Allora, dire che una storia di Casty è molto bella sembra ormai quasi scontato, e comunque questa probabilmente non sarà mai fra quelle che si citano tra i suoi capolavori... detto questo resta il fatto che è davvero difficile trovare un solo difetto nella sceneggiatura de "Il caso Parallax". Un giallo costruito a regola d'arte dove ogni elemento si incastra alla perfezione in un meccanismo costruito in maniera intelligente e precisa. Ripeto in futuro non la citeremo come esempio dello straordinario talento di Casty ma nonostante questo rimane una storia che da sola vale il prezzo del biglietto.
Tra l'altro Casty è così bravo da darmi l'impressione che a lui venga concesso di più rispetto che ad altri autori... per lo meno io non ricordo di aver visto in altre storie insinuazioni di infedeltà coniugale o personaggi che si rovinano al videopoker.
Mannaggia a te, editali prima gli spoiler! Me lo sono letto prima che te lo cambiassero.
Poi: io non ho mai avuto l'idea che a Casty venisse concesso di piú rispetto ad altri. Anzi, ho sempre avuto l'impressione, specie nel periodo Muci, che si trattenesse parecchio (o che
lo trattenessero, vai a sapere. Piú probabile un mix delle due).
Ti ricordo che fu Ambrosio a far pronunciare a un personaggio l'impronunciabile (fino allora... e anche dopo, a onor del vero) in un episodio di WOM ("MORTO?"), e a fare la gag della suocera abbandonata nel ciclone... e grazie a Vitaliano abbiamo visto governi corrompere le masse e gente che rutta e se la fa nelle mutande. Ma siamo sicuri che tutti quanti dopo Ambrosio siano corsi a mettere "morto qua, ammazzato là" nelle storie, o che dopo Vitaliano si siano messi a dipingere Hitler che spetezza sulle folle? Gli autori ci provano, la redazione vede caso per caso a seconda del momento. Poi ci sono gli autori che non ci provano, eh. Per mia esperienza Cimino non propone oltre le trenta tavole perché è dai tempi di Cavaglione che gli dissero che quello era il massimo... e non ci ha piú provato. Potrebbe, eh. Chi glielo vieta? Ma non lo fa.
Infine c'è da dire che siamo talmente abituati alla censura made in MOIGE che la presenza di certi elementi che a parole tanto diciamo di desiderare finisce per scandalizzare
persino noi. E se siamo arrivati a questo punto, è inutile continuare: alziamo bandiera bianca e facciano un po' quel che gli pare, e torniamo a Manetta senza sigaro e a niente ombrelli perché sono simboli fallici.
Dovremmo
gioire a notare certe cose, invece di partire con le insinuazioni che "il tale è il cocco della reda".