La stupenda copertina pastrovicchiana ci introduce al terzo e conclusivo episodio della miniserie fantascientifico-avventurosa del nuovo Macchia Nera.
Darkenblot: Il futuro è già qui: L'ora più buia (Casty/L. Pastrovicchio) è un'esplosione di azione e scene galvanizzanti che tengono incollato il lettore ad ogni singola tavola. Direi che è la migliore delle 3 parti che compongono questa lunga storia, se non fosse palese che la costruzione dell'avventura è volutamente in crescendo, con una prima parte caratterizzata dai toni giallo/thriller più tipici del Topolino castyano, immersi però in un'atmosfera fantascientifica e moderna, che arriva attraverso l'intrigo ordito da Macchia Nera all'esaltante finale, costituito da questa puntata che è una gioia per la testa e per gli occhi. Nel primo caso per quanto osserva giustamente Grrodon:
una battaglia finale. Azione, inseguimenti, dinamici scontri sono qualcosa di parecchio inedito infatti. Spesso vengono inseriti in versione compressa per occupare una o due tavole in coda a una storia che tratta d'altro. Spesso vengono narrati quel tanto che basta per dare il tempo a Topolino di disarmare il lestofante della situazione, o di avere l'idea di staccare la presa di corrente al congegno criminale che terrorizza la città. In Scarpa abbiamo degli esempi di scazzottate con Gambadilegno che durano anche per parecchie pagine, in Gottfredson pure abbiamo sequenze d'azione lunghe. Ma un'intera storia dedicata ad un inseguimento, all'arrivo dei rinforzi e alla guerra che ne scaturisce è qualcosa di davvero singolare. Per cui, sì, anche se diversa da ciò a cui eravamo abituati leggendo il Topo e leggendo Casty, questa storia AGGIUNGE effettivamente qualcosa di buono e NUOVO alle pagine del Topo e al curriculum dell'autore.
Anch'io ho pensato immediatamente a Scarpa, ma anche al Casty stesso nel finale del Mondo che Verrà: quando ho letto sul treno un'intera puntata caratterizzata dalla lotta senza quartiere tra Macchia Nera dentro un mecha e Topolino con quell'abbigliamento e quella strumentazione per volare, be', mi sono esaltato, e molto anche. Riuscire a prendersi un'intera puntata per mostrare tutte queste sequenze è sicuramente encomiabile, ed è necessario ricordare che buona parte del merito va al Pastro, che qui più ancora che nelle due precedenti puntate costruisce la tavola in modo molto moderno, con una disposizione delle vignette sempre funzionale a quello che conterranno, con splash page o vignette più sottili per evidenziare i momenti più cruciali. Uno stile senza dubbio mutuato dalle sperimentazioni grafiche dei tempi di PKNA, che rivedere sul "Topo" in maniera forse anche più accentuata che nelle storie di DoubleDuck e con Mickey protagonista non può far che bene al settimanale.
E al personaggio: come è noto, non è facile usare degnamente Topolino, specie quando si vuole cambiare un po' le carte in tavola. In questo caso lo spunto di Pastrovicchio e la sapiente sceneggiatura di Casty riescono a darci un Mickey Mouse credibile e fedele a sè stesso non solo nella prima parte, ma anche in questa epica conclusione in cui si batte col gigantesco Macchia Nera per i cieli di questa avveniristica città.
La via per togliere certi clichè muffiti e dannosi dal personaggio passa anche per queste soluzioni, oltre che per la riscoperta delle storie classiche più genuine e degli autori migliori: una modernizzazione nei temi e nella narrazione che strizzi sempre l'occhio all'essenza dei personaggi.
Detto questo, la storia non è nemmeno per me da podio, alcuni piccoli difettucci li ho notati e li noto anch'io, ma è indubbio che questa miniserie è decisamente un esperimento riuscito, e sostanzialmente ne voglio ancora!
A Brigitta dico quindi che sì, gli aspetti che hai osservato tu sono sicuramente lodevoli e da evidenziare, ma non trovo che quelli elencati dall'articolo di Orgoglio Nerd siano da sottovalutare: l'articolo in questione effettivamente risulta forse troppo caricato, ma la componente tamarra ha il suo perchè e una sua parte ben importante nel progetto dei due autori. Difatti per quanto mi riguarda Pastrovicchio e Casty si confermano un duo magistrale, in coppia funzionano perfettamente, e la fusione tra le radici pikappiche del primo e quelle scarpiane/gottfredsoniane del secondo promettono di dare risultati che sono di altissima qualità. Promessa già in buona parte mantenuta da questo progetto, che unisce le due anime in una storia che si nutre di entrambe in modo molto profondo, e con eguale importanza nel loro dosaggio all'interno della storia.
PS:
Darkenblot non è in gestazione da 8 o 10 anni
Il progetto è stato proposto alla redazione 8 anni fa dal Pastro, ma è rimasto in stand by fino a che la De Poli e Catenacci non ne hanno visto il potenziale e ne hanno dato il via. La storia è quindi in lavorazione da 2 anni circa.
Il resto del numero è comunque decisamente gradevole.
Zio Paperone e i tesori del grande blu - Il galeone vagabondo (Nigro/Tosolin) è una piacevole sorpresa: se il plot della storia non è tra i più originali, nella sceneggiatura di Sisto Nigro ho ritrovato quell'essenza avventurosa di Paperone che lo vede affamato di tesori più per l'avventura che deve vivere per ottenerli, piuttosto che per l'oro in sè. Le motivazioni sono quindi ben espresse, l'avventura c'è ed è apprezzabile, e infine i disegni di Tosolini continuano ad avere quel non so che capace di farmi innamorare del suo tratto in bilico tra moderno e classico.
Il vecchio avaraccio è protagonista anche in
Zio Paperone e la corsa al Deposito (Savini/Barbaro), dove una nuova sfida tra Paperone e Rockerduck diventa il pretesto per imbastire una storia decisamente sorprendente, dove molti personaggi che ruotano attorno al trantran paperoniano hanno modo di figurare e gareggiare nella competizione dal risvolti sorprendenti. Io poi ho un debole da sempre anche per Graziano Barbaro, quindi è stato bello ritrovarlo qui con il suo bel tratto.
E se il nuovo
Zapping! Dietro le quinte, dal titolo
Sorridi, taccagno! (Gagnor/Perissinotto) si rivela simpatica come nelle precedenti occasioni, sempre di divertimento tratta anche
Dinamite Bla irascibile celebrità (Mazzoleni/Gottardo), che unisce la sceneggiatura di un recente acquisto con i disegni del veterano Alessandro Gottardo, il quale qui sembra essersi divertito molto nel rappresentare questa sorta di presa in giro del pubblico televisivo, più che dei programmi stessi. Il suo Dinamite è esteticamente fedele a quello dei colleghi e attirevole, e i suoi Paperi sono sempre aggraziati e calzanti nelle pose. La prova della Mazzoleni è buona, provando di avere ben presente la linea recente delle avventure di Dinamite (il maiala Cataldo, il vicino Truz...) e anche la complessa psicologia di Fiuto
Non c'è che dire, il "Topo" attuale ha sempre più l'aspetto di una tavola imbandita con pietanze per tutti i gusti, ma sostanzialmente tutte cucinate con qualità e classe, con pochi piatti bruciati.