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Topolino 2901

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di Malachia

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Topolino 2901

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Bonzo
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PolliceSu   (4)

PolliceSu   (4)
    Re: Topolino 2901
    Risposta #45: Lunedì 4 Lug 2011, 00:21:57
    Ma no, Porta, ma quale trollaggine. Penso veramente che la discussione sia astratta e i ragionamenti di Zangief (simpatico ragazzo che conosco molto bene e con il quale ho sempre scambiato volentieri chiacchiere nel corso delle varie fiere) siano, ancorché assolutamente rispettabili, del tutto fuori misura e fuorvianti. Sono solo mie pareri, ovviamente.
    Non è che voglio troncare discussioni, è che non so proprio che cos’altro aggiungere. Quando uno dice: “Io ho la sceneggiatura/storyboard originale del mio autore preferito e nessuno deve permettersi di toccarla, a meno che non trovi scritto ha senza l’h o quantunque con le k”, non c’è margine di discussione. Prendo atto che quello è un punto di vista non negoziabile e tiro avanti. Non ho mai avuto pretesa di fare cambiare idea a nessuno (non lo faccio nemmeno con i miei figli). Posso dire che io ho fatto il redattore per tanti anni e che tuttora mi trovo costantemente a saltare da una parte e dall’altra della scrivania: a volte devo correggere testi e altre volte qualcuno corregge i miei. Vi garantisco che a un certo livello professionale certe rigidità che io definisco “ideologiche” (trovate un altro aggettivo, se questo non vi piace) non esistono. Per esperienza, posso dire che solo le mezzecalze tirano su la cresta e strillano contro qualcuno che gli ha spostato una virgola. Tra persone serie, autori seri e redazioni serie questo non accade. Uno scrittore, anche noto e celebrato, ascolta attentamente il consiglio del redattore e il più delle volte ne prende atto, giacché il punto di vista della redazione tiene conto di fattori più generali dei quali l’autore in genere (giustamente) se ne impippa. I libri, i film, i fumetti e anche le canzoni sono opere che nascono da un lavoro di team. Chi lo sa, fa la propria parte e rispetta il lavoro altrui. I problemi sorgono solo quando entra in campo la Curva Sud.

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    PolliceSu   (2)
      Re: Topolino 2901
      Risposta #46: Lunedì 4 Lug 2011, 01:36:51
      Ma no, Porta, ma quale trollaggine. Penso veramente che la discussione sia astratta e i ragionamenti di Zangief (simpatico ragazzo che conosco molto bene e con il quale ho sempre scambiato volentieri chiacchiere nel corso delle varie fiere) siano, ancorché assolutamente rispettabili, del tutto fuori misura e fuorvianti. Sono solo mie pareri, ovviamente.
      Non è che voglio troncare discussioni, è che non so proprio che cos’altro aggiungere. Quando uno dice: “Io ho la sceneggiatura/storyboard originale del mio autore preferito e nessuno deve permettersi di toccarla, a meno che non trovi scritto ha senza l’h o quantunque con le k”, non c’è margine di discussione. Prendo atto che quello è un punto di vista non negoziabile e tiro avanti. Non ho mai avuto pretesa di fare cambiare idea a nessuno (non lo faccio nemmeno con i miei figli). Posso dire che io ho fatto il redattore per tanti anni e che tuttora mi trovo costantemente a saltare da una parte e dall’altra della scrivania: a volte devo correggere testi e altre volte qualcuno corregge i miei. Vi garantisco che a un certo livello professionale certe rigidità che io definisco “ideologiche” (trovate un altro aggettivo, se questo non vi piace) non esistono. Per esperienza, posso dire che solo le mezzecalze tirano su la cresta e strillano contro qualcuno che gli ha spostato una virgola. Tra persone serie, autori seri e redazioni serie questo non accade. Uno scrittore, anche noto e celebrato, ascolta attentamente il consiglio del redattore e il più delle volte ne prende atto, giacché il punto di vista della redazione tiene conto di fattori più generali dei quali l’autore in genere (giustamente) se ne impippa. I libri, i film, i fumetti e anche le canzoni sono opere che nascono da un lavoro di team. Chi lo sa, fa la propria parte e rispetta il lavoro altrui. I problemi sorgono solo quando entra in campo la Curva Sud.

