Papersera.net

pippo reporter: bellissima! peccato per il fatto per il modo in cui è trattato gamba ..... 9=
pulizie aregola d'arte: troppo bella pure questa! mi ricorda troppo barks! 8+
pippo web: dopo il bello arriva il brutto.... [ :( 5/6
leggende di paperogate di creta: .....ma si risolleva subito!!   questo paperogate ricorda tanto pollon.... 7/8
tassello n.1: bella, forse la rama un po' confusa...   ben oltre la sufficenza, però! 7++
paperino autostima: la peggiore! è troppo cattiva nei confronti di paperino e gli altri personaggi sono snaturatissimi (qqq con quel carattere... BHA!!!!!!!!!!!! 4= :( :o

paperino autostima: la peggiore! è troppo cattiva nei confronti di paperino e gli altri personaggi sono snaturatissimi (qqq con quel carattere... BHA!!!!!!!!!!!! 4= :( :o

Hai aspettato 477 giorni dalla tua registrazione per scrivere un primo messaggio ingiusto nei confronti della storia in questione: è, dopo Pippo reporter, la migliore del numero, dove i personaggi coinvolti manifestano i loro umani egoismi che noi, qui in Italia, non riconosciamo più per una deriva buonista che per fortuna non ha intaccato altri paesi europei, Danimarca inclusa.

paperino autostima: la peggiore! è troppo cattiva nei confronti di paperino e gli altri personaggi sono snaturatissimi (qqq con quel carattere... BHA!!!!!!!!!!!! 4= :( :o

E' dai tempi delle scuole medie che non prendevo un voto così basso!
Comunque avrei preferito un 3 che quella valanga di "meno".
Capisco lo sfogo... ma alla faccia del "buonismo"...!

come lettore anziano, di norma trovo difficile leggere ed apprezzare storie successive al 1970, però, incuriosito da alcune critiche, ho voluto leggere il Topolino 2947, in particolare la storia "Paperino e l'autostima impossibile"

il disegno non è male, e la storia, anche se probabilmente non diventerà mai un classico, è simpatica e contiene anche una piccola morale nel mostrarci il lato debole di un presunto "grande maestro"

pur considerando che sarà stato già dibattuto da anni il dubbio sull'inserimento di  elementi contemporanei in questi fumetti, e sull'opportunità o meno di seguire un preciso riferimento storico relativo all'ambientazione dei fatti, sono rimasto sinceramente infastidito dall'eccessiva presenza di tecnologia moderna, in un elevato numero di tavole nella storia

a parte la comparsa di cordless, computer, schermi piatti, impianti hi-fi, e l'orrida citazione di "paperstation e paperbook", compaiono ben nove tavole contenenti uno smartphone; ribadisco, uno smartphone e non un comune cellulare

a parte tutti i dubbi di carattere etico, educativo e compagnia bella, magari caduti in desuetudine negli ultimi 20 anni, mi piacerebbe tanto chiedere agli autori, non tanto come si concilia uno smartphone con la mitica 313, ma con quali soldi l'indebitato, povero e disoccupato Paperino ha acquistato uno smartphone per sè e verosimilmente 3 per i nipotini, e come ne paga il relativo traffico telefonico

A me la storia di Secchi/Fecchi non sarà sembrata niente di speciale, ma l'ho trovata simpatica (magari un po' scontata, ma sviluppata in maniera leggibilissima) e i disegni di Fecchi ottimi come al solito (anche se non ha avuto particolari scene su cui cimentarsi, per esprimere la sua bravura).

Quanto alla presenza degli smartphone, mi pare un ovvio adeguarsi ai tempi: anche la tv è entrata ad un certo punto nell'arredamento del topolino di gottfredson senza che nessuno gridasse allo scandalo... Poi dipende dall'uso che se ne fa: sbandierarli inutilmente, per far vedere che si punta a un pubblico gggiovane, sarebbe ridicolo, usarli come un dato di fatto mi sembra invece una scelta lecita (potrà piacere o meno, ma lecita). E a me è sembrato che l'uso della tecnologia che è stato fatto in questa storia fosse quest'ultimo, tanto è vero non avevo notato niente di strano.

