E come al solito in ritardo per questo Topolino n.2947, ma perdonate è perché ho passato un paio di giorni a dormire sul divano per sicurezza e non ero proprio in forma, ma spero di riprendermi.
SPOILER
Pippo Reporter:Cose dell’altro mondo (Radice/Turconi) forse non una delle migliori ma la comicità dei big-turks qua si fa sentire e ci fa spanciare dalle risate. Tante, tante risate e di gusto per una serie di gag che sembra non finiscano mai e che, nonostante tutto, cuciono una trama ottima. Una storia molto bella, ma che non rappresenta la vera indole di Pippo Reporter che è da definire capolavoro, questa storia è forse un po’sottotono rispetto alle altre (sempre un tono altissimo). Elementi per renderla bella non mancano, c’è il ritmo, ci sono le battute e c’è una trama solida, ma manca quella punta che rendeva le altre storia più belle. I disegni sono splendidi a dir poco, ricchi di espressività ma che non perdono la bellezza nel rappresentare la realtà, caricaturali ma belli da vedere. Davvero belli i disegni che ornano questa storia con il giusto spirito e con la giusta tecnica per il genere. Piccola nota sul finale: geniale!
Paperino e le pulizie a regola d’arte (Enrico Faccini) raramente dico che un autore non mi è sembrato al top, ma questa volta bisogna dirlo. In primis mi sto un po’stancando di vedere il talento di questo autore sfumare in brevi, divertenti, ma pur sempre brevi; secondo non mi ha convinto molto la gag dei robot-domestici e non mi ha appassionato in generale la storia. Faccini un po’sottotono in una storia domestica e rilassata ma che con le sue gag non fa ridere ed è abbastanza sconclusionata. I disegni sono quelli soliti, non splendidi nelle caratterizzazioni ma, come Perego, ottimi nelle espressioni e nel comparto degli sfondi.
Pippo On Line: Condividere le passioni (Salati/Intini) altra breve del numero, anche questa non brilla nonostante abbia delle buone battute e un buon tema di fondo. Simpatica, fa ridere soprattutto nel finale. I disegni di Intini ben s’intonano con la storia e danno un espressività unica e ottima per questo tipo di brevi.
I miti di Paperogate di Creta: Paperoga Caronte e il carro del sole (Gagnor/Gottardo) sembra non finire più la zone brevi, ma non finisce con questa. Carina, ma dopo tre storie con la stessa struttura stanca. Pensare che è la migliore del numero, divertente, ben scritta e soprattutto con elementi di richiamo ai miti greci (non grechi) che fa sempre bene. Meno mischione di personaggi sconosciuti e non e più concentrato sui classici, con divertimento e insegnamento allo stesso tempo. I disegni di Gottardo sono ottimi e lo diventano ancora di più adesso che lo ho visto al lavoro per un disegni, dopo averlo assalito in massa, a Reggio dove mi ha disegnato uno splendido Paperino un po’rovinato dal tremolio per colpa del ripiano troppo dritto e duro. Comunque bravo a Gottardo nella sua rappresentazione degli ambienti del passato.
Paperino e il tassello… numero uno (Ambrosio/Zanchi) ennesima riempitiva che dice poco se non niente. Certo, una risatina la strappa ed è una storia carina, ma dopo una sfilza così di brevi non riesci a sopportare altre storie di questo tipo. La trama è carina e si basa su un idea abbastanza originale, forse certi passaggi sono un po’tirati via come quello del litigio scatola/Paperino che viene raccontato a pezzi. I disegni sono buoni ma Zanchi avrebbe dovuto fare almeno un disegno sul puzzle, almeno quando lo si vede tutto, meglio ancora se comico. Avrebbe dato una spinta a una storia che in questa posizione diventa indigeribile.
Paperino e l’autostima impossibile (Secchi/Fecchi)i due autori in cui cambia solo l’iniziale firmano una storia che ritorna allo standard classico, mantenendo però la concezione disneyana danese. Una storia carina, con degli ZP, QQQ e Daisy davvero meschini, quasi martini ani, ma che rimangono funzionali alla storia. Ricordiamoci che qua i personaggi vengono rappresentati particolarmente meschini me che non si tratta altro che un lieve incitamento della meschinità che già aleggia nelle loro storie. Il Paperino che si rifiuta è davvero strabiliante, quello che avremmo voluto vedere tutti da tempo. Il finale è davvero stupendo nonostante sia triste, con il grande filosofo del rifiuto che si trova a dover accomodare tutto ciò che vogliono familiari e editori perché incapace di dire no. I disegni di Massimo Fecchi sono davvero splendidi, lustrano gli occhi per la loro bellezza. Fantastica l’ultima vignetta di pag.137 in cui sembrano dei cattivoni a tutto tondo. La morale è attenzione ai buoni dei fumetti e non perché non sempre sono quello che sembrano.
Un numero con apertura e chiusure ottima ma una parte centrale spossante e noiosa con quell’accostamento di brevi a non finire che stanca e fa scendere di posizioni il numero nonostante una bellissime storia dei big turks