Papersera.net

@ Il Corvo: sarebbe opportuno che tu commentassi le storie tutte insieme, non con un post alla volta ogni poche ore...

leggo una storia al giorno ma se crea problemi vedrò di adeguarmi

Ho storto il naso solo per l'idea della (pur tenera) balenottera, ma - come sopra - non si può avere tutto.

Eh, eh! Forse non ti sei accorto che la balenottera è una (quasi) "citazione narrativa" proprio a Barks, precisamente a "Paperino e la clessidra magica"!  

Topolino e il grande mare di sabbia (Radice/Turconi): [size=16]superlativa[/size]. [smiley=other_bow.gif]

Ma che media qualitativa hanno questi due? Chapeau.


Fine recensione.

Eh, eh! Forse non ti sei accorto che la balenottera è una (quasi) "citazione narrativa" proprio a Barks, precisamente a "Paperino e la clessidra magica"!  

Oh, maestro, mi cospargo il capo di cenere e mi procuro un cilicio, sia per lei sia per Barks
Le citazioni non dovrebbero influire, ma... così la storia è ineccepibile ai miei occhi.

[size=10](Chi è affetto da un morbo simile al mio, capirà che non ho ben stampata in testa quella storia perché "fuori canone" : )[/size]

Un "Topolino" da avere, conservare, rileggere. Uno dei numeri migliori dell'anno.
E tutto questo grazie alla storia d'apertura!



Topolino e il Grande Mare di Sabbia (Radice/Turconi) è la seconda storia "estiva" preannunciata da qualche mese dai BigTurks, che arriva a distanza di due sole settimane da quella su Macchia Nera. La storia è addirittura pubblicizzata sul sito "Topolino.it" da un'intervista ai due coniugi che parlano del dietro le quinte dell'avventura.
E il dietro le quinte è ovviamente uno dei loro tanti viaggi: anche quello nel deserto del Sahara è servito loro da spunto per una storia, una delle più belle e dolci tra quelle sfornate dalla coppia. Siamo agli inizio del 900, e anche se i Topolino, Minni e Pippo che vediamo recitare non sono quelli "standard" come comportamenti e caratterizzazioni sono esattamente loro Teresa ancora una volta dimostra di conoscere e saper usare perfettamente i personaggi Disney e in special modo l'universo topesco, solitamente più difficile rispetto a quello papero. Invece qui abbiamo un Topolino ottimo, una Minni che (seguendo l'esempio di quella ottima vista in Pippo Reporter) esce dallo stereotipo di apatica ragazza del protagonista per assumere un carattere forte e determinato che ben le si confà e infine un Pippo magistrale, bellissimo, che fa un passo avanti rispetto al reporter anni '30 per assumere un atteggiamento filosofico tout-court che gli calza a pennello, specie perchè mischiato con la sua vena di follia e distrazione.
L'atmosfera in cui i due autori mettono questi personaggi è d'effetto: il "grande mare di sabbia" è il deserto, e molto aiutano i disegni di un Turconi che ha ha fatto suoi gli splendidi panorami che ha visto coi suoi occhi e che ci regala delle vedute mozzafiato e spettacolari tra dune, rocce e cieli stellati.
La trama è semplice, ma proprio questo fa sì che la sceneggiatura abbia lo spazio per trasmettere emozioni dovute all'atmosfera così come alle relazioni tra i protagonisti. Il colpo di scena finale a me personalmente ha sorpreso (immaginavo che alla fine del viaggio Minni non avrebbe trovato lo scrittore che cercava, ma dove potesse trovarsi o chi potesse essere non l'avevo immaginato) e le ultime tre tavole sono poesia pura, e mi hanno fatto concludere la lettura con un bel sorriso.
La parte grafica di Stefano l'ho già lodata, occorre però dire che il suo tratto è ottimo anche nei personaggi (che belli che sono i 3 protagonisti!) e che non è secondario l'essersi occupato anche dei colori, e la cosa si nota in più vignette ed è un valore aggiunto non da poco.
Con questa storia i due coniugi confermano di essere nella ristretta cerchia degli autori migliori del "Topo" attuale e degli ultimi 10 anni, dato che quando lavorano in coppia sono sempre particolarmente ispirati e realizzano insieme storie indimenticabili.