Quanto alla presenza degli smartphone, mi pare un ovvio adeguarsi ai tempi: anche la tv è entrata ad un certo punto nell'arredamento del topolino di gottfredson senza che nessuno gridasse allo scandalo... Poi dipende dall'uso che se ne fa: sbandierarli inutilmente, per far vedere che si punta a un pubblico gggiovane, sarebbe ridicolo, usarli come un dato di fatto mi sembra invece una scelta lecita (potrà piacere o meno, ma lecita). E a me è sembrato che l'uso della tecnologia che è stato fatto in questa storia fosse quest'ultimo, tanto è vero non avevo notato niente di strano.

È vero che la tecnologia è presentata come dato di fatto (come dato di fatto è che l'onnipresenza del prefisso "paper-", "mouse-" per marcarla mi reca noja & fastidio), ma resta la domanda logica di Adriano: se Paperino è davvero cosí spiantato, disoccupato, nullafacente*, eccetera, e perennemente oberato di debiti, dove trova i soldi per dare a QQQ tutta quella roba? A questo punto l'unica soluzione logica è che i debiti continui verso lo zione derivino dal surplus di lussi che Paperino suo malgrado vuole garantire ai nipoti... non il massimo delle scelte che uno può compiere nella vita.
Venendo alla storia, non ho nulla da ridire sui disegni di Fecchi che mi sono sempre piaciuti, ma i personaggi ne escono come dei bastardi a tutto tondo, nessuno escluso. A parte Paperino, che oltre che bastardo ci fa anche la figura della banderuola a cui basta un libro per cambiare totalmente personalità. E poi si andava a criticare Martina...
Notevole poi il fatto che la piú insensibile del gruppo, Paperina (perché pare pure convinta che Paperino sia felice di fare lo schiavetto di tutti, nel profondo), ne esca pure fuori completamente illesa... come sempre del resto. Poi ci si domanda perché la odino tutti...
Occhio però: non per questo la storia va censurata, ANZI. Ben vengano storie in cui si evidenziano i difetti dei personaggi. Il problema è che è in forte contrasto con la tendenza degli ultimi... be', VENT'ANNI , e magari potrebbe scioccare anche piú di qualcuno. Personalmente la cosa che piú ho apprezzato della storia è stata la stilettata di Paperone a quell'ipocrita di Paperina... "proprio come fai tu, vero?"

* nullafacente un corno: due identità segrete, la PIA, mille lavori... Io uno cosí NON lo chiamerei "nullafacente", anzi: nessuno piú di lui rifletterebbe meglio la canzone di Caparezza "Eroe"...

Hai aspettato 477 giorni dalla tua registrazione per scrivere un primo messaggio ingiusto nei confronti della storia in questione: è, dopo Pippo reporer, la migliore del numero, dove i personaggi coinvolti manifestano i loro umani egoismi che noi, qui in Italia, non riconosciamo più per una deriva buonista che per fortuna non ha intaccato altri paesi europei, Danimarca inclusa.

il fatto è che, povero paperino! capisco paerone, paperina, ma qqq proprio non ce li vedo! andiamo! sono dei bambini! è quello che mi ha fatto arrabbiare. ma infondo non ho detto che tutti la devono pen sare come me. ma nemmeno come te. il mio era un commento personale sulla storia   se a te e piaciuta e a me no... pace.  

Paperina (perché pare pure convinta che Paperino sia felice di fare lo schiavetto di tutti, nel profondo),  

ecco, questo è quello che mi ha fatto arrabbiare, insieme a QQQ

Capisco lo sfogo... ma alla faccia del "buonismo"...!

e che mi ha fatto rimanere male come hanno trattato paperino...  
p.s. ma la storia non è italiana?  gli autori hanno nomi italiani.

[size=20] SCUSATE SE HO ESAGERATO... [/size]

Personalmente la cosa che piú ho apprezzato della storia è stata la stilettata di Paperone a quell'ipocrita di Paperina... "proprio come fai tu, vero?"
 

anche io... quanto ci ho goduto...   : 8-)

Pippo Reporter: Rimane una storia davvero molto buona per come vengono trattati i personaggi e per la trama originale, meriterebbe un 10 solo per Eta Beta che si presenta con il suo nome originale!
I disegni di Stefano Turconi mi piacciono sempre di più: dalla prima avventura di Pippo Reporter sono sempre più leggibili (come disposizione delle vignette ) senza sacrificare lo stile.
Solo che... manca quel tanto così di nonsoché rispetto alle altre (magnifiche) dei Bigturks, forse qualche spunto di riflessione da "storia seria", ma se l'obiettivo era una trama "scanzonata", da estate, è stato centrato in pieno!
P.S.: Ma Eta Beta non era "Pittisborum Psercy Pystachi Pseter Psersimmon Plummer... Push!" invece di "Plummer-Push!"?
Perché io mi ricordo in italiano "Pluigi Psalomone Pcalibano Psallustio Psemiramide... Pfui!", o sbaglio?