      Prendo atto anch'io di far parte di una Curva Sud, quantunque detesti il calcio e tutto ciò che lo circonda (e, nel nostro paese in particolare, lo insozza, ma non divaghiamo). E di essere una mezzacalza che tira su la cresta e strilla perché qualcuno ha spostato una virgola al mio autore preferito, quindi non una persona seria, benché un simpatico ragazzo, grazie della concessione iniziale.
      So benissimo che un redattore deve tenere conto di un sacco di cose, tra scalette, fiato sul collo dei superiori e associazioni varie di rompicoglioni che non vedono l'ora di potersi fare pubblicità nei media tutti declamando che su Topolino c'è stato un, orrore, riferimento ad alcoolici e quindi abbiamo provveduto a tempestare la redazione di chiamate per far mettere alla gogna il responsabile di cotanto abominio, non vi preoccupate grazie a noi non succederà piú.
      Lo so e non mi sorprendo, visto che la buona parte dei paletti attuali la si deve a loro e non alla redazione, che giustamente cerca di proteggere l'azienda da cause e grane varie. A costo di ingojare il rospo e non mandare a quel paese il Moige o chi per esso ogni volta. Ché se lo meriterebbero, lo sai bene.
      Però ho evidenziato tutta una serie di variazioni che tu credi siano “veramente minime”. Ora, se sono tutto questo minimo, perché farle? Se il testo originale va tanto bene, che senso ha toccarlo per cambiare una virgola? Lo si lasci cosí e via, no?
      Per converso, se c’era da intervenire su una battuta perché violava un tabú, un paletto o che altro, perché non renderne edotto l’autore? Si eviterebbe ogni volta di dovergli cambiare quel “dannato” in “malnato”, e ne gioverebbe anche la scioltezza del lavoro. Se poi i “paletti” sono quelli, com’è che Paperone un mese fa poteva avere piú di centoventisei anni e ora è vietato alludere a quanto sia anziano? Ha telefonato il Moige inorridito dal fatto che nella tua storia ci fosse un evidente zombi che girava indisturbato?
      Io rispetto il lavoro altrui. Purché sia fatto bene, e che si usi lo stesso metro per tutto e tutti.

      *

      Grrodon
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        Re: Topolino 2901
        Risposta #47: Lunedì 4 Lug 2011, 02:59:36
        Ho letto solo ora il flammone. Penso che della lista postata da Zangief ben poche siano le cose condannabili. Ad esempio eliminare la cosa dei sorsi è da incompetenti totali, ma il resto mi sembrano davvero pisciate. Cioè i grassetti, dio bono, i grassetti. Ma chissenefrega dei grassetti, madonna santa. Su questo genere di dettagli appoggio in pieno Fausto.

        Però penso anche che ci siano un paio di punti focali che Zangief ha esposto bene, ed è il fatto dell'età di Paperone, che pare essere un tabù a giorni alterni, o anche la cosa degli alcolici che facevo notare io poco sopra. E su queste cose penso sia saggio focalizzare la discussione, perché a fare listoni completi in cui ci si lamenta di TUTTO, si finisce solo per inflazionare i casi veramente degni di discussione.

        Per cui Fausto sbaglia di grosso a uscirsene dalla discussione. Secondo me bisogna saper distinguere i fatti veri e propri, anche quando vengono accompagnati da un clima sporco di fanboysmo. E qui ne ho individuati alcuni.

