Un rampante Topolino chiaramente riconoscibile come zichiano cavalca dritto verso l'acquirente in edicola, sulla cover del "Topolino" attualmente in circolazione. La copertina altro non è se non il richiamo per la storia centrale del numero, divisa in tre parti e scritta e disegnata da Silvia Ziche.
Topolino e la Saga Burocratica è il gioiellino dell'albo: la Ziche usa la satira, "arma" a lei famigliare da anni, per ricondurre Mickey Mouse nell'ottica dell'uomo comune, ritraendolo nella titanica impresa di fare la fila per pagare le tasse. Il bersaglio satirico è proprio la burocrazia, infatti, una velata critica all'esagerata quantità di cavilli, documenti e carte bollate che governano la vita quotidiana dei cittadini. A questo l'autrice unisce un elemento normalmente distante anni luce da quello burocratico, il fantasy. Se da un lato questo le serve senza dubbio per creare un evidente contrasto che si risolve con il divertimento derivato dall'assurdo abbinamento, dall'altro le dà modo di lanciare una frecciatina a un certo tipo di narrativa fantasy "fotocopia" che prolifera negli ultimi anni in libreria e che poco aggiunge a un genere letterario dalle molte potenzialità che, purtroppo, spesso si ripiega su sè stesso.
La trama è frizzante, simpaticissima e molto ironica: il classico ribaltamento dei ruoli, di cui Topolino è già stato vittima in passato sempre per mano della Silvia nazionale, qui ritorna gestito benissimo, in un paradosso che dà modo di tirare la stoccata finale alla critica sull'eccessiva burocrazia.
Una storia insomma gestita molto bene, divertentissima, disegnata magistralmente con quello stile sempre unico e adeguatissimo alla trama, e con due temi di fondo che sono apprezzabili e vicini ai nerd da una parte e ai lettori adulti generici dall'altra.
Che volere di più?
Be', altre due storie meritorie. E le abbiamo! La seconda parte di DoubleDuck - La Macchina delle Nuvole (Vitaliano/Mangiatordi) continua in modo positivo un'avventura che si mantiene nella norma di una spy-story di DD. Il che va benone, visto che la media generale è sempre buona. Capiamo qualcosa di più sulla nuova minaccia che l'agente segreto deve sventare, la compagna che affianca Paperino rimane affascinante anche disegnate da Mangiatordi e la missione prosegue con i classici imprevisti che rendono arduo per il protagonista e interessante per il lettore la risoluzione della vicenda.
Chiude il numero la classicissima Zio Paperone e i Bottari Diogenisti (Cimino/Gatto), classicissima per il duo che ci lavora, due veterani del fumetto Disney che realizzano in tandem una nuova storia, ma anche per lo svolgimento della storia. E se spesso negli ultimi anni trovavo il modus operandi di Cimino ormai decisamente troppo ripiegato su sè stesso, in modo che faticavo ad apprezzare appieno la sa ultima produzione, devo ammettere che stavolta lo sceneggiatore è riuscito a scrivere una storia sicuramente molto standard come tipo di plot ma allo stesso tempo interessante e fresca. Sarà il riferimento filosofico, che poteva essere approfondito di più ma che già così è importante, sarà per come questo spunto viene portato alle estreme conseguenze, sarà per un Paperone che agisce in solitaria... ma la storia mi ha genuinamente divertito e appassionato. Luciano Gatto, dal par suo, mantiene il suo stile di disegno classico, che ben si colloca in questa avventura.
Tre storie, lunghe e di qualità, con gradi autori diversi tra loro: praticamente, un numero ideale del settimanale.