Caro Bramo,
mi hai tolto le parole dalla tastiera!
Stavo per raccontarvi qualcosa di più su Rachmaninoff, ma mi hai preceduto in modo eccelso: GRAZIE.
Anche a Malachia, perché mai sarei stata in grado di inserire un link a Wikipedia, antitecnologica come sono.
Comunque sì, Rachmaninoff aveva 60 anni nel 1933 e si trovava proprio negli Stati Uniti. Sono autentici anche i ricordi della sua infanzia spensierata e un po' scapestrata, delle regole impostegli al Conservatorio di Mosca, fino al clamoroso e deprimente fallimento della sua Prima Sinfonia a Pietroburgo, all'età di 24 anni: il direttore d'orchestra, in verità, era UBRIACO (e non certo di bibite gassate come il mio Gassatov
!).
Parole sue anche quelle che Plottigatt (Grattiplot o Grottiplat o Gattiplot che dir si voglia) cita a pagina 60 e verità storica il pianoforte, passato di nonno in padre in figlio.
Insomma: buuuuh, la Radice non si è inventata niente
.
Autenticamente russe le scritte sui contenitori del tè e sulle matrioske, ovviamente, e anche il samovar e i piroshki (pesantini, eh...) e la storia dell'uso della panna acida in cucina (ma dubito sia panna andata a male, anche se Minni continua a sostenerlo...). E autentiche le partiture musicali nei balloon, manco a dirlo.
Che altro aggiungere?
Il grandioso Piano Concerto n°2 ha fatto da colonna sonora a questa storia mentre la pensavo e la scrivevo, ma non perdetevi anche il Piano Concerto n°3, intorno al quale, tra l'altro, ruota uno splendido film con protagonista Geoffrey Rush, intitolato "SHINE".
Vedere - e ascoltare - per credere!
Alla prossima!
la Radice