Numero un po' fiappo questa settimana, in cui, a quanto pare, la puntata finale di Darkenblot fa da traino a tutto il resto, composto da storie piuttosto piatte e banali: Zio Paperone e i tesori del Grande Blu - Il galeone vagabondo (Nigro/Tosolini) ha il pregio di riportare sul Topo il bravo Sisto Nigro, autore di molte belle storie, attivo sul settimanel specialmente a metà degli anni '90. Purtroppo, la storia in sè non è assolutamente niente di che, presenta un buono spunto iniziale (a proposito, il titolo e la tavola di apertura mi hanno ricordato un po' One Piece) che però non viene sfruttato a dovere durante il piattissimo svolgimento, in cui non accade praticamente nulla e che, tralaltro, ci mostra una sottotrama con protagonista Miss Paperett che non ha alcuna ragion d'essere. Il comparto grafico è abbastanza buono, fatta eccezione per i due villain, ritratti in maniera un po' troppo caricaturale. Seguono poi una breve di Gagnor/Perissinotto, simpatica ma nulla più, e Dinamite Bla irascibile celebrità (Mazzoleni/Gottardo), leggibile e con qualche trovata carina, ma niente di eccezionale (ottimi, però, i disegni di Gottardo).
Passando, però, alle due storie rimanenti, Zio Paperone e la corsa al deposito (Savini/Barbaro) rappresenta una buona prova grafica di Barbaro, ma sviluppa un canovaccio già visto e lo fa in maniera anche un po' banale. Peccato, perchè Savini è uno degli sceneggiatori migliori di Casa Disney, anche perchè i tocchi di classe qui ci sono (basti pensare alle inquadrature delle statue di Cornelius Coot o alle diverse sottotrame che si combinano nel finale). Insomma, una storia nella media, ma mi sarei aspettato qualcosa di più. E si giunge, così, alla cover-story del numero, la terza puntata de Darkenblot - Il Futuro è Già Qui - L'ora più buia (Casty/Pastrovicchio): allora, nel complesso la vicenda non è affatto male, il giallo è strutturato bene, il finale aperto non solo è d'effetto, ma fa anche ben sperare per un possibile secondo capitolo; insomma, le potenzialità ci sono tutte, ma ciò che ne è uscito è piuttosto lontano da quel che si sperava e ci si aspettava. Non si voleva certo un PK topesco e nemmeno un nuovo MM, ma bisogna dire che le tre splendide copertine del Pastro sono assolutamente ingannevoli, l'azione, con tanto di Topolino super-equipaggiato, si riduce a poche tavole finali, in cui lo scontro Mickey-Macchia Nera non è neanche il fulcro della narrazione. In definitiva, questo fumetto, che pareva pronto ad offrirci un tipo di prodotto Disney diverso dagli altri, non si distingue affatto da tante altre storie, l'unico elemento discriminante è il nuovo setting, assai d'atmosfera ma parecchio claustrofobico e, difatti, le ultime tavole con Minni e Topolino sono una vera e propria boccata d'aria. Certo, poi ci sono le succitate potenzialità che necessiterebbero di ben più di una novantina di tavole per essere espresse appieno, perciò un secondo capitolo avrebbe sicuramente il suo perchè. Da sottolineare nuovamente la straordinaria arte del Pastro che, splendide cover a parte, ha fatto un lavoro strepitoso, specialmente con Macchia. Detto ciò, non si può che mettersi pazientemente in attesa di un proseguimento di questo atipico, ma interessante progetto.