Effettivamente è il peggior numero post restayling.
La stella della buona sorte è il classico giallo di cui anche un inetto come l'ispettore Gadget avrebbe capito subito il colpevole. Topolino e Pippo sono sempre un'accoppiata vincente ma non c'è paragone con altre storie come, ed è solo uno degli innumerevoli esempi, L'ultimo caso di Topolino http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2764-1 del grande Faraci. Non c'è suspance e la morale è spiattellata in fretta e furia nella sequenza finale. Anch'io penso che sia buona cosa che una storia abbia una morale, ma non dimentichiamoci che deve essere il lettore a trovarla tra le righe del racconto: più la morale è esplicitata, meno è efficace.
Ognuno ha i suoi gusti e rispetto la tua opinione.
Innanzi tutto, premetto che la mia storia non è "il classico giallo", quindi non è paragonabile al genere di storie da te citate. Se conosci le mie storie, saprai che, spesso, ho unito diversi generi di trama. In questo caso, si tratta di una storia vacanziera nella quale sullo sfondo di una suggestiva ed esotica leggenda, Topolino e Pippo vivono un'avventura nella quale è inserito soltanto un pizzico di mistero. Nulla a che vedere, perciò, con gialli tout court.
Nella mia mente, come in quella di altri utenti, la scoperta del colpevole non mi è sembrata degna di un inetto, come tu scrivi, (soprattutto, ribadendo che non si trattava di una storia gialla a 360°!)nè lo sviluppo privo di suspence.
In quanto al significato morale... be', come penso saprai, talvolta non solo io ma anche miei colleghi l'abbiamo usato esplicitamente. Sono d'accordo con te che "dedurlo" in alcuni casi è meglio, ma ci sono storie come questa in cui, a mio parere, concludere l'avventura così ci sta bene.
Penso che, comunque, un po' più di garbo nel giudizio, anche quando la storia non piace, non guasterebbe, visto che ci sono dietro tanto impegno e lavoro, con la volontà di offrire ai lettori un po' di sano svago. Alla prossima!