio tramite delle sedute spiritiche tanto care alla scrittrice inglese. Nel terzo episodio (quello raccontato da Paperone)in una scena divertentissima, Enna riprende la contrapposizione tra le donne e gli uomini del paese, quando le due”fazioni” si scontrano su una via del paese che il sindaco sta facendo addobbare a festa con moltissime luci sfarzose (quanto inadatte per l’occasione) per ospitare i turisti che vorranno assistere al passaggio della cometa di Badluck.
L’ultimo episodio, dicevo, vede l’entrare in scena di Paperone, e ha appunto come importante elemento nella trama il passaggio della cometa, presa in considerazione da un po’tutti i personaggi come una portatrice di sfortuna e sciagure varie, come quando nel Klondike provocò la perdita di una miniera d’oro a Zio Paperone. Paperino e compagni vedono invece nella cometa una grande opportunità per entrare in contatto con gli alieni, visto che secondo la ormai celeberrima rivista Amazing Papers il corpo celeste è in realtà un modo per permettere agli extraterrestri di dare una sbirciatina alla Terra. Dopo aver costruito il calamitone, il tocco finale dell’operazione consiste nel prendere in prestito la numero uno dello Zione per rendere ancora più potente l’invenzione dei giovani protagonisti. Molto commovente il momento in cui Paperone “fa la predica” a Paperino in riva allo stagno, e Millicent fa tenerezza nella sua spasmodica ammirazione per il saggio Paperone, un monumento a tutto quello che lei spera di diventare un giorno.
Ed è commovente e bellissimo anche il finale, con l’arrivo della cometa e con il ritorno al presente, con gli attimi in cui Paperino rimasto da solo nella sua vecchia cameretta, riscopre i ricordi della sua spensierata giovinezza, e con le ultime parole di Nonna Papera, che ha svolto per tutte le tre puntate il ruolo della coscienza critica, che ribadiscono quello che già sappiamo, e cioè che Paperino con tutti i parenti che gli vogliono bene non può poi dirsi un papero così sfortunato.
Dal lato grafico, direi che mi hanno abbastanza soddisfatto tutti e tre i disegnatori che si sono susseguiti durante le tre puntate. In particolare Tosolini con il suo stile molto vivo e moderno ha realizzato bene le scene vivaci del suo episodio, e Gula è riuscito a rendere molto bene le scene di commozione del finale. Anche la Migheli se l'è cavata bene nel rappresentare i salotti delle altezzose signore di paese, anche se il suo stile abbastanza statico non mi ha mai fatto impazzire.
Evito di parlare anche del resto del numero, perchè mi sono già dilungato abbastanza, anche se lo meriterebbe: per ritorno da un po'ditempo a questa parte di De Vita e la ottima Storia di Cimino, senza dimenticare una divertente ultima storia del "ciclo dell'armadillo"e una breve del ciclo p.d.p. economics che svolge bene il suo ruolo di riempitiva.