        *

        Bonzo
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          Re: Topolino 2901
          Risposta #48: Lunedì 4 Lug 2011, 09:28:00
          E va bene, entriamo nel merito. (Poi, però, un giorno mi spiegate come fate a  scrivere sul forum alle tre di notte e svegliarvi la mattina senza sbattere la testa contro tutti gli spigoli e andare a fare pipì nella cesta della biancheria).
          L’età dello zione. Grrodon sostiene che pare essere un tabù a giorni alterni. In realtà, l’“anzianitudine” di PDP è una risorsa umoristica che è sempre stata usata e sempre lo sarà. Io non le conto più le storie in cui ho fatto definire Paperone “anziano” da Paperino. Una volta, se non ricordo male, lo chiama “pensionato”. Domanda: Perché qui c’è la correzione? Risposta: E io che ne so. Forse in quel contesto non faceva ridere, forse sembrava gratuito, forse toglieva ritmo alla battuta. Io non lo so e (ta-dam!) non lo sapete nemmeno voi (Zangief dice di essere disposto a rispettare il lavoro altrui “purché sia fatto bene”. Ecco, Zan, il punto è esattamente questo: chi stabilisce se un lavoro editoriale è stato fatto bene?).
          Che cos’altro c’è? Situazioni violente? Stessa cosa. Le botte in testa ci sono e ci saranno sempre (figuriamoci se su un giornale a fumetti per ragazzi si possono togliere…). La correzione segnalata, quella del martello con il manico isolante, mi pare (ipotizzo) dettata da ragioni di, diciamo così, umorismo visuale. A volte fa più ridere uno che ti insegue con un martello anziché uno che ti colpisce direttamente in testa. Anche qui, questione di sfumature, sensibilità, opportunità. Mi viene solo da dire: Ma guarda un po’ se questa può essere una questione sulla quale mettersi lì a elucubrare.
          Proseguiamo. “Dannato” in luogo di “malnato”. Secondo me la religione non c’entra un sicono essiccato. Probabile che “dannato” risulti parolaccia e “malnato” no. Personalmente non uso mai quel termine, anche perché non fa ridere.
          Sulla questione alcolica, scusate, ma nemmeno mi ci metto. Riferimenti a “bevute” in un giornale per ragazzi?! Ma volete scherzare? Avete idea di che cosa succederebbe il giorno dopo? Per favore, non facciamo gli ingenui o le anime candide, su.
          Infine, la lingua indigena “traslitterata” in buon italiano anziché declinata tutta all’infinito (“Io andare”, “Io volere”). Boh. Quelli della mia generazione sono cresciuti con la classicissima immagine del selvaggio di nome Balùba con anello al naso e sveglia al collo che vuole cucinare l’uomo bianco. Ricordi di un tempo semplice e felice. Adesso è evidente che questa cosa non si possa più fare. È un bene? Di getto, direi di no. Però poi mi viene da pensare che quando ero piccolo il più “indigeno” della mia classe (quello nato più vicino all’Equatore) ero io - bambino di Calabria in una classe di biondi settentrionali ariani. Adesso, però, le classi sono multietniche e la questione degli “stranieri” che parlano come Balùba (piaccia o non piaccia) si pone.
          A costo di risultare noioso, non posso che ribadire il concetto: la “cucina redazionale” esiste dappertutto, in tutti i giornali, compresi i fumetti. Credete che in Bonelli o in Astorina o da qualsiasi altra parte non ci sia un redattore che legge e, all’occorrenza, modifica i testi di un autore? Credete che al sottoscritto non siano mai stati modificati testi e battute? La differenza è che nessuno può fare confronti tra le mie sceneggiature “originali” e ciò che è stato pubblicato, dal momento che io preferisco non mettere in circolazione una sceneggiatura, che è uno strumento di lavoro. Intendiamoci, non che non si possa fare, né sto criticando chi invece preferisce divulgarle. Per carità, ciascuno è libero di fare quello che gli pare. Il fatto è che non ne capisco l’utilità e mi pare che sia un comportamento che possa generare situazioni di questo tipo, facendo nascere discussioni assolutamente inutili su questioni che diventano “basilari” solo nella testa di chi vuole che lo diventino.
          Scusate, adesso torno al mio lavoro. :)
          (Faccina obbligatoria, che stempera e sdrammatizza).

          *

          Marci
          Cugino di Alf
          PolliceSu

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            Re: Topolino 2901
            Risposta #49: Lunedì 4 Lug 2011, 09:49:28
            Bha... francamente non riesco a capire come la listona (che ammetto non ho letto completamente perché l'ho trovata poco interessante) possa indignare e generare una polemica in cui si spendono tante parole.

            La lista delle modifiche alla storia di Cimino è una lista di piccolezze. Alcune modifiche sono a mio parere non solo giuste ma pure doverose (se una frase non suona bene l'editor è pagato per correggerla, anche se l'ha scritta Cimino), altre (la maggior parte) sono del tutto insignificanti, altre ancora sono effettivamente inutili ed evitabili ma comunque sempre minime quindi che non danneggiano affatto la storia.  

            Qualsiasi materiale scritto che viene pubblicato (sia un fumetto, l'articolo di un giornale o di una rivista, un libro o altro) viene prima controllato ed eventualmente corretto da un editor. E' normale ed è anche una fortuna perché si sa, nessuno è infallibile e lo sguardo di un occhio neutrale aiuta a scorgere errori o particolari fastidiosi che all'autore irrimediabilmente sfuggono. Ora, io credo che gli editor che lavorano su Topolino non soffrano di deliri d'onnipotenza né godono a modificare arbitrariamente le storie, se fanno delle modifiche è perché da loro punto di vista sono pienamente giustificate e immagino che il più delle volte effettivamente lo sono; poi capiterà sicuramente (si torna al discorso che nessuno è infallibile) di modifiche evitabili e "sbagliate", ciò non toglie che il loro lavoro è il più delle volte fondamentale.

            Mi sono dilungato troppo (fortuna che ho iniziato dicendo che si stavano spendendo troppe parole per una polemica sterile), quindi ora concludo. Sinceramente a me il fatto di non aver letto dei riferimenti al bere o all'età di Zio Paperone non mi ha disturbato più di tanto o mi ha impedito di godermi una buona storia come quella di Cimino di questo numero, storia che nella sostanza non ha subito alcuna correzione rilevante (la lista delle modifiche a mio parere per assurdo dimostra questo). Mi piacerebbe sapere se a quelli che si indignano il fatto di avere letto una storia con qualche correzione ha davvero cambiato qualcosa...

