Topolino e il mistero del silenzio in coro (Macchetto/Sciarrone) Augusto Macchetto ha sempre alternato storie belle ad altre che lasciano a desiderare, ecco questa è una di quelle belle. Una bella storia, poetica, che fa pubblicità a un progetto (peraltro bellissimo) senza perdere la sua bellezza e la sua poesia. Forse l’unica pecca è quella di essere troppo corta, se fosse stata più lunga la parte della “caccia al tesoro” sarebbe stata meno frettolosa e che calcava di più sui vari passaggi. Solo 20 pagine sono poche per una storia che nonostante tutto riesce a dare tanto in fatto di emozioni. La suspense se ne va a farsi friggere dall’inizio, volutamente, ma la parte dei libri che parlano è davvero bellissima. Le parole che vengono dette esistono davvero o se le è inventate? Le ho cercate eppure il dizionario non le trova. Saranno davvero arcaiche. I disegni di Claudio Sciarrone sono splendidi, gli effetti computerizzati per dare la luce sono fantastici e riesce a dare benissimo l’effetto che questa storia da. Non può sbizzarrirsi con le scenografie in una storia dove ci sono solo libri sullo sfondo ma riesce a dare qualcosa alla storia lo stesso.
Dracula di Bram Topker. 2° Puntata (Enna/Celoni/Andolfo) prosegue il capolavoro del 2012, con una comicità da scompisciarsi, quasi tutto l’ho detto nella scorsa puntata ma alcune battute e alcuni passaggi vanno sottolineati. Esilarante Dracula con le ciabatte a forma di coniglio, ogni vola che le vedevo indossate da ogni personaggio non riuscivo a smettere di ridere. Poi le ultime vignette di pag.62 e li iniziali di pag.63 sono fantastiche. Minni incavolata con le mogli di Dracula è stupenda. E scusate ma la battuta della sanguisuga è davvero mitica, da rimanere piegati in due per ore. Nella seconda parte però vediamo assentarsi Orazio in una delle sue sporadiche presenza di questi ultimi anni e anche Basettoni fa ben poco se non da spalla a Topolino. La prima puntata era più corale mentre questa è più concentrata su Jonathan, Minnina e Pippo Van Helsing. Quest’ultimo poi ha un qualcosa di inquietante e misterioso che viene anche esplicitato da Jonathan: “Ma come fa a sapere queste cose?” e lui gli risponde perché ha fatto l’aiuto-fruttivendolo, cose che mette in dubbio tutte quelle teorie falsate di certezza che Van Helsing diceva, nel senso che non sapeva se ciò era vero pero diceva di essere sicuro che lo fosse. I disegni di Celoni sono splendidi a dir poco, bellissima la scena di pag.73 come tutte quelle che compongono questo capolavoro degno di questo nome che eleggo a migliore storia di quest’anno per il momento, anche se è dura scalzarlo da podio, e non degli ultimi anni perché non me li ricordo.
Paperino telecomandato (Salati/Soffritti) parto con una domanda: ma come mai Giorgio Salati nei nomi in basso all’inizio della storia è “sceneggiature” mentre gli altri “testi”. La breve del numero non è delle migliori, strappa giusto un sorriso e i disegni di Soffritti non la arricchiscono, ma neanche la impoveriscono.
Paperina, Brigitta e la contro estate antisportiva (Gagnor/Panaro) una simpatica storia che riflette sui vizi e problemi dell’uomo italo-americano, solo sport e Tv, divertendo con grande successo. Tutte quest critiche negative non le condivido considerando questa storia come molto interessante e bella, con battute da dieci e lode e con un Nonno Bassotto con cui non si può non spanciarsi dalle risate dopo tutte le battute di Brigitta completamente campate in aria per conquistarlo (fantastico il “Ma noi non dovevano vederci più” e relativa espressione di Grazia a pag.113). Una buona storia ma certamente non dal top di Gagnor, molto più vicina a una riempitiva allungata, bene, ma allungata. I disegni sono a dir poco splendidi, espressivi ma non per questo troppo invadenti e con dei particolari davvero da sballo.
Paperino e Paperoga e l’impresa da brivido (Figus/Gula) anche la PIA riesce a divertirmi in questo numero, per la verità alcuni episodi mi sono piaciuti e sempre nel periodo WOM era un altro gioco di punta ma dopo la decima storia uguale capimmo che eravamo più originali noi, la trama scorre bene e forse scorre troppo in poche pagine una moltitudine di eventi che impappinano rovinando gag e battute che potevano essere gestite in modo più elastico e rilassato calcando un po’anche sull’atmosfera da spy story che ogni tanto viene a mancare. L’espediente iniziale è molto divertente con Archi e ZP costretti a fare le discese e a litigare con una vecchiette. Nonostante tutto il cattivo è più sorprendente del solito, sarà anche per la mancanza di questa serie da un po’di tempo, e gli espedienti e colpi di scena sul finale sono abbastanza carini mentre quelli nelle fabbriche sono forzati e deludenti. I disegni di Ettore Gula non mi fanno impazzire ma riescono a dare, anche con lo stesso stile dell’autore, a dare l’idea del freddo mentre tutte le atmosfere sono sprecate sia in sceneggiatura che in fase disegno. Peccato, speravo in qualcosa che davvero riuscisse a dare un tocco di mistery a questo numero aggiungendo lustro a una serie in lenta discesa da quel 1966 in cui iniziò.