Dopo ben 6 anni di assenza dalle pagine del "
Topo" torna Eurasia Tost, la topina archeologa ideata da Casty in una delle sue prime storie Disney. E lo fa per la prima volta ritratta proprio dal Castellan...
Un ottimo motivo per acquistare "
Topolino" questa settimana
Topolino e le Miniere di Fantametallo (Casty) è il seguito della terza a ultima storia (prima di oggi, ovviamente) che vedeva Eurasia Tost co-protagonista insieme a Topolino e Pippo, vale a dire
Topolino e il Colosso di Rodi. Ma sarebbe riduttivo dire questo: alla luce di quest'ultima avventura appare chiaro infatti come quella storia fosse un avventuroso e degnissimo prologo a quello che è il progetto dell'autore: un progetto che vede queste
Miniere di Fantametallo come un tappa e non certo la conclusione del discorso, e che vede il mistero di Atlantide al centro della faccenda.
Una intelligente tavola introduttiva ci fa sembrare che dagli eventi del
Colosso di Rodi a questa nuova avventura sia passato molto meno tempo di quelli di effettiva pubblicazione, e mi dispiace molto che nonostante i chiari riferimenti alla storia del 2005 non compaia la classica didascalia "vedi Topolino n." che darebbe miglior continuità al tutto.
Ma si entra presto nel vivo dell'avventura: e da questa punto di vista Casty non delude mai, sa destreggiarsi benissimo in queste storie alla Indiana Jones, e ci regala una bella storia ricca di mistero e humor. Sì perchè come sempre i personaggi di Casty sono vivi e vitali, come il Topolino considerato "tappo", il Pippo sbadatone ma tutt'altro che sciocco, che qui tocca alte vette di intelligenza e che dimostra la finezza del suo pensiero laterale troppo spesso frainteso in passato da altri autori... ma anche la "sua" Eurasia Casty la sua muovere perfettamente
Oltre a ciò, il mistero archeologico alla base della ricerca è intrigante anche se tratta temi non del tutto nuovi in questo genere di trame, e mi piace come prosegue il discorso della Società delle Lepri Viola.
Non una prova da podio di Andrea Castellan, anche se molto buona la ritengo inferiore ad altre sue prove anche recenti, un sentire che forse sarebbe stato diverso con una disponibiltà maggiore di pagine a disposizione: alcuni passaggi avrebbero giovato di più spazio secondo me.
Ma se pensiamo a come questa storia in fondo sia solo tassello della macrotrama di Atlantide, direi che per avere un giudizio completo occorra aspettare almeno la prossima storia di Eurasia. Quindi mettiamoci comodi in attesa del 2017. :
Intanto godiamoci i disegni, sempre molto classici e che sanno ricordare molto Gottfredson, soprattutto in alcune pose.
Poi... Casty, attento a parlare d'Atlantide: un certo Pezzin e un certo De Vita M. lo fecero vari annetti fa, e tutti noi abbiamo quella storia nel cuore (Topolino e l'Atlantide continente perduto: http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1638-A)!
Eh vabbè... ma la leggenda di Atlantide è stata raccontata così tante volte e in maniere così tanto diverse che un discorso del genere secondo me regge poco, soprattutto all'interno del mondo Disney. Un Don Rosa dei Topi metterebbe un'ipotetica nuova storia su Atlantide in continuity con quella di Pezzin/De Vita, ma penso proprio che Casty costruirà semplicemente la sua storia come crede, non curandosi nè di quella versione nè di quella di Barks nè di quella di
Atlantis E sostanzialmente non vedo il problema: la storia di Pezzin rimarrà comunque meravigliosa agli occhi di chi la amava e la amerà, anche se prima o poi Casty continuerà il suo discorso su Atlantide in modo autonomo.
Anche le altre storie non sono male, qualcuna più e qualcuna meno. La migliore è sicuramente
Zio Paperone e le Traduzioni (fin troppo) Simultanee (Vitaliano/Held) che mi ha fatto scompisciare dal ridere. Fausto immette nella storia una tale quantità di ironia in così poche tavole che si direbbe venga un concentrato insapore, mentre ormai lo sceneggiatore è abile a padroneggiare i tempi, le gag e soprattutto le battute ("non è il caso" raddoppiata in due situazioni con le relative risposte è geniale). Un gran bel modo anche di muovere i personaggi, Paperone è molto nella parte e lo stesso dicasi di Pico, co-protagonista perfetto per la situazione e che insieme a Paperone esclama una battuta quasi metafumettistica
Tutto questo fa facilmente passare sopra all'assunto di base sul quale poggia la storia, decisamente e forse volutamente assurdo e inverosimile. Decisamente buoni sono i disegni di Valerio Held, che non ha perso lo smalto con gli anni e che ritrovo qui più in forma che mai.
Paperinik dei Tempi Oscuri - Il Ritorno del Cavaliere Vendicatore (Panini/Del Conte) è la riproposizione delle origini di Paperinik traslate in un ipotetico medioevo in cui Amelia attenta alla prima pietra del castello del conte di Duckshire (Paperone). La storia non è nulla di che, è carina e leggibile ma nulla più, e i disegni non eccezionali (pur buoni) del buon Alessandro Del Conte non esaltano una storia molto semplice.
Infine
Gastone e la Fenomenale Giornata Normale (Macchetto/Milano) vorrebbe usare un canovaccio stra-abusato in forma poetica/dolce/riflessiva, vorrebbe dare un'anima a Gastone e anche a Paperone... ma le pochissime tavole a disposizione rendono la storia un filler inutilissimo e che non riesce a comunicare niente al lettore. I disegni di Luciano Milano non migliorano le cose, al loro post-modernismo preferisco i disegni di Del Conte.
L'ultimo posto spetta a
Indiana Pipps e il Tempio di Cristallo (Sarda/Urbano), che vede un Indiana molto in parte, fedele a se stesso, al suo spirito e alle sue classiche storie. E' solo la prima parte, nel prossimo numero ci sarà la seconda, ma già qui si nota come la via intrapresa sia buona, a fronte comunque di un plot molto classico. E' da notare il ritorno di Martina Ubersetzen, comprimaria di alcune storie di Indiana pubblicate qualche anno fa. Mi duole dirlo, ma i disegni di Emilio Urbano non mi sono piaciuti, quando invece coi Paperi se la cava molto bene e anche in altre prove coi Topi non mi era dispiaciuto. Peccato.
Numero consigliato per Casty, dunque, ma anche per Vitaliano