Ottimo numero che presenta storie di grande qualità e di generi diversi tra loro, spaziando in una consisistente quantità di opzioni narrative.
Darkenblot- Qualcosa sotto la città: il primo episodio della saga era prevalentemente introduttivo, utile ad immergere il protagonista ed anche i lettori nell'atmosfera di una città nuova e futuristica, oltre che come presentazione dei temi cardine. Nel secondo capitolo, invece, la trama comincia a prendere una forma più chiara e movimentata, con parecchia azione soprattutto nelle scene sotterranee e con sviluppi importanti ed interessanti. L'unico appunto che mi viene è che sapere che la prossima parte è la conclusiva mi lascia un po' perplesso: tutto si risolverà quindi in una trentina di tavole, ed era preferibile magari uno svolgimento di più ampio respiro. Sceneggiatura scoppiettante dell'infallibile Casty e superbi disegni di Pastrovicchio a confermare l'impegno che hanno infuso in quest'opera attesa.
Paperino e Paperoga in poker d'assi: breve divertentissima di Faccini che al giorno d'oggi è uno dei pochi, se non l'unico, che riesce a suscitare simpatia e risate con tecniche simili. In generale lo preferisco nelle "parlate", ma anche queste "mute" sono spassosissime e non mi dispiacciono quando offrono qualità come in questi casi. I disegni sono fantastici, come sempre molto particolari.
Paperinik in: Uno sporco lavoro: riempitiva di poche pagine, gradevole ma non di più, e devo dire che da Faraci mi sarei aspettato qualcosina che rendesse veramente riconoscibile quello stile caratteristico dell'autore. Pur vero che sei tavole permettono ben poco, però spero che Tito torni con una lunga per potersi esprimere al meglio.
Paperoga e la macchinazione di Paperkranz: ottima storia di Limido, che in questo caso si presenta come autore completo, con un'idea originale e non banale, a mio avviso, che sfrutta l'ingenuità di Paperoga e la pazzia dello scienziato riportato nel titolo. Nulla di trascendentale, però si fa ben apprezzare e alimenta il desiderio di vedere l'autore più spesso sulle pagine del settimanale, anche per ammirare il tratto caratteristico che ben si adatta alle sue trame.
Zio Paperone e l'ombra del passato: torna il grande Panaro con un'ottima storia, di una certa qualità, che scava nel passato del fantastiliardario e che costituisce un altro tassello che va ad aggiungersi ai tanti altri presenti nelle varie avventure che raccontano delle radici di ZP. La vicenda si incastra senza problemi anche nella continuity barksiano-donrosiana, oltre a riproporne alcuni richiami come l'Agonia bianca o il ritrovamente della pepita uovo d'anatra e ad offrire una panoramica dell'ambiente di Dawson, teatro delle prime ricchezze di Pdp. La trama poi è coinvolgente e mostra diversi personaggi interessanti, supportata da buoni disegni di Mazzon.
Concludo parlando un attimo dei redazionali del numero: probabilmente mi ero già entusiasmato dopo l'articolo su Darkenblot della scorsa settimana, ma mi è sembrato fin troppo eccessivo dedicare tanto spazio all'evento dei 20 anni ed inserire le candeline nelle vignette delle storie, con poca considerazione nei confronti anche degli autori. Bastavano le paginette di presentazione, secondo me.
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A questo punto non mi resta che attendere il gran finale della saga di DB e il ritorno di Savini, augurandoci che i livelli della rivista si mantengano costantemente elevati come in questa occasione.