            *

            Andrea87
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              Re: Topolino 2901
              Risposta #50: Lunedì 4 Lug 2011, 09:51:58
              oh finalmente! grandissimo pezzo fausto, adesso sappiamo un pò di cose che fino a ieri erano appena accennate (o bisbigliate :P)

              Solo un appunto:

              Citazione
              Sulla questione alcolica, scusate, ma nemmeno mi ci metto. Riferimenti a “bevute” in un giornale per ragazzi?! Ma volete scherzare? Avete idea di che cosa succederebbe il giorno dopo? Per favore, non facciamo gli ingenui o le anime candide, su.

              recentemente nella storia dei Pirati disegnata da Marco Gervasio su testi esteri, si faceva riferimento nella versione italiana ad una fantomatica bibita speziata, mentre Paperino in originale beveva tranquillamente del grog. Quindi potremmo dire che questa è una censura tipicamente italiana e che tra le varie redazioni non esistono gli stessi paletti?
              Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

              *

              Bonzo
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                Re: Topolino 2901
                Risposta #51: Lunedì 4 Lug 2011, 10:22:37
                Ma “accennate e bisbigliate” da chi?! Gli autori sanno perfettamente come (e quindi che cosa) si debba scrivere sul Topo. Nessuno si fa elucubrazioni su censure e/o auto-censure. Parliamoci chiaro: quello che facciamo è un lavoro stupendo, ma è un lavoro. Veniamo pagati. Il minimo che possiamo fare è farlo come va fatto. Poi, gli autori sono anche tendenzialmente sovversivi e ogni volta che possono “ci provano”. Tempo fa raccontavo al mio editor una gag che mi era venuta in mente.
                Ultima tavola, finale di storia. Successione di vignette in sequenza. Paperino e Paperoga sono seduti sul divano, inquadrati di spalle, davanti al televisore. Paperoga dice a Paperino: “Hai mai avuto l’impressione che ti sia sfuggito qualcosa?” Paperino prende tempo e poi risponde: “No, ma nel caso sia capitato a te, va’ ad aprire la finestra.”
                L’editor ha detto: bella, ma non mi sembra il caso di fare scoreggiare Paperoga. Io dico: hai ragione. Dopodiché, consegno la sceneggiatura con la sequenza finale scritta esattamente come gliela avevo raccontata. Me l’ha cambiata. E ha fatto bene.

                *

                Donnie_Barko
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                  Re: Topolino 2901
                  Risposta #52: Lunedì 4 Lug 2011, 11:26:44
                  Intervengo anch'io, e Fausto dirà che sono banale e non mi impegno, ma lil succo della questione è: ha ragione lui.

                  La questione è semplice: stiamo scrivendo per "Topolino"? Sì.

                  Nelle storie di paperi e topi si vedono allusioni all'alcool, al sesso, violenza vera, malattie terminali e via dicendo? No.

                  Perché queste sono le regole del gioco, che si fa anche una certa fatica a imparare, all'inizio. In una delle mie prime storie avevo scritto "inizia la mia CROCIATA contro lo sporco!" e "Dall'ALTARE nella polvere!". Censurate tutte e due. Al tempo, mi irritai un pochino. Ma accettai il cambiamento. Che c'è SEMPRE. Non solo per motivi come questi, tutti elencati giustamente da Fausto, ma anche per ragioni più prosaiche.

                  Ad esempio tu, sceneggiatore, metti troppa roba in una vignetta, perché sei inesperto, distratto o semplicemente esaltato. Il disegnatore ce la mette. Però tu, sceneggiatore, ci metti anche sette righe di dialogo. Che non ci stanno, nella vignetta già stracolma. Quindi l'editor rimaneggia e cambia. Tante, tantissime volte, migliora la vignetta. E noi autori lo accettiamo. Perché non c'è un rapporto "autore artista buono vs. editor cattivo censore". Il rapporto è tra due persone che hanno lo stesso obiettivo: una buona, bella, ottima storia di Topolino.

                  Io, con il mio editor, fmi comporto come Fausto. Gli racconto idee e battute, e capisco subito cosa funziona e cosa no. L'editor non è un nemico. E'un collega, un alleato. Se poi tu arrivi e scrivi cose che NON c'entrano con Disney, dopo una storia o dopo 300, lui te lo deve dire e deve cambiare. Perché è nella natura del lavoro-fumetto avere a che fare con un editor (o più) e con una redazione. Se poi vogliamo giocare a fare gli artisti cheiononcambiounavirgola, benvenuti. Ma nella cultura di massa, non succede MAI.