Comunque anche il resto del numero non è male. Paperino e l'Elmo degli Dei (Panaro/Freccero) è una storia in due tempi che segue il meccanismo classico di alcune avventure barksiane, con Paperino e nipotini sulle tracce di un antico reperto, in compagnia di uno studioso che li consiglia e di un nemico che li intralcia. Per come traspare l'esntusiasmo dei quattro paperi nel gettarsi nell'avventura, e per come è raccontata la storia, la storia - mi sbilancio - sembra barksiana anche come qualità e il che è notevole. Insomma, i miei migliori complimenti a Panaro sono dovuti, così come gli applausi li merita anche Andrea Freccero che regala dei disegni ottimi e perfettamente in bilico tra classicità e modernità.
Paperino, Paperoga e la Migliore delle Scuse (Vitaliano/Gottardo) è una goliardata, ma bella nel so genere. Uno spaccato assurdo e demenziale di vita quotidiana di Paperino (insinuata da Paperoga) ci sta tutto, specie in un numero estivo, e quando il mattatore è il nostro Fausto si può star certi che la storia non difetterà dal punto di vista della comicità. L'idea della catena di scuse assurde è ottima, soprattutto per come viene spinta all'estremo, e il tormentone "vi pare possibile inventare una scusa simile?" è ai limiti del geniale.

Insomma, questo numero è una delle letture migliori che si possono fare in questo agosto 2011

Oggi ho comprato Topolino e mi sono subito immerso nella lettura (sotto l'ombrellone). Concordo sulla alta qualita' della storia Topolino e il Grande Mare di Sabbia. La fragile trama è sviluppata con una sceneggiatura pressochè perfetta: zuccherosa e spigliata, romantica e arguta. Soprattutto splendidi i disegni. Turconi, secondo me, è il miglior disegnatore disney in circolazione. Le altre storie sono sopra la sufficienza: quella di Panaro poteva durare una sola puntata, alcune situazioni mi sono sembrate pretestuose; quella di Vitaliano declina una sola gag, ma con sicura professionalita' e procura gradite risate. Quella di Andersen scivola via senza procurare particolari emozioni. Comunque, facendo la media, direi uno dei migliori numeri degli ultimi mesi.

C'è il maestro Gottardo!
Non posso che felicitarmene!
Avevo appena 10 anni quando lessi, come mia prima storia su Topolino, la sua splendida "Paperino e il gioiellino giapponese" sul n. 1719 del 6.11.1988, e da allora è stato amore a prima vista per i suoi disegni!
Non posso nascondere che sia anche merito della sua origine "Cavazzanese"...!

Numero ottimo, davvero.
Unico passo falso in mezzo a tante belle storie è la storia-gioco danese che avrebbe potuto intitolarsi "come buttare via trenta pagine" e che  in un numero come questo spicca negativamente in modo particolare.

Molto bella la storia della premiata ditta Radice-Turconi che continuano a superarsi e che se proseguono di questo passo saranno presto annoverati fra i migliori autori che lavorano sul topo attualmente. Unica pecca secondo me è la scarsità della componente avventurosa che ci si sarebbe potuta aspettare maggiore (manca un vero confronto tra coi predoni tanto per dire), ma vabbè, gran bella storia comunque.
 
Si prosegue molto bene con l'ottima storia di Panaro che vede Paperino e nipoti in una caccia al tesoro per una volta senza che sia Zio Paperone il motore dell'azione. Come in altre storie recenti di Panaro il fatto che sia divisa in due tempi aiuta molto la storia che può dipanarsi senza fretta, evitando accelerazioni o passaggi troppo veloci e la sceneggiatura, potendosi prendere tutto il tempo che gli serve, ne giova. Bravo come sempre Freccero fra le cui qualità c'è quella di saper sempre caratterizzare graficamente bene i personaggi secondari.

Chiude bene il numero Vitaliano che nella storia divertente tendente al demenziale si trova nel suo ambiente, notevole anche la sua abilità nello sviluppare una trama imprevedibile partendo da uno spunto molto semplice. A proposito dell'interpretazione dei personaggi trovo il Paperoga di questa storia perfetto .

E' da un po' che non faccio capolino in questi lidi, ma devo proprio dire che questo è davvero un bel numero.
Era da tempo immemore che non capitava che un albo mi rendesse soddisfatto già alla sola sfogliata preliminare.
E alla lettura le mie impressioni sul numero non hanno trovato null'altro che conferme

Si parte con un Che aria tira... per una volta (a ragione) privo di gag comico-demenziali e impegnato in una giusta campagna di sensibilizzazione. Si passa poi a quella che è la vera perla del giornale, Topolino e il Grande Mare di Sabbia (Radice/Turconi). Ovviamente, non posso che unirmi al coro degli elogi per un simile capolavoro: l'ambientazione, le atmosfere, i paesaggi, i colori (!!!), tutto perfettamente rappresentato e miscelato con cura. Certo, l'avventura di taglio classico non c'è, a voler spaccare il capello (ed altro) in quattro, il tutto par essere, narrativamente parlando, una semplice sfilata dei personaggi della storia, che raggiunge il suo culmine con l'entrata in scena del Pippo-tuareg e da lì si dipana senza troppe grane o imprevisti (con tanto di colpo di scena telefonato) sino al poetico finale.
Ma sono proprio i personaggi (e che PERSONAGGI!) ad essere al centro di tutto: insomma, dopo aver visto quel capolavoro che è Pippo (solo a me ha dato l'impressione di essere uscito bel bello da qualche cartoon classico?), poetico, sui generis e filosofo(!), poco importa se il predone Gambadilegno non duella col Topo o la sua sottotrama si conclude, comicamente, con un nulla di fatto.
Davvero un ottimo lavoro, che si apprezza ancor di più alla luce dell'intervista ai BigTurks.

