Tornato fresco fresco (si fa per dire...) da Lucca, il primo giorno del rientro nella vita normale è stato allietato dal "Topo" di questa settimana, comprato per potermi gustare la conclusione del kolossal di Casty.
Topolino e la Marea dei Secoli - Terza e Quarta Parte (Casty) ci regala un Casty che non delude, che nell'intervista che gli ho fatto per Lo Spazio Bianco dimostrava di tenere in modo particolare a questa avventura e di ritenerla addirittura la sua storia migliore. Non so se condividere il suo parere, ma sicuramente anch'io penso che La Marea dei Secoli sia una delle prove più riuscite nel panorama delle storie dell'autore.
Il motivo è presto detto: c'è tutto. Tutto quello che dovrebbe esserci in un'ottima storia Disney, tutto quello che mi piace trovare in un'avventura di Mickey Mouse, e praticamente tutta la gamma di emozioni che un'opera narrativa ha il potere di scatenare. Nella quattro parti che compongono la storia abbiamo infatti un pericolo di livello mondiale, un Topolino in perfetto equilibrio tra l'essere l'eroe ma anche simpatico e uomo comune che si trova in eventi più grandi di lui, tematice forti e importanti trattate in modo nient'affatto scontato, comprimari gestiti benissimo, il sapore della grande avventura, un pizzico di satira collegata ai temi presenti, ottimi dialoghi e disegni che in alcune vignette fanno cascare la mascella a terra.
Dopo aver gettato le basi, nelle prime due puntate, per costruire il suo intreccio, nella seconda metà della storia Casty porta brillantemente a termine la sua opera, prendendosi tutto lo spazio che gli serviva per orschestrare la trama. L'idea che l'Africa, il Mediterraneo e Venezia siano usati come pattumiera del mondo o come laboratori in cui riversare manipolazioni genetiche fallite è inquietante, ma purtroppo prospettive del genere non sono neanche così fantascientifiche, mentre ovviamente il cuore del messaggio che l'autore vuole consegnarci lo troviamo nella quarta parte, quando Topolino si confronta finalmente con la Fenice, quando si affronta chiaramente il tema della riscrittura della Storia e soprattutto quello dell'uguaglianza imposta, che già si era osservato nello scorso numero. E' questa una tesi complessa, specie da trattare sul "Topo", perchè viene infatti spontaneo pensare che l'uguaglianza tra cittadini sia la chiave perchè ognuno sia libero. Ma se questo vale - o per meglio dire, dovrebbe valere - a livello di giustizia legale, a livello sociale un'uguaglianza assoluta che non tiene conto delle differenze personali e accomuna tutti sotto l'egida di qualcosa (che può essere la moda, o può essere un acceso nazionalismo) non si chiama "libertà" ma si chiama "conformismo" che in casi limite può sfociare nall'annullamento delle differenze personali che sono invece il tesoro prezioso di ciascuno.
Il finale dell'avventura, col colpo di scena che mi ha preso di sorpresa e con l'epico ripristino dello status quo, appaga senza dubbio il lettore perchè conclude in maniera eccellente una storia importante e significativa, non solo nell'ambito della produzione di Casty ma anche per il fumetto Disney.
I disegni sono un capitolo a parte: se in alcune vignette dello scorso numero non mi avevano convinto moltissimo, offrendo comunque anche cose buonissime come certi sfondi e certe espressioni di Mickey, in questa seconda metà l'autore offre spettacolo puro che raggiunge il vertice nella rappresentazione della Fenice in volo, che fonde bel disegno e atmosfera per creare vignette che arrivano dritte alle emozioni del lettore. Per non parlare delle ambientazioni, come la spettrale Venezia o il Mediterraneo o gli interni dei palazzi... insomma, anche graficamente siamo su alti livelli e ne sono contento.
Il settimanale offre comunque almeno un'altra storia valida. E' la seconda prova di Francesco Artibani sul "Topo" dopo il suo ritorno di qualche mese fa, e lo fa riprendendo in mano il ciclo ideato anni fa da Vitaliano e Bosco, cioè DoubleDuck. DoubleDuck Agente Zero - Nemico Pubblico (Artibani/Mazzarello) è la nuova saga che vede protagonista la versione 007 di Paperino. Artibani, per sua stessa ammissione su questo forum, tratta questo tipo di storie rifacendosi all'atmosfera di PKNA e devo dire che la cosa si sente molto, soprattutto nelle prime tavole che precedono quella con il titolo. In fondo DD concettualmente si è sempre rifatto molto a PK, vuoi per tipo di sceneggiature e dialoghi, vuoi per l'impostazione grafica, e l'autore IMHO non sbaglia quindi a ripescare i fasti delle new adventures del papero mascherato, piegandole all'ambientazioni spionistica che fa da cornice a DD.
La storia in questione è ovviamente solo la prima parte del nuovo pasticcio in cui si trova Paperino, ma il modo in cui Paperino agisce e parla è veramente perfetto, e anche il rapporto con Paperina è ben descritto. Un inizio molto promettente e riuscito.
Disegni buoni, anche se Mazzarello continua a non convincermi mai del tutto.
Infine il numero contiene La Posta del Cuore di Dinamite Bla - Il Primo Appuntamento (Gagnor/Soldati) che comse sempre riesce a strappare qualche sorriso, e la danese di turno, Paperino e il Vaso del Mistero (Transgaard/Cavazzano), che come trama non è neanche brutta o scontatissima... cioè, lo spunto forse lo è ma viene gestito bene a suon di riferimenti a X-Files, al Paperino pieno di sè ecc, e il finale mi ha anche divertito. Ma ovviamente il tutto è nobilitato da Giorgio Cavazzano alle matite, che fa sempre un gran bene a qualunque storia. Il disegno è sempre curato, ben fatto, il suo Paperino è sempre meraviglioso e anche i comprimari sono rappresentati benissimo. Sempre un Maestro.