                  In TV ti cambiano le battute per una marea di motivi, dalla politica all'ufficio legale della rete. In radio te le cambiano per i tempi. Nel cinema, idem, con in più il fatto che il lavoro d'equipe che porta a un film (anche un corto) è ENORME, e le variazioni decisamente più marcate. Nel fumetto, alla fine, a fare una storia siamo in pochi: sceneggiatore, disegnatore, editor, inchiostratore, letterista, colorista. Quindi è molto più probabile che una storia sia più simile a quella che hai pensato tu, rispetto a un lavoro in TV o nel cinema.

                  Dunque, se vuoi fare l'artista etc. etc., se fai fumetti puoi essere abbastanza contento. Se invece vuoi fare quello che lavora seriamente nel campo della cultura di massa, capisci e accetti che il lavoro non è solo tuo. Anzi: sta a te armonizzare, governare gli spunti, mediare e tirare fuori un bel lavoro. Paradossalmente, molti artisti di oggi sono tali proprio perché capiscono questo meccanismo.

                  Esempio grezzo: Coppola, a inizio carriera, era tormentato dalla produzione che voleva licenziarlo e sbatterlo fuori da uno dei suoi primi film. "Il Padrino". Ora fa i film quando e come vuole... e i risultati non sono gli stessi.

                  *

                  Zangief
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                    Re: Topolino 2901
                    Risposta #53: Lunedì 4 Lug 2011, 11:53:03
                    E va bene, entriamo nel merito. (Poi, però, un giorno mi spiegate come fate a  scrivere sul forum alle tre di notte e svegliarvi la mattina senza sbattere la testa contro tutti gli spigoli e andare a fare pipì nella cesta della biancheria).

                    (Una volta ogni tanto si può anche fare. Per Grrodon non garantisco però. :P)

                    L’età dello zione. Grrodon sostiene che pare essere un tabù a giorni alterni. In realtà, l’“anzianitudine” di PDP è una risorsa umoristica che è sempre stata usata e sempre lo sarà. Io non le conto più le storie in cui ho fatto definire Paperone “anziano” da Paperino. Una volta, se non ricordo male, lo chiama “pensionato”. Domanda: Perché qui c’è la correzione? Risposta: E io che ne so. Forse in quel contesto non faceva ridere, forse sembrava gratuito, forse toglieva ritmo alla battuta.

                    Oh, a me Paperone che tenta di sfruttare a suo vantaggio l’età quando gli fa comodo fa molto piú ridere di Paperone che pretende lo sconto in quanto ex-marinajo. Sarò deviato io. Però mi viene spontaneo pensare, allora, che molto dipenda anche da come si è svegliato il redattore che ti guarda il lavoro. Ci sta anche questa, eh, mica mi sorprende.

                    Io non lo so e (ta-dam!) non lo sapete nemmeno voi (Zangief dice di essere disposto a rispettare il lavoro altrui “purché sia fatto bene”. Ecco, Zan, il punto è esattamente questo: chi stabilisce se un lavoro editoriale è stato fatto bene?).

                    Nessuno, solo il buon senso. Ma se non ti avessi trollato a morte con quella frase, avresti risposto, visto come ti eri defilato? :P

                    Che cos’altro c’è? Situazioni violente? Stessa cosa. Le botte in testa ci sono e ci saranno sempre (figuriamoci se su un giornale a fumetti per ragazzi si possono togliere…). La correzione segnalata, quella del martello con il manico isolante, mi pare (ipotizzo) dettata da ragioni di, diciamo così, umorismo visuale. A volte fa più ridere uno che ti insegue con un martello anziché uno che ti colpisce direttamente in testa. Anche qui, questione di sfumature, sensibilità, opportunità. Mi viene solo da dire: Ma guarda un po’ se questa può essere una questione sulla quale mettersi lì a elucubrare.

                    Oh, mi è capitato di avere la sceneggiatura e ho fatto semplicemente il confronto. Certe domande mi sono venute spontanee. Mi conforta di non essere stato il solo, almeno. C’è da dire che le stelline sulla capoccia di Pennellator ci sono, quindi la sua botta se l’è presa... ma son dettagli.

                    Proseguiamo. “Dannato” in luogo di “malnato”. Secondo me la religione non c’entra un sicono essiccato. Probabile che “dannato” risulti parolaccia e “malnato” no. Personalmente non uso mai quel termine, anche perché non fa ridere.

                    A me malnato suona parolaccia quanto dannato. Anzi, dare a uno del “nato male” mi suscita anche piú repulsione di augurargli l’inferno. Sarà che sono ateo. :P

                    Sulla questione alcolica, scusate, ma nemmeno mi ci metto. Riferimenti a “bevute” in un giornale per ragazzi?! Ma volete scherzare? Avete idea di che cosa succederebbe il giorno dopo? Per favore, non facciamo gli ingenui o le anime candide, su.

