Ho recuperato i primi quattro episodi della serie La Storia dell'Arte di Topolino (Gagnor/De Lorenzi-Mangiatordi).
Devo dire che sono davvero rimasto colpito dalla qualità del progetto. Ormai so che posso aspettarmi belle cose dalle sceneggiature di Roberto Gagnor, ma questa serie sull'arte mi ispirava il giusto, senza che le prestassi troppa attenzione.
Invece ecco che trovo una sequenza di storie molto riuscite, decisamente divertenti e tutte con l'obiettivo (riuscito!) di parlare di storia e di arte. Sì, perchè come l'autore dimostra di aver ben capito non si può raccontare dell'evoluzione delle arti visive senza sottolineare come esse sono legate al contesto storico in cui nascono e si sviluppano. Questo dà modo a Gagnor di insegnare ai lettori sia la storia dell'arte sia la storia in senso più generale, mostrando anche i legami che l'arte ha con gli eventi della vita dell'uomo.
E allora ecco che con il primo tasseelo, Il Primo Fumetto della Storia, si parte dall'età della pietra seguendo le teorie elaborate da Zapotec e Marlin sulla nascita della pittura e del concetto di arte in sè; si prosegue poi nell'Antico Egitto di Il Romantico Papiro di Paperinubi in cui osserviamo l'ambiguità interpretativa di certa arte, che si cela per esempio nella scrittura geroglifica e che in tono nient'affatto melenso offre un bello spunto sull'importanza dell'ispirazione giusta nell'arte.
Le Tre o Quattro Fatiche di Paperogate di Creta segna l'entrata in scena della vena più ironica e dissacratoria tipica dell'autore: in un'implacabile satira verso i reality show, i tronisti e tutto il becero mondo televisivo attuale fatto di lustrini e inganni Gagnor fa divertire il lettore, lo fa riflettere sull'assurdità di certe cose che purtroppo spesso sono accettate come normali e riporta in scena il suo Paperogate di Creta per un altro, devastante momento di gloria. Ma la punta satirica dello sceneggiatore piemontese esplode nell'episodio contenuto in questo numero, Mastro Topolonius e il Portale Rivelatore, dove viene evidenziato un riuscito e agghiacciante parallelo tra il Medioevo (periodo in cui è ambientata l'avventura) e la nostra attualità, dove l'oscurantismo fatto di false promesse, imbrogli coperti di festoni colorati e desiderio di mostrare alla gente ignorante un vero nemico da combattere che incarna Gambadilegno non può non ricordare un certo modo sprezzante di fare e intendere la politica nel nostro Paese, sfruttando spesso la disinformazione o l'ingenuità della gente. Il vero capolavoro non è il portale che Topolino, Pippo e Orazio riescono a realizzare, ma il messaggio che tramite la bocca di Topolino Gagnor fa arrivare a chi avrà cuore e mente aperti per ascoltarlo: solo informandosi e pensando con la propria testa si è veramente liberi e capaci di vedere oltre le mistificazioni di chi ci vuole ingannare per mantenere un potere debole e immeritato. L'arte come potere della cultura, come capacità di dare alla gente, a tutta la gente, la possibilità di farsi una cultura e ottenere così i mezzi per vivere in modo indipendente e cosciente.
Nella rece del "Topo" di Natale, presente nel relativo topic, già commentai la quinta storia del ciclo, Pippo della Francesca e il Ritratto del Complotto, che già era riuscita a incuriosirmi verso l'intera serie grazie al suo mix di umorismo arguto, voglia di approfondire il legame tra arte e Storia e belle trame.
Molto bella l'idea di rendere ogni storia indipendente, con personaggi ed epoche diverse, di modo che ogni avventura è godibile a sè stante e il progetto trova la sua compattezza unicamente nella voglia di parlare di arte e della sua evoluzione.
Ottimi i disegni di Paolo De Lorenzi e di Vitale Mangiatordi, che aiutati anche dai vivaci colori di Mirka Andolfo riescono in ogni occasione ad essere splendenti, accattivanti, moderni e molto plastici, rendendo queste storie brillanti anche sotto il profilo grafico.
Aspetto ora con impazienza di poter leggere le storie che chiuderanno questa intelligente cavalcata nella Storia.
Questo numero del "Topo", comunque, oltre a contenere Mastro Topolonius e il Portale Rivelatore offre almeno altre due storie a mio parere interessanti.
Paperinik e le Vibrazioni Natalizie (Venerus/Soldati) è una storia vorrei-ma-non-posso. Poteva essere una bella storia natalizia con protagonista il papero mascherato, invece è solo una storia dal soggetto non certo nuovo, con un Rockerduck abbastanza stereotipato e con un Paperinik non al pieno delle sue possibilità. SI vede comunque l'impegno di Venerus nel realizzare una storia natalizia non convenzionale, e allora ecco il cantante rock ed ecco la melodia ammaliatrice, ma tutto questo rende la storia appena sufficiente, un divertissement carino e con poche pretese ma tutto sommato dimenticabile. I disegni di Soldati sono nello standard dell'autore, cioè sicuramente buoni e fatti con mestiere ma senza eccellere particolarmente, almeno secondo il mio gusto.
Topolino alla Conquista del Polo Sud (Badino/Dalena) è invece una storia molto più intrigante. Per quanto in questo genere di avventure l'utilizzo della macchina del tempo per Topolino e Pippo sia una tappa forzata e banale, Sergio Badino riesce a scrivere una storia molto avvincente e che si rivela di netto una delle migliori di quelle che ho letto della sua produzione disneyana. La storia celebra il centenario dalla conquista del Polo Sud, come suggerisce il titolo stesso, ma decide di farlo attraverso una trama avventurosa che ci porta dritto nei pericoli dei ghiacci di quelle lande desolate e abbandonate, tra tesori da scoprire e pirati pronti a saccheggiarli. Una bella storia, che fa del litigio una chiave di volta curata con sagacia grazie anche alla sua maturazione, e che trova un altro pregio nell'ulima vignetta.
In aggiunta a tutto questo, ecco che i disegni di Antonello Dalena sono una garanzia: sui Paperi ha fatto meraviglie di altissima qualità, sui Topi forse lo preferisco meno ma non si può certo dire che i disegni non siano belli, anzi! Rimpiango di vederlo poco sul settimanale, Dalena è un ottimo disegnatore che fa del dinamismo e della plasticità il suo biglietto da visita, con personaggi rappresentati con un tratto pulito e netto molto apprezzabile e convincente.