Topolino,Manetta e Rock Sassi in: una maglia rosa in giallo (Faraci/Ziche): simpatica è simpatica, battute divertenti ci sono, ma manca un abbozzo di trama, mi sembra non sia nemmeno molto celebrativa. Cioè quando ci sono storie dedicate ad un qualche evento, in genere tali storie ne sono "intrise", vi sono immerse, qui non si respira l'aria del giro d'italia per capirci.
Be', ma quello chissene. A me non interessava leggere una storia che dicesse vita morte e miracoli del ciclismo e della manifestazione in questione, mi interessava una storia nuova di Tito che incidentalmente aveva come ambientazione in Giro d'Italia. Se questo resta sullo sfondo tanto megliol, è un modo per citare l'argomento di attualità senza tediare troppo. Una cosa come la dici tu me la aspetto da una storia di Marconi, non (per forza) da Faraci.
Sulla trama... oh, anch'io non sarei stato arrabbiato se oltre alle gag ci fosse stata una storia più complessa e un giallo degno di chiamarsi tale, però mi sono accontentato anche così.
Poi rock sassi nelle ultimissime storie sta andando incontro ad una involuzione narrativa e grafica (non riesco a vedere più un rock disegnato come si deve) preoccupante.
Il Rock delle storie anni '90 e primi 2000 era un'altra cosa, ok, ma a me sembra che non sia cambiato in modo tanto radicale come comportamento. Non mi sembra diventato più stupido o meno eroico o altro rispetto alle sue prime storie, eccezion fatta per la primissima ovviamente (
La lunga notte del commissario Manetta) dove interpretava il classico duro texano, ma fin dalla seconda abbiamo scoperto il vero carattere dell'ispettore, che fa il paio con quello di Manetta creando una coppia ineguagliabile che dal punto di vista umoristico e di amicizia non mi pare sminuita nella sua bellezza nemmeno nelle storie più recenti.
Anche faraci, in queste sue sporadiche apparizioni disney, non mi piace più. Mi ricorda alfredo castelli di alcuni anni fa su martin mystere: entrambi più concentrati sul lato umoristico e futile, sul giochino metafumettistico, sull'autoironia dei personaggi che sulla trama vera e propria. Solo che castelli all'epoca aveva 60 anni e più di 40 di carriera alle spalle, faraci se comincia ora ad avvitarsi su se stesso, fra vent'anni... lo ritroviamo in nuova zelanda (se ci leggi, sempre detto con affetto, tito);
Meno sporadiche di quanto ricordassi, le apparizioni di Tito, comunque: guardando l'Inducks si nota che nel nuovo millennio non ha mai saltato un anno, anche se dal 2004 al 2006 ha fatto solo una storia per anno. Ma con l'arrivo della De Poli mi pare che il suo contributo, pur limitato anche dal fatto che Tito scrive per mille cose diverse, sia incrementato.
Non è più il Faraci di due decenni fa? Eh già, concordo in pieno. E' un altro, che ha mantenuto alcune caratteristiche di stile basilari ma che ne ha sviluppate altre, probabilmente grazie alle esperienze extra-Disney maturate nel corso degli anni. Ma non direi che è peggiorato, almeno IMHO. E' soltanto qualcosa di diverso, che si può apprezzare di più o di meno rispetto a quello che era. Anch'io preferisco molto le sue storie anni '90, ma poi abbiamo anche storie come
L'ultimo caso,
La vera storia di Novecento,
Un altro Natale sul Monte Orso... che sono delle storie ottime. Sono storie prettamente metafumettistiche? A volte. Sono avventure che puntano soprattutto all'umorismo? Sì, molte volte. Ma non è detto che sia sempre un male, è un modo come un altro per giocare con i duttili personaggi Disney e per farli vivere in modo molto personale, che per Tito è quello dell'umorismo suo marchio di fabbrica (e che ha creato lui sul "Topo", in fondo) e sulla riflessione sullo stato dei personaggi. Alcune volte riesce meglio, altre peggio, ma è una strada molto più interessante di quanto possa sembrare. Altro che avvitarsi su se stesso, io cose del genere le vedo come continue sperimentazioni di stile.
Avrebbe perso sicuramente qualche gag, non ci avrebbe perso nulla a livello narrativo visto che è appunto una sfilza di situazioni comiche. Divertenti, ma che lasciano il tempo che trovano e per questo direi che o bisognava rimpolpare un po' i "contenuti" o tanto valeva scorciarla in breve. Così è un po' un'occasione sprecata.
Abbiamo trovato un punto d'accordo
Quoto, l'approfondimento della trama non avrebbe che giovato alla storia ovviamente, e sarebbe stata la situazione ideale per accompagnare al meglio le gag e i tempi comici che si prestano a essere spalmati su quella trentina di tavole.