Paperino e l'elmo degli dei (Panaro/Freccero) rientra pienamente nel revival delle storie lunghe by Panaro, quelle che impreziosivano i numeri di metà anni '90.
Interessante ed inusuale l'ambientazione (in altre storie sul tema vichingo ci si limita ad un generico "Nord Europa") che offre la possibilità di far muovere i quattro protagonisti in una cornice d'avventura ma senza la figura di Paperone a metterli in secondo piano. La vicenda si svolge in linea di massima in maniera assolutamente non frettolosa e permette di inserire parecchi comprimari, tra i quali spiccano il balenottero e l'inseguitore dalle insolite fattezze lagomorfe; lo scontro finale, poi, nella norma, ma gradevole per il suo mix di scene d'azione mitigate da gag umoristiche.
Insomma, anche qui ci si ritrova davanti un'opera che sicuramente non entrerà nel Pantheon Disney, ma che di gran lunga surclassa parecchie altre storie, in primis la seguente Paperino ficcanaso per (un) caso (Hedman/Andersen), assolutamente glissabile e fin troppo banale.
Chiude il tutto la demenziale Paperino, Paperoga e la migliore delle scuse (Vitaliano/Gottardo) appartenente al filone di storie del duo di cugini: la trama è piacevolmente assurda, ricca di trovate (lollosissimo il tormentone del "Vi pare possibile inventare una scusa simile?") simpatiche e caratterizzata dall'azione di un Paperoga più sveglio e furbo che mai.
Insomma, non una storiona, ma perfetta per chiudere in bellezza un numero del genere.

Io ho letto il Grande Mare di Sabbia e sono di occhio umido. Questa non è una storia da Topolino, questa è una graphic novel che non sfigurerebbe in libreria. Mi ha veramente commosso, complimenti Tere. Lo dicevo dai tempi di Witch che eri destinata a grandi cose.

Torno per un attimo su questi lidi e vado controcorrentissimo. La prima storia NON mi è piaciuta ma solo perchè mi sembra perfetta ma come storia di san valentino e non certo di ferragosto. Al contrario, la storia di Andersen che in tanti hanno stroncato a me invece è piaciuta e molto, i piccoli indizi lasciati qui e li e le soluzioni a bordo pagina mi hanno fatto tornare in mente alcune storie sperimental-quiz di inizio anni '90 che mi piaceva leggere. Carina anche la storia dell'elmo degli dei, con un colpo di scena prevedibile ma simpatico.

Torno per un attimo su questi lidi e vado controcorrentissimo. La prima storia NON mi è piaciuta ma solo perchè mi sembra perfetta ma come storia di san valentino e non certo di ferragosto

Ma se anche fosse una storia da numero di metà febbraio pubblicata in un periodo dell'anno "sbagliato", la storia non perderebbe certo di qualità: certo, pubblicare una storia nata per una certa "stagione" (e questo, a mio parere, non è il caso), chessò, una a tema natalizio, e pubblicarla nel giusto periodo dell'anno può giovare all'atmosfera della lettura, ma (per fare un esempio) Paperino e il ventino fatale letta a Ferragosto non perderebbe il suo status di capolavoro

Avevo ormai deciso di saltare questo numero del Topo quando, leggendo i commenti del topic, ho cambiato idea e l'ho preso. Beh, che dire, mai ripensamento fu più ripagato, e già solo dalla bellissima storia di apertura, che ci sussurra come si possano trovare cose che non si cerchino mentre si cerca qualcos'altro, con personaggi che verrebbe voglia di incontrare per poterci trascorrere del tempo assieme. La mancanza di azione non l'ho nemmeno notata, per quanto questa passa, secondo me, in secondo piano, mentre non possono passare inosservate le ambientazioni evocative, con tanto di vignetta nel deserto che mi ha molto ricordato quella de "Il grande cielo" di C'era una volta in America. Applausi.

E' un pensiero più generale su Topolino e non solo su questo numero, ma secondo me la De Poli alla direzione e le storie di Faraci, Casty, Teresa Radice e Stefano Turconi fanno Topolino in questi ultimi anni.

Quando ci sono storie di questi autori non posso non rendermi conto di quanto la qualità media sia aumentata, ma sul serio, rispetto a una decina di anni fa.

Non servono numerini per sminuire le storie, dico solo grazie.