Oh, eccolo qui, il "Topolino" più bello degli ultimi mesi! E non temo di dirlo, non sto a riguardare i sommari dei precedenti numeri, perchè per quanto ultimamente la qualità media delle storie del settimanale IMHO si sia alzata parecchio tra Casty, Artibani ecc, una tale concentrazione di storie di gran qualità e con grandissimi autori al lavoro in un solo numero è qualcosa di raro e prezioso. Su quattro storie presenti, 3 sono delle ottime storie scritte e disegnate da dei grandissimi e che quindi tutte insieme rendono questo particolare numero un "caso" da non farsi sfuggire assolutamente.
Il numero si apre con una storia divertentissima.
Dinamite Bla in: Una Questione di Famiglia e Melanzane (Gagnor/Freccero) in cui Roberto Gagnor, sceneggiatore che l'anno scorso ha mostrato a più riprese di essere uno dei migliori sceneggiatori attuali, al netto di alcune brevi non proprio brillanti, qui si scatena approfittando dell'avere in mano la storia di apertura e un personaggio come Dinamite che, ereditato dal suo amico Vitaliano, fa vivere in una situazione classicamente foriera di risate: una riunione di famiglia!
Gagnor mette in piazza tutta la sua grande vena ironica, in passato sfoderata in maniera eccezionale con Quackligth, e sforna una storia arguta e divertente dove l'interazione tra Paperino e Dinamite è ottima, l'inserimento di Paperina al posto dell'usuale Paperoga dà una ventata di novità funzionale alla trama e la storia si dimostra frizzante e godibile.
Dal canto suo Andrea Freccero si sbizzarrisce nel creare tavole bellissime, dove i due Paperi hanno echi cavazzaniani ma il resto del cast (gli innumerevoli parenti di Dinamite e il misantropo stesso) godono del tratto "folle" e dinamicissimo tipico dell'artista. Zia Spingarda sembra uscire da un film di Miyazaki, un comignolo che sbuca da un cappello mi ricorda Giovan Battista Carpi e uno smile su un altro copricapo strizza l'occhio a
Watchmen Cronache dal Pianeta T - Il Tempo Futuro (Vitaliano/Sciarrone) è il capitolo conclusivo di questa lunga saga. Fausto per primo non si dice soddisfatto della resa finale della storia, essendogli rimaste molte cose nella penna, e io stesso devo ancora capire come inquadrare una saga che nelle mie valutazione risulta tormentata e altalenante. Urge quindi rilettura, che effettuerò appena possibile per avere una visione d'insieme il più completa possibile su un progetto che è comunque imponente e importante per più di un verso.
Per quanto riguarda quest'ultimo episodio, mi dico più che soddisfatto comunque: Fausto porta a termine in una puntata ricca di rivelazioni la trama principale dell'avventura, lasciando in ombra alcune cose che saranno riprese in futuro. La rivelazione principale sui nostri quattro protagonisti mi è molto piaciuta, così come lo scontro finale con un Macchia Nera decisamente in forma e molto cattivo. Lo scontro è molto avventuroso, ben scritto e catartico, e porta alla conclusione per me inaspettata e per questo gradita.
Le ultime tavole portano un bel messaggio, non nuovo ma importante e ben trasmesso. In tutto questo inutile dire che Sciarrone crea anche stavolta qualcosa di graficamente eccelso, specie nelle due scene di "crolli".
Ma arriviamo alla vera perla del numero, alla storia migliore.
Macchia Nera e la Vacanza a Scacchi (Radice/Turconi) è una storia che mi era stata annunciata in
questa intervista dagli autori, e da allora la aspettavo con impazienza. Non sbagliavo a scalpitare giacchè la storia è un piccolo capolavoro che dimostra una volta di più la grande sinergia tra i due coniugi che ancora una volta costruiscono una loro storia partendo da una delle loro tante vacanze.
Ecco allora Topolino e Minni in vacanza a Londra, che incontrano... Macchia Nera! Topolino drizza subito le antenne con il criminale in vista, mentre Minni lo incoraggia a vederlo semplicemente come un "amico" in vacanza. Ma ovviamente Macchia non è nella capitale inglese in villeggiatura, ma sta studiando un nuovo colpo... Un plot ingegnoso e una caratterizzazione pressochè perfetta dei tre protagonisti sono gli ingredienti che rendono la sceneggiatura della storia qualcosa di ottimo e perfetto, in cui tutto è in ordine, tutto funziona, tutto scorre benissimo nell'alternare umorismo ad azione e thriller quasi archeologico. Il rapporto tra Macchia e Topolino e Macchia e Minni, la raffinatezza del villain che non si fatica a credere che sia uno dei personaggi preferiti di Teresa: è sempre stato un personaggio molto difficile da scrivere secondo me, ma l'autrice riesce qui a coglierne quell'essenza dandy e raffinata che ne è la cifra stilistica e che distingue il criminale dalle altre nemesi di Topolino.
Mickey è trattato altrettanto bene, specie nel suo rapporto con Minni che qui viene raccontato in modo così scanzonato e simpatico da renderlo davvero reale e credibile in tanti aspetti e sfumature.
Da notare il riferimento colto inserito, dato che il personaggio di John Belzon da cui Macchia Nera apprende alcune cosette utili per il colpo che progetta altri non è che la versione disneyana di
Giovanni Battista Belzoni La perfetta macchina costruita da Teresa però è tale anche perchè si completa con gli ottimi disegni di Stefano, che qui su scatena offrendo una versione perfetta di Macchia, tanto nelle espressione quanto nel look, e un Topolino e Minni ottimi ovviamente nell'aspetto, come sempre ci ha abituati il disegnatore, ma che spiccano e si distinguono dalle altre storie per gli abiti, che finalmente si differenziano rispetto agli standard offrendoci un guardaroba variegato, ispirato a quello dei due autori e che contribuisce sostanzialmente e rendere realistici i due protagonisti, oltre che adorabili.
I panorami londinesi sono realizzati ottimamente (la bella quadrupla col Big Ben parla da sola
) e in generale ogni tavola è una gioia per gli occhi.
Un vero e proprio gioiello che conferma ancora una volta come la coppia formata da Teresa e Stefano partorisce sempre storie da leggere e amare, perchè traspare la passione con cui le realizzano. Questa non fa eccezione, anzi ne è uno dei più floridi esempi
A proposito del Macchia Nera dandy di questa storia, posto anche il bellissimo disegno che Stefano mi fece quando andai a casa dei coniugi per
l'intervista