                    Ma infatti questa era facile, e nemmeno nuova. È intuibile che alla Egmont non si facciano di questi problemi perché, diversamente da noi, in Scandinavia sono dispostissimi a riconoscere che i giovani tracannerebbero di brutto con o senza esempi fumettati davanti. Il che non rende comunque le loro storie migliori della media italiana, anzi. Casomai ci volesse una prova che l’allentamento dei paletti non fa da solo la qualità di una storia.

                    Infine, la lingua indigena “traslitterata” in buon italiano anziché declinata tutta all’infinito (“Io andare”, “Io volere”). Boh. Quelli della mia generazione sono cresciuti con la classicissima immagine del selvaggio di nome Balùba con anello al naso e sveglia al collo che vuole cucinare l’uomo bianco. Ricordi di un tempo semplice e felice. Adesso è evidente che questa cosa non si possa più fare. È un bene? Di getto, direi di no. Però poi mi viene da pensare che quando ero piccolo il più “indigeno” della mia classe (quello nato più vicino all’Equatore) ero io - bambino di Calabria in una classe di biondi settentrionali ariani. Adesso, però, le classi sono multietniche e la questione degli “stranieri” che parlano come Balùba (piaccia o non piaccia) si pone.

                    E anche questo mi era venuto da pensarlo. È triste costatare che ormai non vale nemmeno piú trasferire queste immagini su popolazioni immaginarie in luoghi inventati. Perché sono pur sempre stereotipi di qualcun altro, anche se trasferiti su gente inesistente. Altrimenti non avrebbero avuto ragione i nativi americani di protestare per la tribú dei Piccaninny di Peter Pan, che pur essendo inesistente rimane un concentrato di preconcetti che si sono sempre attribuiti ai nativi nel loro complesso: tutti uguali, indistinti per tribú e linguaggio, piumati, pittati, coi tipí e i totem. Capisco anche che li faccia arrabbiare.

                    A costo di risultare noioso, non posso che ribadire il concetto: la “cucina redazionale” esiste dappertutto, in tutti i giornali, compresi i fumetti. Credete che in Bonelli o in Astorina o da qualsiasi altra parte non ci sia un redattore che legge e, all’occorrenza, modifica i testi di un autore? Credete che al sottoscritto non siano mai stati modificati testi e battute?

                    Mai detto. Fosti sempre tu a riferire delle battute che ti tolsero in Dottor Mouse, no? Ma sei stato tirato in ballo perché per prima mi è venuta in mente la tua storia, visto che lo scherzone sui centoventisei anni mi aveva fatto ridere e quindi m'era rimasto in testa. Toh, ora che ci penso c’era anche la battuta di Enna con Nonna Papera: “anziana sarà tua sorella!”. Anche lui “ha potuto”. E come voi un sacco di altri, Cimino incluso... fino a questa storia. Per questo mi è stonata. E mi sono chiesto il motivo. Non mi pare tanto difficile da capire.

                    La differenza è che nessuno può fare confronti tra le mie sceneggiature “originali” e ciò che è stato pubblicato, dal momento che io preferisco non mettere in circolazione una sceneggiatura, che è uno strumento di lavoro. Intendiamoci, non che non si possa fare, né sto criticando chi invece preferisce divulgarle. Per carità, ciascuno è libero di fare quello che gli pare. Il fatto è che non ne capisco l’utilità e mi pare che sia un comportamento che possa generare situazioni di questo tipo, facendo nascere discussioni assolutamente inutili su questioni che diventano “basilari” solo nella testa di chi vuole che lo diventino.

                    Ma infatti Cimino nulla sa. Anzi, è probabile che tutto questo possa anche irritarlo verso il sottoscritto. Non l’ho mai visto arrabbiato, ma non credo di volerlo vedere. :P
                    Però, Fausto, mi deludi. Anni e anni a sfottere i nerd per la loro fissazione sui dettagli tralasciando la visione generale, e ancora ti sorprendi? ;)
                    « Ultima modifica: Lunedì 4 Lug 2011, 11:55:11 da Zangief »

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                      Re: Topolino 2901
                      Risposta #54: Lunedì 4 Lug 2011, 13:26:53
                      Nelle storie di paperi e topi si vedono allusioni all'alcool e via dicendo? No.

                      Se poi tu arrivi e scrivi cose che NON c'entrano con Disney, dopo una storia o dopo 300, lui te lo deve dire e deve cambiare.

                      Però in passato storie nelle quali c'erano ben più di semplici allusioni all'alcool sono apparse... mi viene in mente la bellissima (sempre di Cimino) Zio Paperone e il Vin Pepato Solamente la prima pagina farebbe venire un colpo ai redattori di oggi? Oppure anche in Zio Paperone e il cinquantennio della tuba assistiamo a scene con personaggi ubriachi o a violenza (uno viene addirittura impiccato!)... eppure sono storie ristampate negli ultimi anni su Disney BIG. E io non credo che il pubblico del BIG sia più maturo di quello del topo... perchè questa differenza di trattamento?

