Parto con il presupposto che nelle scorse settimane sul "Topo" sono uscite belle cose che conto di recuperare in settimana tramite la mia bilioteca, tra la saga sulla storia dell'arte a cura di Roberto Gagnor, il DoubleDuck di Artibani e quello di Vitaliano e altro, ma intanto è uscito il numero natalizio del "Topo", che fa parte delle mie tradizioni di questo periodo dell'anno, difficilmente salto l'albo che esce nella settimana di Natale.
La cosa vale doppio quando vi sono ospitati all'interno autori che stimo e amo: l'anno scorso mi andò benone con storia in 3 parti di Tito Faraci, quest'anno non si è da meno avendo un Casty completo e l'accoppiata Vitaliano/Sciarrone. Che tra l'altro sono le uniche due storie natalizie, peccato.
Topolino e il Cappotto da 1 Dollaro (Casty) è una storia assolutamente poetica, dolce e leggera, che riesce a parlare di Natale rifuggendo i modi banali che spesso imperversano in questo tipo di avventure e presentandosi con una trama tanto semplice quanto efficace.
Sembra di rivedere il Mickey di Gottfredson nelle espressioni di genuino entusiasmo che ha Topolino quando capisce che il cappotto che ha trovato è magico! Nelle mani (e nei disegni) di Casty il protagonista ringiovanisce, torna quello spontaneo giovane uomo pronto a stupirsi senza remore e a cavalcare le avventure che gli cadono tra capo e collo. Allo stesso modo è sempre bella la Minni di Casty, che riesce a risultare simpatica pur nella sua caratterizzazione di fidanzata gelosa.
Discorso a parte merita Gambadilegno: abbiamo finalmente un Pietro che non si fa remore a prendere a revolverate Topolino e una giovane ragazza durante le Feste di Natale. Un Pietro che poi, vittima delle sue stesse manie di grandezza, deciderà di spendere il potere del cappotto per mangiare in un ristorante da ricconi, in linea con una certa visione "spaccona" del personaggio.
A parte le caratterizzazioni dei protagonisti, questa "favola di Natale" è bella e magica proprio per il messaggio che dà, senza Babbo Natale o altro in mezzo ma solo con un uomo che di fronte a un'opportunità non esita a usarla per fare del bene. Questo è essere perfettino? Direi di no, il solo fatto che al giorno d'oggi sia un comportamento raro e "fuori moda" non significa che chi scrive, specie per un pubblico composto anche da bambini, debba esimersi dal mostrare che gesti del genere sono possiibli e auspicabili. Che una persona come Topolino è bello credere che esista, anche da al di là dei fumetti magari, un Topolino non perfettino ma normale cittadino con bella predisposizione d'animo. Una persona che fa la cosa giusta.
C'è quindi una morale di fondo in questa storia, ma fortunatamente ci siamo risparmiati una storia dolciosotta e banale a suon di festoni e ghirlande per avere un'avventura intrisa di quello spirito chiamato natalizio ma che in realtà dovrebbe essere presente tutto l'anno. Una storia che in modo delicato mostra la disparità di ceti sociali, disparità non soltanto economica ma anche di atteggiamento. Una disparità che non guarda in faccia nemmeno al Natale ma che anzi proprio a Natale si fa più marcata.
Il tutto in una trentina di bellissime tavole che non risparmiano battute bellissime come quella sull'i-phone o Volta&Gabbana.
Un bellissimo regalo di Natale, insomma.
Cronache dal Pianeta T - La Vera Storia di Babuz Natillan (Vitaliano/Sciarrone) è la seconda e ultima storia natalizia del numero. Vede il ritorno della saga del Pianeta T, uno degli eventi topolineschi del 2011, e quindi la coppia di autori che l'ha animata finora.
La storia stavolta è autoconclusiva e, dopo un divertente e veloce viaggio nelle feste popolari dei tillanici, ci parla della festa della Sanapiàantaz, corrispettivo del nostro Natale dove il clou è rappresentato dai cittadini che devono raccontare una storia talmente bella e convincente da trasformarla in immagini su uno schermo. Quando è il turno di Topolino, ecco arrivare una storia sul Babbo Natale del Pianeta T, ma il tutto è il pretesto per un messaggio molto bello e importante che Fausto decide di lasciare ai lettori in una delle sue ultime storie per "Topolino": quello dell'importanza di credere alle storie, specie in quelle più fantastiche e incredibili, perchè è una delle cose che ci salverà.
Un messaggio sicuramente in tema col periodo natalizio, ma che vale sempre e che anche in questo caso non è certo scontato in una storia di Natale.
La storia è molto divertente oltre che sentita, la sceneggiatura scorre bene e riesce a raccontare nello spazio destinatole quello che l'autore voleva trasmettere. Sciarrone fa la sua parte meravigliosamente, creando tavole meravigliose. Mi sembra che il disegno sia ancora migliore rispetto alle puntate estive del Pianeta T, Topolino per esempio è davvero meraviglioso ed è un piacere ammirare i suoi umani (la tipa della lotteria per eleggere il Gran Testone per un giorno è emblematica in tal senso). Ultima tavola spettacolare, da togliere il fiato.
Insomma, un comparto grafico d'eccellenza valorizzato da un'ottima colorazione
Il resto del giornale oltre a una storiellina su Gambadilegno si compone di un nuovo capitolo della
Storia dell'Arte di "Topolino", ciclo di storie di cui devo ancora recuperare i precedenti capitoli: ma devo ammettere che se tutti sono come questa
Pippo della Francesca e il Ritratto del Complotto (Gagnor/De Lorenzi) devo anche sbrigarmi dal momento che Gagnor crea un'avventura molto divertente e scorrevole, in cui riesce a fare cultura in modo non pesante ma anzi coinvolgente e simpaticissimo, in un argomento che di solito viene facilmente bollato come noioso. Qui si riesce a inquadrare perfettamente il periodo storico oltre che artistico e Macchia Nera è irresistibile. Ottimi di disegni di De Lorenzi.
Menzione speciale, infine, per
Paperinik e il Rivale Sleale (Pesce, Usai), che nonostante parta da un plot già sfruttato più volte e la cui soluzione è a portata di mano di chiunque fin dal principio, riesce a raccontare bene i sentimenti di Paperino/Paperinik e verso il finale regala un paio di colpi di scena davvero niente male. Alcune scelte di regia poi sono ottime, come la tavola in cui i nipotini stanno cercando una risposta su un loro libro di scuola e due vignette più in basso questa risposta viene portata in primo piano alla vista del lettore durante uno scatto d'ira di Paperino. Oppure una vignetta muta uguale a quella immediatamente precedente ma con in meno la figura del papero mascherato. Alcune finezze nerd come il fiume Tulebug e l'appellativo vendicatore mascherato fanno il resto, insieme a ottime intuizioni (i pirati informatici, lol) e agli ottimi disegni di un Luca Usai che qua dà sfoggio di grande abilità e scioltezza.
Un numero più che soddisfacente, direi, che permette anche grazie alla bellissima copertina di immergersi nell'atmosfera natalizia di questi giorni.