Una nuova storia di Casty, in 3 tempi e con i disegni del Pastro, parte su questo numero... serve altro per spingere all'acquisto? No, ma fortunatamente c'è anche altro
Darkenblot: Il futuro è già qui - Le meraviglie di Avangard City (Casty/L. Pastrovicchio) è la prima parte di questa storia che in totale conterrà più di 90 tavole. Nata da un'idea di Pastrovicchio e proposta in redazione, la sceneggiatura è stata affidata a Casty. I due autori hanno già lavorato insieme in passato ed è evidente che c'è del feeling tra di loro, non foss'altro che per la comune passione per il Mickey Mouse più classico.
Per ora non si è ancora entrati nel vivo dell'avventura, quindi poco da dire se non che l'incipit è interessante con questa città futuribile, con questo Macchia cazzuto e con la citazione alle tre leggi della robotica di asimoviana memoria. E ovviamente menzione speciale per gli ottimi disegni del Pastro, che riesce a fondere in queste tavole lo stile da "Topolino" con quello più pikappico, che peraltro proprio nell'attuale volume di
PK - Il Mito descrive nelle loro differenze e che qui riesce e proporre in una sintesi eccellente.
Ottimo poi che ci siano ben 6 pagine di redazionale firmate da Catenacci volte a descrivere il dietro le quinte della realizzazione di Darkenblot, con un buon numero di bozzetti di Casty e del Pastro che sono davvero un bel contorno alla storia.
Paperi Palindromi (Bosco/Sciarrone) è l'altro motivo d'interesse verso questo numero del "Topo": la storia è molto breve, e per quello che succede non sarebbe assolutamente niente di notevole. Ma Bosco la costruisce con l'intento di farne un'avventura palindroma, appunto, cioè leggibile in modo speculare dall'inizio alla fine e viceversa, in un gioco di specchi potenzialmente infinito. Non è un caso che, per aumentare il disorientamento, la storia sia ambientata in una di quelle attrazioni da luna park costituite da un labirinto di specchi.
Inutile dire quindi che gran parte della sensazione finale che voleva ottenere lo sceneggiatore si ritrova soprattutto nel lavoro del disegnatore: Claudio Sciarrone continua il suo percorso che lo vede affinare sempre più il suo stile, in una costante ricerca del miglioramento e del dettaglio che lo porta ad avere uno stile simile e diverso al contempo da quello degli anni pikappici. Questo anche grazie alle infinite potenzialità del disegno digitale, di cui è alfiere all'interno della Disney e con il quale fa cose sempre migliori.
Paride Paperoga e il Pomo della Discordia (Gagnor/Gottardo) è un altro divertentissimo tassello della serie gagnoresce dei miti di Paperogate. Per quanto mi abbia fatto ridere di gusto, però, è già tipo la terza volta che incontro in una storia di Roberto il riferimento ai reality show messi in burletta nella loro amenità e inutilità. Per quanto io la pensi esattamente come lui, inizio già a trovarlo un argomento quasi abusato... Eleganti i disegni di Gottardo, adeguati all'atmosfera della storiella.
Paperino e la Minaccia in Miniatura (Agrati/Held) è una storia diverte che gioca sul surrealismo dello spunto, portato avanti con picchi di comicità assoluta. Questa Valeria Agrati non la conosco, non ricordo di aver letto nulla di lei, ma in questa sua breve trovo influenze da Faraci e da Faccini, e il che fa bene a una storia fresca e simpaticissima.
Il numero è composto poi da due storie di Pesce, entrambe ben poco entusiasmanti: trattasi di una storia poco interessante con Paperinik per i disegni di Vian (che apprezzo coi Topi, ma che con i Paperi non mi piace molto) e un gialletto abbastanza banale con Topolino. Mi spiace dire così, dal momento che ricordo Riccardo Pesce come un autore non male e dalle potenzialità interessanti, ma in queste due avventure mi ha detto davvero poco.
Ciò non toglie comunque che il numero è sicuramente molto valido tra Sciarrone, Casty/Pastro, gagnorate divertenti e new entry promettenti.