                      Con questo, non voglio assolutamente dire che voglio alcool o violenza, per carità. Mi stupisco solo che adesso Cimino venga censurato se scrive storie nuove mentre quelle vecchie vengono tranquillamente pubblicate. Boh!

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                        Re: Topolino 2901
                        Risposta #55: Lunedì 4 Lug 2011, 14:13:41
                        Prima premessa per coloro ai quali fosse sfuggita: Faustone ci aveva dato tante indicazioni già nel topic delle censure; invito a leggere quei passaggi, molto utili.

                        Seconda cosa. Non andiamo indietro ai secoli dei secoli per certe questioni e prendiamo Paperino e la bifora pisana (sempre di Cimino, mi pare disegnata da Amendola), pubblicata neanche dieci mesi fa. Il barbuto di turno tranquillamente si tracanna quel che egli chiama rosso senza problemi.

                        Come la mettiamo? Era solo sfuggita? Però mi fa comunque due pesi-due misure su due storie differenti.

                        Comunque sia, sono stradaccordo con Fausto quando afferma che il redattore deve essere un collaboratore alla stesura della storia, non un nemico. Giusto, giustissimo. Ed è anche vero che è inutile incavolarsi se il suddetto redattore ha il bastone del comando (come disse J.M. Strackzynski): ne venga fuori qualcosa di veramente utile per la storia, però, e non un coacervo di correzioni meramente stilistiche, o di modifiche che non strappano sorrisi di sorta!

                        Allora, a questo punto, non sarebbe il caso di dirci chiaramente, come altri hanno già chiesto, quali siano questi paletti che si sono radicati in Disney? Più che altro, per aiutare noi lettori e fanatici a capire perché  non si possa parlare di alcool, droghe, religioni e similari, quando il mezzo Disney, se ben impiegato, potrebbe dare grandissimi insegnamenti ai bambini anche su tematiche scottanti (vedi le storie di fine anni '80 dedicate al telefono azzurro).

                        Però a questo punto poniamoci una domanda diversa: Gottfredson e Barks oggi come oggi sarebbero da vietare ai minori, visti i temi trattati nelle loro storie? Dovremmo impedire ai nostri figli di leggere quei fumetti perché divenuti politicamente scorretti o inaccettabili? E perché soprattutto inaccettabili, domanda la cui risposta credo sia la chiave di volta per capire una volta per tutte come stanno le cose?

                        Nella Saga donrosiana, a un'impiegata sfugge un "Dio vi benedica, signor De Paperoni!" pubblicato senza problemi o difficoltà. Anche qui, che dovremmo pensare? La Saga va vietata ai piccoli perché c'è un riferimento a Dio?

                        Taccio di quel che vien fatto alle storie di Martina, perché è stranoto, come accade anche ai Barosso e allo stesso Cimino.

                        Fausto, Roberto, dateci un'idea "definitiva" voi, per favore, perché sennò non ce ne verremmo mai fuori!

                        E vi garantisco che sarebbe un bene per tutti, se finalmente a noi lettori fosse concesso di capirci qualcosina in più su censure e paletti messi in Disney, neanche fossero un segreto di stato irrivelabile! ;)
                        « Ultima modifica: Lunedì 4 Lug 2011, 14:15:06 da pkthebest »

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                          Re: Topolino 2901
                          Risposta #56: Lunedì 4 Lug 2011, 14:35:10
                          P
                          Fausto, Roberto, dateci un'idea "definitiva" voi, per favore, perché sennò non ce ne verremmo mai fuori!


                          Voi o, almeno, alcuni di voi non ne verrebbero fuori lo stesso. Non esiste nessuna “bibbia dei paletti”, gente. Sono tutte costruzioni auto-costruite. Godetevi le storie, godetevi la vita, accettate di stupirvi. E se non siete più disposti a stupirvi con storie di topi e paperi parlanti, forse dovreste passate ad altro, giacché quando i paperi parlanti vengono troppo razionalizzati, qualcosa non funziona più nel patto tra autore e lettore. Aprite il cuore, non solo la mente (il cervello, diceva Woody Allen, è l’organo più sopravvalutato del corpo umano).
                          Dài, finiamola qui, che ne dite? :)

                          *

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                            Re: Topolino 2901
                            Risposta #57: Lunedì 4 Lug 2011, 14:47:32
                            Non è che ci sia una "lista": però, se leggi e soprattutto se vuoi scrivere Disney, i paletti "li conosci" e basta. Anzi, spesso è proprio questo uno dei criteri per i quali si arriva a scrivere il Topo, a mio parere. Se tu mi presenti un soggetto in cui Paperino si ubriaca e poi spara a Quo, vuol dire che non hai capito niente di fumetto Disney.
                            Quando sono entrato io, facevo sicuramente qualche errore: ma meno della norma, quindi è stato facile correggerli.

