Numero nella media questa settimana. La bella copertina di Coppola-Andolfo introduce il tema centrale dell'albo, i 20 anni di Disneyland, i cui festeggiamenti si riducono, però, solo ad un breve articoletto pubblicitario ed al giochetto delle candeline che, spero, siano state inserite nelle storie dagli autori stessi o, perlomeno, col loro consenso (insomma, appare un po' strano vedersi spuntare una candela nel bel mezzo di un pantano nella storia di Paperinik). Un vero peccato perchè si sarebbe potuto cavalcare l'evento proponendo un numero assolutamente tematico, almeno per quanto riguarda il comparto redazionale. Venendo alle storie, questa settimana si è leggermente sottotono: si parte con la seconda puntata de Darkenblot - Il Futuro è già qui - Qualcosa sotto la città (Casty/Pastrovicchio) che non entusiasma più di tanto. E' pur vero che si tratta di un episodio di preparazione al gran finale, ma alla fin fine in queste prime due parti non è che sia successo granchè e la storia non è nulla di così eccezionale e, sperando di essere smentito, l'hype creatolesi attorno è stato forse un po' troppo alto. Insomma, probabilmente, come ha già detto qualcuno, se al posto di Casty ci fosse stato un Ambrosio, saremmo stati tutti qui a criticarla per il suo essere falsamente adulta o per l'utilizzo del personaggio di Macchia. A tal proposito, bisogna, però, ammettere che personaggi tratteggiati per bene ce ne sono, a cominciare da Topolino, caratterizzato ottimamente, passando poi per Bernie, figua quasi "tenera" nel suo tradizionalismo e che, probabilmente, farà da base alla morale finale. Pastrovicchio, come suo solito, eccezionale, il suo tratto dinamico è adattissimo alle scene d'azione e c'è da scommetterci che farà un ottimo lavoro soprattutto nello scontro finale.
Degne di nota due delle tre riempitive, Paperino & Paperoga in poker d'assi! (Faccini) e Paperinik in uno sporco lavoro (Faraci/Panaro), che rappresentano egregiamente il tipo di storie brevi ideali, originali e simpatiche, al contrario di tante altre noiose, ripetitive e stereotipate.
E poi, viene la storia strampalata, quella di cui non si capisce bene il senso. Paperoga e la macchinazione di Paperkranz (Limido) è qualcosa di assolutamente assurdo, che presenta dei personaggi assolutamente insensati ed altri dal comprtamento assolutamente insensato. Insomma, pare davvero di cadere nel grottesco osservando l'atteggiamento di Paperone, affaristicamente poco lungimirante e rappresentato in maniera macchiettistica, mentre il Paperkranz del titolo è graficamente interessante, ma alla fine si rivela un mezzo idiota. In tutto questo, Paperoga pare quasi il character più vicino alla propria reale caratterizzazione, anche se l'espediente finale ha del ridicolo. Graficamente parlando, invece, siamo su buoni livelli, Limido è un ottimo disegnatore ma quanto a sceneggiatura, almeno stavolta, non convince per niente.
Chiude l'albo la due-tempi panarica Zio Paperone e l'ombra del passato (Panaro/Mazzon) che propone un gialletto alquanto banale inserito in un setting un po' claustrofobico. Ma tant'è, non è certo per la vicenda in sè che la storia va menzionata, quanto per gli elementi citiazionosi sparsi qua e là, da Dawson al Fosso dell'Agonia Bianca, cenni di continuity a cui Panaro non è certo nuovo (basti pensare alla storia per i 60 anni di Zio Paperone con tanto di pianista con le fattezze di Barks). Da notare il tratto di Mazzon che si avvicina sempre più a quello di Gatto, pur presentando una maggiore dinamicità del disegno.