Topolino e l'Operazione Clessidra (Artibani/Perina) è la storia che meritatamente apre il numero attualmente in edicola. Lo sceneggiatore romano riprende in mano l'universo topolinese per la prima volta dal suo ritorno dello scorso anno, e per ironia della sorte lo fa portando Topolino e Pippo in trasferta in Irlanda. Questo contribuisce a ben 3 pregi dell'avventura: possiamo vedere una bellissima riunione di famiglia di pippidi, che se da una parte richiama quelle tantissime storie che ci illustravano in varie maniere la nutrita schiera di parentame di Goofy, dall'altra richiama anche i corti animati dove i pippidi all'occorrenza abbondavano. Il pregio sta nell'ottima caratterizzazione dei vari cugini e zii, nonostante il poco spazio dedicato alla scena, e il vedere Pippo a suo agio e Topolino in balia degli eventi quando solitamente è l'opposto.
Il secondp pregio sta nell'atmosfera: Irlanda vuol dire leggende a base di folletti, e per stessa ammissione dell'autore per i piccoli esserini comprimari dell'avventura si è ispirato alla saga di Artemis Fowl: in effetti l'operazione Claesidra stessa, che dà il titolo alla storia, in parte può ricordare un certo elemento del primo romanzo della saga di Eoin Colfer. La componente deliziosamente magica dà quel pizzico di imprevedibilità che fa bene a questa storia in particolare, dove proprio l'esperto mondiale di imprevedibilità (Pippo, of course) è il vero protagonista. Ce ne accorgiamo analizzando il terzo pregio della storia, il monologo finale del personaggio, in cui Pippo illustra in maniera efficace la purezza della sua filosofia e del suo modo di intendere la vita. E questo porta a un insegnamento molto bello anche per Topolino, nell'ultima tavola, dove si suggerisce l'importanza ogni tanto di godersi la vita anche in fase "slow".
Ad arricchire le numerose sfumature dell'avventura irlandese abbiamo le matite di Alessandro Perina, che se anche non sarà più ai livelli eccelsi di fine anni '90 rimane uno dei migliori disegnatori in circolazione, uno di quelli che pur ispirandosi al tratto di Cavazzano riescono a essere immediatamente riconoscibili grazie ad alcuni guizzi particolari che rendono il loro stile più personale. Perina lo fa, e anche stavolta c'entra in maniera efficace l'obiettivo di rappresentare sfondi ed emozioni con un tratto morbido e bello pulito.
La Storia dell'Arte di Topolino - Zio Paperone e l'Avventura dell'Arte Futura (Gagnor/Mangiatordi) è la chiosa della lunga esperienza che Roberto Gagnor ha voluto offrire a noi lettori, un cavalacata non indifferente per numero di tavole e concentrazione di idee in cui si è voluto esplorare in modo cronologico alcune delle tappe più importanti della storia dell'arte.
E lo sceneggiatore piemontese ha dimostrato più volte che le idee non gli mancano: uno degli apici di quanto fatto su "Topolino" è sicuramente questo ciclo di storie, in cui è riuscito a evidenziare sempre in modo efficace lo stretto legame tra Storia e Arte, e anche a sottolineare come l'arte non sia solo pittura e scultura ma sia qualunque cosa derivi dall'ingegno umano sottoforma della ricerca del bello. Non fa eccezione questo epilogo, in cui si cerca di guardare al futuro, dopo tanto passato, per vedere cosa potrà riservare l'arte prossimamente. La risposta, molto romanticamente, si cela nel divenire stesso, rappresentato da quell'impulso creativo che può derivare dalle persone più insospettabili... o forse, nel clima ottimistico che dà Gagnor, questo impulso l'autore lo inserisce proprio negli individui più idonei a questa opportunità.
L'inserimento della parodia papera di Philippe Daverio, critico d'arte e conduttore del programma di Rai Tre Passepartout, impreziosce la storia anche per i toni ironici con cui è trattata, e altro tavola degna di meznzione è quella che racchiude tutto quello che è stato visualizzato durante questo ciclo, partendo dalli pitture rupestri fino a Picasso, in un disegno meraviglioso di Mangiatordi che apre quell'illustrazione nella pagina precedente con il primo Mickey Mouse e il primo Donald Duck, a conferma del fatto che è la potenza e la qualità delle idee a offrire lo status dell'arte a delle creazioni umane. La tavola "celebrativa" fa il paio con quella del primo episodio, che era gonfia di promesse, e conferma l'abilità grafica di Mangiatordi.