Paperino e le pulizie a regola d'arte: Solo a me Faccini sembra un po' calato nel disegnare? Le facce dei paperi mi paiono innaturali, non ebeti come di sua consuetudine ma proprio innaturali. Boh!
La trama è comunqua scorrevolissima e divertente, nulla da dire.

Pippo on line: Mi è particolarmente piaciuta. Salati riempie di battute e gags una filler costruita in modo alquanto sperimentale, intrecciata sul racconto via tecnologia. Non era facile unire bene tutti i punti, ma Salati ci è riuscito alla grande, scrivendo una delle migliori riempitive degli ultimi anni e trovando anche lo spazio per minuscoli cameo di Gancio e Atomino
Intini è una sicurezza, il suo tratto tondeggiante e caricaturale è perfetto per una storia così. Mi sembra poi che sia tornato sul Topo dopo tanta assenza. Speriamo che resti per molto!

I miti di paperogate di creta: Beh, i disegni sono ok, ma Gagnor ci ha abituati a ben altro con le sue storie; leggibile, sì, ma con poche vignette divertenti.

Paperino e il tassello numero 1: Ambrosio torna con un... fondo di magazzino
La trama è molto godibile, anche se il finale è leggermente confuso. Ma Ambrosio doveva sfornare storie belle solo appena prima di smettere?
Passiamo ora a Stefano Zanchi, un Coppola venuto male con certe vignette che ricordano anche Mazzon (entrambi parecchio influenzati da Cavazzano), ma non il modello che avrebbe dovuto seguire, ovvero il Cavazza originale. Personalmente non so se Zanchi sia giovane o meno, ma farebbe meglio a trovare uno stile suo: siamo già saturi di sosia del "big" Giorgio!

Paperino e l'autostima impossibile: Collaborazione Disney-Egmont con SFecchi.
Mah, i personaggi mi sembrano alquanto snaturati, soprattutto i 3 nipotini, ma sorvolando la trama risulta leggibile, molto meglio di altre storie con il simbolino D.
I disegni di Fecchi mi piacciono come sempre.

È vero che la tecnologia è presentata come dato di fatto (come dato di fatto è che l'onnipresenza del prefisso "paper-", "mouse-" per marcarla mi reca noja & fastidio)

Su questo non ci piove. Non ho mai capito perché da un lato si dica televisione (e non, che so?!, topovisione) e telefono (e non paperfono), e dall'altro si snaturino i nomi di internet e facebook (vedi la storia---splendidamente disegnata---di Intini)... mah!
Quanto agli smartphone nella storia, se Fecchi ci legge ancora, sarei curioso di sapere se sono stati una sua scelta oppure se erano indicati così nella sceneggiatura.

ma resta la domanda logica di Adriano: se Paperino è davvero cosí spiantato, disoccupato, nullafacente*, eccetera, e perennemente oberato di debiti, dove trova i soldi per dare a QQQ tutta quella roba?
*CUT*
i personaggi ne escono come dei bastardi a tutto tondo, nessuno escluso. [...] E poi si andava a criticare Martina...

Queste sono altre faccende su cui ti do anche ragione* ma, proprio perché la storia aveva una trama abbastanza semplice da farmela ritenere poco più di un riempitivo, non mi ero spinto ad analizzarla così a fondo

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* tuttavia forse è stata proprio la bastardaggine à-là Martina che mi ha fornito un ulteriore valore aggiunto (amarcord) che mi ha fatto leggere con maggior piacere la storia [/size]

ma resta la domanda logica di Adriano: se Paperino è davvero cosí spiantato, disoccupato, nullafacente*, eccetera, e perennemente oberato di debiti, dove trova i soldi per dare a QQQ tutta quella roba?