                            Insomma, il criterio è la sensibilità dell'autore, unita a quella dell'editor. Come accade in tutti gli ambiti creativi legati al commercio, come dicevo nel post precedente. E'chiaro che sesso, violenza di un certo tipo, sangue etc. non c'entrano. Ma alcuni paletti dipendono, e qui mi riallaccio al post di Sasuke, anche dal PERIODO STORICO. Dopo l'11 settembre, se ci fate caso, non si sono visti aerei che precipitavano, nelle nostre storie. Perché? Provatevi a mettervi nei panni di un bambino di 6 anni che vede le Torri abbattute, i suoi genitori preoccupati e poi rivive questo trauma sul Topo. Altro esempio personale: in una delle mie prime storie, la prima pubblicata poi su PK Cult, avevo in mente un finale in cui esplodeva un deposito di fuochi artificiali. L'editor mi fece giustamente notare che se quella storia fosse uscita a Natale o Capodanno, quando purtroppo succede spessissimo che un deposito di fuochi esploda uccidendo delle persone, il Topo non ci avrebbe fatto una gran figura.

                            Altri paletti arrivano dalla considerazione che il nostro target è soprattutto quello dei bambini, 8-10 anni. Poi è vero che scriviamo per tutti: ma dobbiamo farci capire da loro prima, e poi da tutti gli altri. Qualche tempo fa un aspirante autore mi mandò dei soggetti. In uno di essi, Paperino trovava nel giardino di casa un elmo medievale (!). Lui se lo metteva, ma quando se lo toglieva, l'elmo gli aveva CANCELLATO LA FACCIA. Pochi giorni dopo, il grande Alessandro Sisti, nostro docente in Accademia, ci spiegò che una delle paure più grandi dei bambini a quell'età è la perdita dell'identità. Know what I mean?

                            Più in generale, il Topolino di oggi è molto diverso da quello degli anni 90, 80, 70 eccetera. CERTO che Cimino poteva scrivere certe (egregie) cose nel 1970 e rotti. Allora, Manetta e Gamba fumavano apertamente e Topolino (me lo ricordo bene) andava a giocare a biliardo con Pippo, al bar. Paperino inseguiva i nipotini col battipanni. Oggi, giustamente, l'atteggiamento su fumo e punizioni corporali è un po' diverso. La storia di Cimino resta com'è, però, perché non sarebbe giusto rimaneggiarla o peggio: ma soprattutto perché il pubblico di BIG, Classici eccetera è di bambini... ma anche di adulti. Come noi. Che si offendono meno, anzi ci ritrovano "le belle storie della loro infanzia", o almeno così le ricordano loro, quando sarebbe meglio dire: le storie della loro infanzia, alcune molto belle, alcune orrende, un sacco di medie, come è sempre stato e sempre sarà, perché è nella natura delle cose, per l'autore singolo e per il Topo in generale.

                            *

                            Carlo Panaro
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                              Re: Topolino 2901
                              Risposta #58: Lunedì 4 Lug 2011, 14:50:55
                              Gulp! - Amici animali: Il giornale (Figus/Guerrini) [erroneamente attribuita a Ubezio]
                              Gulp! - Amici animali: L'iutante (Figus/Guerrini) [vedi sopra]

                              Volevo fare presente a chi si occupa dell'I.N.D.U.C.K.S. che i testi di questi due "Gulp!" sono miei (erroneamente attribuiti a Figus) mentre i disegni, come avete notato, sono di Francesco Guerrini.
                              Grazie e ciao a tutti!   :)

                              *

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                                Re: Topolino 2901
                                Risposta #59: Lunedì 4 Lug 2011, 14:53:31

                                Ma alcuni paletti dipendono, e qui mi riallaccio al post di Sasuke, anche dal PERIODO STORICO. Dopo l'11 settembre, se ci fate caso, non si sono visti aerei che precipitavano, nelle nostre storie. Perché? Provatevi a mettervi nei panni di un bambino di 6 anni che vede le Torri abbattute, i suoi genitori preoccupati e poi rivive questo trauma sul Topo.

                                Capisco il discorso (sorry a Fausto, ma non riesco a trattenermi), ma non si sta esagerando nell'altro senso? Voglio dire: io trovo che un aereo che precipita sul Topo, nella sua innocuità, può aiutare ad esorcizzare le paure, no?

                                 

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