Scusate ma che domanda è? A parte qualcuno come zio paperone,  l'"autosufficiente" nonna papera e, volendo, archimede e orazio, quale altro componente della banda disney ha un lavoro regolare e documentato per permettersi quello che ha? Non paperino, non topolino (sì, ok, giornalista occasionale, detective occasionale ma non ha una vera fonte di reddito), nè paperina, minni, pippo, paperoga, amelia. Qualcuno lavora al papersera ogni tanto, qualcuno fa dei lavoretti, ma di fatto, lavorano per lo più quando non li vediamo
Tranne paperino che invece, paradossalmente, è quello che lavora più di tutti e cambia mestiere in continuazione. A maggior ragione la sua chiamata in causa è sbagliata!

Scusate ma che domanda è? A parte qualcuno come zio paperone,  l'"autosufficiente" nonna papera e, volendo, archimede e orazio, quale altro componente della banda disney ha un lavoro regolare e documentato per permettersi quello che ha? Non paperino, non topolino (sì, ok, giornalista occasionale, detective occasionale ma non ha una vera fonte di reddito), nè paperina, minni, pippo, paperoga, amelia. Qualcuno lavora al papersera ogni tanto, qualcuno fa dei lavoretti, ma di fatto, lavorano per lo più quando non li vediamo
Tranne paperino che invece, paradossalmente, è quello che lavora più di tutti e cambia mestiere in continuazione. A maggior ragione la sua chiamata in causa è sbagliata!

Appunto - e se noti l'ho rimarcato anch'io: c'è una discrepanza notevole tra la realtà evidente di Paperino e ciò che di lui ci si ostina a sostenere... -, il che permette finalmente di rigirarla, dopo qualcosa come ottant'anni.
Appurato che Paperino in realtà è l'unico che lavora e praticamente regge la baracca da solo, com'è che:
1) riesce ancora ad avere una lista di debiti, a quanto pare sufficientemente chilometrica da essere tenuto in pugno dallo zione*;
2) non gli salta mai il ticchio di rinfacciarlo al parentame ingrato che continua a sfruttarlo?

*Risposta: si spende tutto nelle sue fissazioni del momento e/o in materiali per i gadget e il costume di PK, perché a differenza dello zione lui Archimede lo PAGA
Risultato, deve continuamente chiedere prestiti allo zione per campare e dare ai nipoti lussi & stravizî.
Quanto agli altri:
Amelia non ne ha bisogno, è una fattucchiera;
Pippo è un power seller di ebay, aveva già risposto AMZ in proposito
Paperoga SPACCIA. Ammettiamolo e facciamola finita.
Restano Minni e Paperina... vabbe', Minni magari no, ma Paperina si risponde da sola...

Pippo Reporter: 6,5
Delle storie dello strambo giornalista, questa è quella che mi è piaciuta di meno. troppo caotica, con disegni un pò troppo schizzati Alcune vignette mi ricordano Andersen... :o)

Paperino e le pulizie a regola d'arte: 6
Faccini è uno dei miei autori preferiti, sia come sceneggiatore che come disegnatore. Ma devo dire, che questa storia non è la migliore che abbia scritto...

Pippo on line: 7--
Divertente, l'ultima parodia del popolare social network. Spero che le storie successive di questa serie siano all'altezza di questa.

I miti di paperogate di creta: 7
Altra bella storia basata sui miti greci.

Paperino e il tassello numero 1: 5,5
Trama simpatica, che si poteva sviluppare un pò meglio, però.
Disegni pessimi e troppo inverosimili (come la cascata di lacrime o la statua della Libertà... )

Paperino e l'autostima impossibile: 7,5
La più bella di un numero che non m,i è piaciuto molto.
Emerge il lato "cattivo"ed egoista di personaggi solitamente generosi e comprensivi.
Disegni bellissimi a dir poco (forse un pò poco espressivi)
Mi stupisce il fatto che non dia una morale o un insegnamento.
In pratica ti dice:"Ribellati, impegnati, fai ciò che vuoi. Tanto non cambierai mai la tua grama esistenza... /"

il fatto è che, povero paperino! capisco paerone, paperina, ma qqq proprio non ce li vedo! andiamo! sono dei bambini!
p.s. ma la storia non è italiana?  gli autori hanno nomi italiani.

QQQ sono dei bambini/ragazzini intorno ai 10/12 anni e a quell'età si può essere molto cattivi e sadici.
La storia è danese, della Egmont, casa editrice che copre tutti i paesi del centro/nord Europa e fra i collaboratori ha diversi autori italiani fra cui Secchi e Fecchi.

Dopo più di un anno torna Pippo Reporter sul "Topo".
Pippo by BigTurks. Pippo Reporter. Con copertina dedicata.
C'è da aggiungere altro? C'è un qualsivoglia motivo per lasciare questo numero in edicola?

Pippo Reporter - Cose dell'altro Mondo (Radice/Turconi) conferma due cose: l'assoluta qualità e freschezza dei coniugi Turconi, che ancora una volta compongono in team una storia riuscitissima che coniuga perfettamente una sceneggiatura intelligente e scorrevole con tavole davvero magnifiche per costruzione delle stesse e per lo stile sempre migliore di Stefano; e la bontà del progetto Pippo Reporter, che ormai storia dopo storia costruisce sempre meglio la mitologia degli anni '30 di questo manipolo di personaggi, e offre una Minni, una Clarabella e un Pippo sempre più riusciti, sempre in parte, sempre fedeli alle loro caratteristiche classiche rilanciate in modo moderno e vincente, con dolcezza e rispetto.
Il rispetto che Teresa ha verso i personaggi si evince da questa trama che, messe momentaneamente da parte citazioni particolari a realtà e personaggi di quel periodo storico, sfrutta un'influenza "roswelliana" per evidenziare come il carattere di Pippo sia alieno rispetto al mondo che lo circonda, inteso come un modo "altro" di vedere attorno a sè. Immergere uno come Pippo in una riunione di eccentrici e piazzare nell'intreccio Eta Beta non fa altro che enfatizzare la stramberia di Pippo, rendendo il personaggio adorabile.
Stefano, dal canto suo, continua ad osservare chiaramente i corti classici e il modello dell'animazione, almeno vedendo vignette in cui Pippo è decisamente plastico e dinamico, molleggiato e così espansivo da sembrare che debba uscire dalla pagina per arrivare addosso al lettore. Magnifico, come risulta carinissima Minni e come appaiono tutti i personaggi, da Clarabella a Gamba, dal generale di ferro a Eta Beta.

Il resto del numero sa offrire ancora qualcosa di notevole: mi riferisco a Pippo Online: condividere le passioni (Salati/Intini), che sarebbe una semplice breve se non fosse che Giorgio Salati ci mette del suo per scrivere una storiella davvero divertente, leggera ma pensata veramente bene, per evidenziare le potenzialità del nuovo modo di comunicare (internet e i social network) immerse nel mondo dei personaggi Disney. Pippo quindi gran protagonista del numero, confermandosi come personaggio multiforme. Battute divertenti (Il Barbogio di Siviglia, lol) per la capostipite di una serie che promette molto bene. Ottimi davvero i disegni di Stefano Intini, che contribuisce in modo determinante all'atmosfera dell'avventura.

Paperino e le Pulizie a Regola d'Arte (Faccini) non mi ha entusiasmato: trovo Faccini un po' sottotono stavolta, con una trama che mi pare tirata un po' troppo per le lunghe nella prima parte e dalla conclusione che mi ha detto poco. Disegni buoni, ma ricordo di meglio dalla matita dell'autore.

Paperoga Fetonte e il Carro del Sole (Gagnor/Gottardo) continua la serie del Miti di Paperogate, e assolve al suo compito attingendo a uno dei classici della mitologia greca, con i sempre piacevoli i disegni di Gottardo, mentre Paperino e il Tassello Numero Uno (Ambrosio/Zanchi) è una storia senza pretese ma che regala uno spunto poco usato verso la fine, pur partendo da un plot che suggeriva tutt'altro. Buoni i disegni del giovane Stefano Zanchi.

Chiude l'albo Paperino e l'Autostima Impossibile (Secchi/Fecchi), storia danese ad opera di due italiani (ma anche Secchi è passato alla Egmont, è una collaborazione Italia-Danimarca?). Ai disegni sempre molto belli di Massimo Fecchi, che sa offrire uno stile personale su impianti classici, non corrisponde una trama veramente apprezzabile. O meglio, la storia non è banale o eccessivamente assurda come spesso sono le danesi, ma la cattiveria esagerata ed esasperata che l'avventura trasuda, tutta a discapito del povero Paperino vessato da Zione, nipotini e fidanzata, mi ha perplesso in più punti. Sembrava di leggere l'inizio delle due storie di Don Rosa sui Tre Caballeros! Inoltre, Secchi ci priva pure di un finale di riscatto per i protagonista!
La trama mi è parsa troppo cinica, e di conseguenza non ho apprezzato molto la storia.